Super-microbi: con i test molecolari sindromici -30% di morti, in Toscana apre nuovo Polo di ricerca

Super-microbi: con i test molecolari sindromici -30% di morti, in Toscana apre nuovo Polo di ricerca

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Valentina Arcovio

Perché ne stiamo parlando
È stato inaugurato a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, un nuovo Polo di Ricerca & Sviluppo dedicato allo sviluppo di soluzioni diagnostiche innovative per la lotta alle malattie infettive e all’antibiotico-resistenza. L’evento è stato l’occasione anche per fare il punto sui test diagnostici più innovativi.

L’“Apocalissi antibiotica” è qui, ora. E se non facciamo nulla per contrastarla, i farmaci che oggi abbiamo a disposizione rischiano di essere inutili, rendendo rischiose anche semplici procedure chirurgiche, come un parto cesareo. È uno scenario “da brivido” quello che gli esperti hanno delineato all’inaugurazione del nuovo Polo di Ricerca & Sviluppo di bioMérieux, a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze. «Nell’Unione Europea più di 670mila infezioni sono dovute a batteri resistenti agli antibiotici, mentre circa 33mila persone muoiono come diretta conseguenza di queste infezioni», sottolinea Maurizio Sanguinetti, Direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche, Direttore della UOC Microbiologia, Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, ordinario di Microbiologia all’Università Cattolica. «L’Italia è il primo paese europeo per numero di morti per l’antibiotico-resistenza, un terzo dei quali prevenibili grazie a un approccio proattivo all’individuazione e al trattamento mirato di agenti patogeni resistenti», aggiunge.

I nuovi test sono rapidi, precisi e affidabili

Ogni anno sono quasi cinque milioni le vittime dell’antibiotico-resistenza nel mondo. Tra queste 750mila potrebbero essere evitate con una corretta aderenza ai vaccini, garantendo un accesso adeguato ad acqua e servizi igienico-sanitari e utilizzando metodi di controllo delle infezioni già in uso. A suggerirlo è una ricerca pubblicata su The Lancet da un gruppo di esperti che avverte: “Senza le giuste contromisure vedremo un aumento costante del bilancio globale delle vittime di infezioni legate all’antibiotico-resistenza”. Ma per prevenire i decessi legati all’antimicrobico resistenza sono necessarie azioni pro-attive, come ad esempio il ricorso a test molecolari sindromici. «Grazie a questi test rapidi, precisi e affidabili è oggi possibile individuare, nel giro di poche ore, non solo gli agenti patogeni responsabili di un’infezione, ma anche a quali farmaci sono sensibili», spiega Pierangelo Clerici, Presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI). «Utilizzati in maniera appropriata, questi nuovi strumenti diagnostici potrebbero ridurre i decessi per infezioni resistenti agli antibiotici di ben il 30% permettendo di individuare in tempi rapidi il farmaco idoneo. Questo si tradurrebbe per il nostro Paese in circa 3.300 vite salvate ogni anno», aggiunge.

L’antibiotico-resistenza costa al SSN 2,4 miliardi di euro all’anno

Il vantaggio non riguarda solo vite umane risparmiate, ma anche preziose risorse economiche che il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe investire diversamente per migliorare la sua risposta ai bisogni di salute. «L’antibiotico-resistenza e le infezioni correlate all’assistenza hanno un impatto enorme sul nostro Sistema Sanitario Nazionale», spiega Gian Maria Rossolini Professore Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica all’Università degli Studi di Firenze e Direttore della Unità Operativa di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Careggi. «Si stima che ogni anno siano responsabili di 2,7 milioni di ricoveri per un costo diretto complessivo che ammonta a circa 2,4 miliardi di euro», aggiunge. Inoltre, serve uno sforzo maggiore per la ricerca e lo sviluppo di strumenti diagnostici ancora più sofisticati e di trattamenti più efficaci. «Se le cose non cambieranno, infatti, l’Osservatorio Nazionale sull’antimicrobico resistenza stima che nel 2050 in Italia potrebbero esserci fino a 450mila morti per infezioni», conclude Rossolini.

