I problemi nelle prime fasi dello sviluppo, la conformità GMP (dalla scelta dei materiali al trasferimento alla produzione clinica), i costi elevati, e una conoscenza insufficiente degli strumenti regolatori, soprattutto tra gli accademici. Queste sono le sfide e i nodi nella fase di sviluppo delle ATMP (Advanced Therapy Medicinal Products, Medicinali per Terapie Avanzate) secondo un sondaggio condotto da AIFA, a cui hanno partecipato 50 realtà, provenienti soprattutto dal mondo accademico e delle piccole e medie imprese.
I risultati sono stati presentati da Maria di Marzo di AIFA all’apertura del convegno “Translating Innovation into access for ATMPs” che si è tenuto venerdì 15 novembre a Roma, sotto il cappello organizzativo di AIFA ed EMA. «Affrontare queste sfide e cogliere le opportunità», sottolinea Di Marzo, «richiede un maggiore dialogo tra regolatori e sviluppatori ed un utilizzo più esteso degli strumenti regolatori esistenti».
Dal 2009 ad oggi sono 27 le terapie avanzate approvate, l’ultima in ordine di tempo la terapia genica Durveqtix per l’emofilia B; dopo una flessione del 2022 dovuta al Covid, le richieste di avvio di sperimentazioni sono nuovamente in aumento rispetto agli anni precedenti. Ma le questioni aperte sono molte, a partire proprio da costi elevati di questi studi clinici.
L’alto costo degli studi clinici: quali soluzioni?
Franco Locatelli dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, mentre da un lato ammette che la relazione con AIFA ed EMA è «eccellente», perché «hanno compreso che il contesto particolare di un trial accademico rispondeva a un bisogno medico insoddisfatto e ci hanno fornito consigli», sottolinea che «l’accessibilità e la sostenibilità di questi trial in un contesto accademico rappresentano il principale ostacolo». Per la sperimentazione di una terapia CAR-T di nuova generazione la stima dei costi finali è di circa 33 milioni, insostenibili per un’istituzione accademica: «Avremmo bisogno o di licenze sui brevetti o di aziende che intervengano per fornire più fondi, perché semplicemente non è possibile per noi coprire tutti i costi». E suggerisce: «Per evitare la ridondanza dei costi, si può creare una rete di istituzioni accademiche per evitare la ripetizione di certi studi che sono stati già fatti».
Il costo elevato dei trial clinici avanzati rappresenta una barriera anche per le PMI, sottolinea Alexander Natz, dell’associazione europea di PMI EUCOPE, che evidenzia l’importanza di trovare soluzioni creative per rendere sostenibili i costi delle terapie avanzate, armonizzare il rimborso e migliorare l’accesso transfrontaliero.
Un sistema regolatorio più flessibile e competitivo
Presente al tavolo anche il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, che sottolinea che per supportare lo sviluppo servono processi più semplici, «prima dell’approvazione ma più ancora nel periodo tra quel momento e l’approvazione a livello nazionale».
Che cosa i regolatori stanno facendo per rendere il sistema regolatorio più flessibile e competitivo per attrarre investimenti e accelerare lo sviluppo delle terapie, dunque, fin dalle delicate fasi iniziali?
Prova a rispondere Valentina Cordó di EMA, che illustra gli strumenti e gli incentivi che l’EMA offre per supportare lo sviluppo di prodotti medicinali innovativi, in particolare gli ATMP: uno di questi è l’Innovation Task Force, un’iniziativa che permette agli sviluppatori di incontrare gratuitamente i regolatori già nelle fasi iniziali dello sviluppo, affrontando aspetti che vanno dalla preclinica alla qualità, produzione e clinica. «Ma esiste anche l’Ufficio PMI dell’EMA», ricorda: «si occupa di sostenere le piccole e medie imprese assegnando loro uno status specifico che consente di accedere a strumenti regolatori dedicati e di beneficiare di incentivi economici per diverse procedure EMA. Inoltre, promuove la collaborazione tra accademia e PMI».
Eleonora Agricola di AIFA ricorda che tra gli strumenti ci sono anche le riunioni di innovazione nazionali, che rappresentano un primo punto di contatto informale per gli sviluppatori a livello locale, simili ai briefing dell’Innovation Task Force dell’EMA, ma adattati al contesto nazionale. Questi incontri consentono agli sviluppatori di discutere con i regolatori le prime fasi dei loro progetti e, con il consenso del richiedente, i casi possono essere portati all’attenzione della rete europea per un supporto più ampio.
Ma ci sono attività rivolte anche al mondo accademico e ai professionisti sanitari, «mirate a migliorare la consapevolezza regolatoria e a promuovere la compliance con i requisiti normativi».
Superare la frammentazione
«In Europa, e ancora di più in Paesi come la Spagna e l’Italia la cosa difficile è la frammentazione, che porta ad un aumento della burocrazia», sostiene il Presidente di Farmindustria Cattani.
Per questo viene in aiuto il nuovo regolamento sull’Health Technology Assessment (HTA), spiega Pia Rivetti di Val Cervo di AIFA, che evidenzia i motivi per cui l’HTA a livello europeo è necessaria. «Attualmente, l’HTA è gestita in modo diverso nei vari stati membri, con grandi disparità nelle capacità e nelle procedure. Questo genera duplicazioni di lavoro per le autorità e gli sviluppatori, nonché ritardi nell’accesso dei pazienti alle terapie. Il nuovo regolamento punta a ridurre questa frammentazione, migliorando l’efficienza delle valutazioni, aumentando la prevedibilità per gli sviluppatori e promuovendo l’equità di accesso alle terapie avanzate in Europa».
I finanziamenti per lo sviluppo di ATMP
Un’analisi dei progetti finanziati sotto Horizon 2020 ha rivelato difficoltà dei consorzi nel comprendere il panorama regolatorio e nel progettare studi clinici efficaci, sottolineando l’importanza di strategie chiare e conoscenze adeguate. Questi insegnamenti hanno influenzato i nuovi bandi per aumentare il successo dei progetti futuri.
I rappresentanti di EMA presentano anche il regolamento STEP (Strategic Technologies for Europe Platform), che consente di concentrare i finanziamenti su tecnologie strategiche come le biotecnologie, fondamentali per lo sviluppo degli ATMP. STEP permette di reindirizzare fondi tra 11 programmi UE, semplificando l’accesso ai finanziamenti per progetti promettenti. E menzionano un documento strategico UE sulle biotecnologie, che propone 20 azioni concrete per affrontare le sfide del settore, inclusa la creazione di un Biotech Hub, una piattaforma per supportare aziende e ricercatori nel superare le barriere regolatorie e scalare le innovazioni verso la produzione industriale.