Negli ultimi decenni i progressi compiuti nella cura dei tumori sono stati enormi. Oltre ai trattamenti tradizionali come chirurgia, radioterapia e chemioterapia, sono emerse nuove terapie come quelle a bersaglio molecolare, l’immunoterapia e le terapie cellulari. Queste innovative strategie hanno trasformato il trattamento del cancro, aumentando le probabilità di sopravvivenza e riducendo in modo significativo i tassi di mortalità .
Secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ogni anno circa 10 milioni di persone muoiono di cancro. Il 40% dei decessi nel mondo è provocato da stili di vita o ad abitudini quotidiane che possono essere cambiati o controllati per ridurre il rischio di malattie o complicazioni. In particolare fumo, consumo di alcol, sedentarietà e sovrappeso sono alcuni dei fattori di rischio.
L’Italia però si conferma protagonista nella ricerca: secondo l’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo), il nostro Paese si colloca al sesto posto in Europa per famiglie di brevetti relativi alla lotta contro il cancro, distinguendosi per la maggiore quota di startup in fase iniziale (46%).
In occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro, INNLIFES ha selezionato le ultime innovazioni nella ricerca e cura contro il tumore.
L’immunoterapia e l’alta specificità del trattamento
Applicata all’oncologia, l’immunoterapia sfrutta il sistema immunitario del paziente per riconoscere e combattere le cellule tumorali. A differenza delle terapie tradizionali che agiscono direttamente sul tumore, l’immunoterapia stimola o potenzia le difese naturali del corpo, istruendole a riconoscere e distruggere unicamente le cellule tumorali, senza danneggiare quelle sane.
L’immunoterapia ha dato esiti promettenti nel trattamento del melanoma metastatico. In particolare, lo studio clinico CheckMate 067 rappresenta, secondo la comunità medica, un traguardo storico, poiché il melanoma metastatico è uno dei tumori più aggressivi e difficili da trattare, con scarse speranze di sopravvivenza. L’immunoterapia, applicata in combinazione con farmaci come nivolumab e ipilimumab, ha cambiato completamente la prospettiva. Lo studio citato è il primo al mondo a presentare dati con un follow-up di 10 anni, mostrando che una parte significativa dei pazienti ha potuto vivere a lungo con la malattia sotto controllo, in alcuni casi quasi cronicizzata. Sostanzialmente, l’immunoterapia ha modificato il corso naturale del melanoma metastatico, offrendo ai pazienti una reale speranza di vita a lungo termine. Questo approccio ha già influenzato anche il trattamento di altre neoplasie, come il tumore polmonare.
L’aneuploidia, bersaglio di farmaci anticancro
L’aneuploidia consiste in una variazione del numero di cromosomi. In condizioni normali, le cellule umane hanno 46 cromosomi, mentre quelle tumorali ne presentano di più o di meno, con un patrimonio cromosomico (cariotipo) sbilanciato. È una caratteristica molto comune nelle cellule tumorali, poiché l’aneuploidia si riscontra nel 90% circa dei tumori solidi e nel 75% di quelli ematologici.
I ricercatori dell’IEO e dell’Università degli Studi di Milano hanno scoperto un nuovo approccio terapeutico basato su risultati ottenuti in precedenza. Lo stesso gruppo aveva infatti dimostrato che l’aneuploidia può essere considerata un bersaglio per i farmaci anticancro, come un “tallone d’Achille”, anche per tumori resistenti ai farmaci a bersaglio molecolare, specificamente indirizzati contro alterazioni genetiche. Questo segno distintivo del cancro non era mai stato sfruttato clinicamente come bersaglio terapeutico, poiché non era stato possibile coltivare in laboratorio cellule puramente aneuploidi. Il gruppo è riuscito, per la prima volta, a sviluppare cellule in coltura con cariotipi aneuploidi, creando cloni di cellule aneuploidi da studiare per comprenderne la vulnerabilità e i processi attraverso cui sopravvivono, identificando potenziali bersagli terapeutici.
Questo risultato è stato ottenuto grazie a tecniche “omiche”, approcci di ultima generazione che permettono di avere una visione globale delle attività cellulari o tissutali. Tra queste tecniche, il sequenziamento del DNA, gli screening genomici e l’analisi proteomica. Si è così scoperto che le cellule aneuploidi vengono colpite sia dai farmaci chemioterapici che danneggiano il DNA, sia dai PARP-inibitori, farmaci a bersaglio molecolare utilizzati, per esempio, nella terapia dei tumori ovarico e mammario.
Ai e approccio conservativo
Nel campo dei tumori ginecologici si sono registrati importanti progressi sia nella diagnosi che nel trattamento delle neoplasie intraepiteliali cervicali (CIN), vaginali (VAIN) e vulvari (VIN).
L’uso dell’Ai nell’analisi delle immagini colposcopiche consente di rilevare lesioni precancerose, garantendo diagnosi rapide e precise. Sul fronte terapeutico, l’approccio conservativo ha messo in evidenza l’importanza di interventi mirati, riducendo la necessità di trattamenti invasivi e più ampi. Si è inoltre prestata maggiore attenzione all’uso di trattamenti farmacologici locali, come le creme immunomodulanti (es. imiquimod), che hanno mostrato buoni risultati, riducendo la necessità di interventi chirurgici, in particolare per le lesioni vulvari.
La scommessa dell’Ai Science
L’integrazione tra Ai e ricerca scientifica sta già permettendo di ridurre in modo significativo i tempi di ricerche che, in passato, avrebbero richiesto decenni, con l’automazione di processi che ora possono essere completati in poche ore. Inoltre, l’Ai consente di pianificare ricerche ed esperimenti che sarebbero impossibili da realizzare con le tecniche tradizionali. L’Ai Science può quindi giocare un ruolo fondamentale nell’affrontare sfide globali, come la prevenzione delle epidemie e la cura dei tumori. In futuro, i vantaggi di un uso responsabile dell’Ai nella ricerca, in termini di progressi scientifici e miglioramento della qualità della vita per la società , potrebbero essere incalcolabili.
Il cancro in numeri
Nel 2024, solo in Italia sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore: circa 214.000 tra gli uomini e 175.000 tra le donne. Delle persone colpite, circa il 60% degli adulti consuma alcol, il 33% è in sovrappeso, il 10% è obeso, il 28% è sedentario e il 24% fuma. Dati sostanzialmente stabili rispetto al 2022 e al 2023. Secondo la Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro(AIRC), nel 2024 in Italia, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, i tumori più frequenti sarebbero stati quelli della mammella (53.686 casi circa), del colon-retto (circa 48.706 casi), del polmone (circa 44.831 casi), della prostata (circa 40.192 casi) e della vescica (circa 31.016 casi). Il tumore maschile più diffuso (19% dei casi) è quello alla prostata, mentre nelle donne è quello alla mammella (30,3% circa dei casi).