No ai test “a tappeto”, necessarie appropriatezza e competenze

Quello degli esperti non è un invito a eseguire test diagnostici innovativi “a tappeto”. Le parole d’ordine devono essere appropriatezza e competenze. E soprattutto ricerca. Il problema, infatti, non è che in Italia vengono effettuati pochi test su agenti patogeni, tutt’altro. «In Italia forse se ne fanno anche troppi – sottolinea Clerici – e in circa il 50% dei casi in modo inappropriato, quando invece sarebbe necessario una gestione dell’infezione più “ragionata e tradizionale”. Altra problematica è la carenza di personale qualificato: nonostante le nuove tecnologie abbiano automatizzato le analisi sul campione biologico, servono competenze microbiologiche per interpretarle. Serve dunque personale qualificato e questo è un problema importante, in quanto l’accelerazione tecnologica è più rapida della formazione dei professionisti».

Il nuovo hub Innovation Power House da 9 milioni di euro

Lo sviluppo di nuovi test è solo un primo e importante passo. Fondamentale è continuare a studiare nuove soluzioni. «È per questo che bioMérieux ha deciso di investire 9 milioni di euro nell’apertura di un nuovo hub, denominato Innovation Power House, dedicato alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni contro le malattie infettive e l’antibiotico-resistenza», spiega Stathis Chorianopoulos, Vice President & General Manager, Adriatic bioMérieux Italia. bioMérieux impiega, a oggi, 310 persone e grazie a questo investimento si prevede un incremento del 10% circa dei collaboratori, grazie a una riorganizzazione interna delle linee produttive e degli spazi di ricerca e sviluppo, che potranno avvalersi della strumentazione più all’avanguardia. Nel dettaglio all’interno dell’Innovation Power House si troveranno dunque una camera semi-anecoica che permette di effettuare delle prove di compatibilità elettromagnetica sugli strumenti, in fase di prototipazione e sviluppo; una camera climatica usata per simulare le condizioni ambientali alle quali i sistemi elettronici possono essere sottomessi durante l’uso normale; oltre a un laboratorio biologico. «Questo laboratorio – prosegue Chorianopoulos – è fondamentale per poter ottimizzare lo sviluppo integrando i campioni biologici il prima possibile nella fase di design degli strumenti di diagnostica in vitro, con l’obiettivo di ridurre il rischio di problematiche durante la fase finale di validazione».

Barni (Confindustria Dispositivi Medici): “La ricerca è la linfa vitale dello sviluppo”

«Tutte le attrezzature all’avanguardia presenti nel reparto di Ricerca e Sviluppo dell’Innovation Power House – continua Chorianopoulos – sono ormai fondamentali per il reparto di R&D per velocizzare la creazione dei prototipi e rendere lo sviluppo più agile. Poter fare la maggior parte delle prove direttamente nei nuovi laboratori interni all’azienda consentirà di velocizzare lo sviluppo in modo più autonomo». Per l’Italia è una buonissima notizia poter ospitare un centro d’eccellenza di questo tipo. «Quello dei dispositivi medici – ha dichiarato Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici – è un mondo altamente tecnologico con un tasso d’innovazione rapidissimo, di circa 3 anni. Per questo la ricerca è la linfa vitale per lo sviluppo del nostro settore e per la nascita di tecnologie sempre più all’avanguardia per la tutela della salute delle persone. Bisogna sostenere tutte le aziende che in Italia vogliono fare ricerca, che generano Pil e che creano forza lavoro qualificata. Serve supporto per favorire e promuovere una politica industriale il più possibile dinamica e attrattiva per le imprese che operano nel nostro Paese».

Keypoints

  • È stato inaugurato a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, un nuovo Polo di Ricerca & Sviluppo di bioMérieux
  • Nell’Unione Europea più di 670mila infezioni sono dovute a batteri resistenti agli antibiotici
  • Sono circa 33mila le persone che muoiono come diretta conseguenza delle infezioni resistenti
  • L’Italia è il primo paese europeo per numero di morti per l’antibiotico-resistenza
  • Il 30% dei decessi per antibiotico-resistenza in Italia potrebbero essere prevenuti con il ricorso a test molecolari sindromici
  • Si stima che ogni anno le infezioni resistenti agli antibiotici siano responsabili di 2,7 milioni di ricoveri per un costo diretto complessivo che ammonta a circa 2,4 miliardi di euro
  • L’accelerazione tecnologica è più rapida della formazione dei professionisti
  • bioMérieux ha deciso di investire 9 milioni di euro nell’apertura di un nuovo hub, denominato Innovation Power House

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