Nutrizione clinica: a Milano il 46° Congresso ESPEN

Nutrizione clinica: a Milano il 46° Congresso ESPEN

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Simona Regina

Perché ne stiamo parlando
Dal 7 al 10 settembre, Milano ospita il 46° Congresso ESPEN. Al centro l’impatto della nutrizione sui percorsi terapeutici. Il congresso offrirà formazione, aggiornamenti e opportunità di networking, evidenziando l’importanza della nutrizione nella gestione multidisciplinare e personalizzata dei pazienti.

Migliorare la nutrizione per migliorare la cura. Dal 7 al 10 settembre, Milano ospiterà il 46° Congresso della European Society for Clinical Nutrition and Metabolism (ESPEN), società scientifica che promuove la ricerca, la formazione e la pratica clinica nel campo della nutrizione e del metabolismo.

Organizzato in collaborazione e con il patrocinio della Società Italiana Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE), il congresso sarà un’occasione per condividere aggiornamenti scientifici e creare opportunità di networking.

«Il congresso ESPEN è infatti un appuntamento annuale per fare il punto sull’importanza della nutrizione nei percorsi di cura e le ultime scoperte scientifiche che possono migliorare la pratica clinica» spiega Emanuele Cereda, coordinatore del comitato scientifico locale del Congresso ESPEN, in forze nella Struttura Complessa Dietetica e Nutrizione Clinica dell’IRCCS San Matteo di Pavia.

«La nutrizione clinica è una scienza trasversale che richiede un approccio multidisciplinare per sviluppare strategie nutrizionali efficaci per prevenire e trattare varie patologie».

Qual è il tema principale del 46° Congresso ESPEN a Milano?

«Il congresso si focalizza sull’impatto della nutrizione clinica come scienza trasversale, capace di influenzare il corso di molte patologie. Tutte le patologie possono avere implicazioni di carattere nutrizionale: le patologie, cioè, possono alterare a vario titolo lo stato di nutrizione, e allo stesso tempo lo stato di nutrizione ha un impatto, positivo o negativo, sulla prognosi delle malattie. Quindi, attraverso un’adeguata gestione nutrizionale, possiamo condizionare il decorso delle patologie, dalla terapia intensiva neonatale al grande anziano, diversamente caratterizzati dall’alterazione dello stato di nutrizione».

In che modo la nutrizione può influenzare i percorsi terapeutici: ci fa qualche esempio?

«La nutrizione clinica gioca un ruolo cruciale nel migliorare il benessere e la qualità della vita dei pazienti durante i percorsi terapeutici. Parliamo di malnutrizione correlata alla patologia: quando cioè il paziente non riesce a nutrirsi in modo qualitativamente e quantitativamente adeguato in relazione ai suoi fabbisogni. E un paziente malnutrito, sia per difetto che per eccesso, può trarre enormi benefici da interventi nutrizionali specifici, calibrati sulle sue esigenze. Per esempio, nel caso di un paziente con obesità affetto da ipertensione o diabete, la gestione del peso attraverso una dieta personalizzata può migliorare notevolmente la sua condizione clinica e influenzare l’andamento della patologia, riducendo la pressione arteriosa, la somministrazione di farmaci, ecc. Allo stesso modo, un paziente oncologico malnutrito può tollerare meglio i trattamenti antitumorali se supportato da una nutrizione adeguata, anche artificiale. Il tumore, infatti, può condizionare la capacità di alimentarsi e l’assunzione degli alimenti, e di riflesso questo si traduce in calo di peso con perdita di massa muscolare che condiziona la capacità del paziente di tollerare i trattamenti anticancro. Ebbene, la nutrizione contribuisce ad avere un maggior potenziale curativo delle terapie necessarie».

Ne consegue che il nutrizionista clinico lavora in team multidisciplinari nella gestione dei pazienti?

«Assolutamente sì. La presenza di esperti in nutrizione all’interno di team multidisciplinari è fondamentale per la gestione ottimale dei pazienti. Anche in tutti i comitati etici è presente la figura dell’esperto in nutrizione per sottolineare l’ importanza del ruolo della nutrizione nella gestione di tutti i pazienti.
In Lombardia, per esempio, è stata creata la rete di unità di nutrizione clinica che garantisce che tutti i pazienti assistiti vengano valutati anche dal punto di vista nutrizionale. Questo permette di implementare piani di gestione nutrizionale personalizzati, laddove ce ne fosse bisogno, migliorando anche la qualità della vita dei pazienti».

E quali figure professionali sono coinvolte nei team nutrizionali?

«I team nutrizionali sono composti da diverse figure professionali, tra cui medici, dietisti, farmacisti ospedalieri, infermieri e in alcuni contesti anche logopedisti e foniatri. Ciascuno contribuisce all’ottimizzazione della gestione del paziente. Per esempio, nei casi di disfagia, la collaborazione tra medico che dà indicazioni per la nutrizione artificiale, dietista che dà indicazioni per una dieta a consistenza modificata, farmacista che gestisce i diversi presidi da prescrivere al paziente, e foniatra per riabilitare la funzione deglutitoria fa sì che il paziente riceva ciò di cui ha bisogno. Il congresso offre un’opportunità unica per queste figure di confrontarsi e strutturare team multiprofessionali che possano affrontare efficacemente la presa in carico del paziente».

Questo perché il congresso ESPEN mette proprio in connessione diversi specialisti e figure cliniche. Ma come si struttura il programma?

«Sì, il congresso è un’occasione di confronto, formazione, innovazione e aggiornamento. Il programma del congresso è articolato in due aree, grazie ai comitati scientifici centrali della società ESPEN che hanno collaborato alla sua organizzazione con quelli locali. C’è un programma educazionale che si concentra sull’aggiornamento in ambito formativo. Accanto a questo, il programma scientifico mira a fornire input su nuove tematiche e aspetti innovativi nell’ambito della ricerca scientifica, clinica, di base e traslazionale. Quindi da una parte il congresso garantisce formazione e dall’altra stimola nuove linee di ricerca e offre l’opportunità di strutturare collaborazioni internazionali e creare connessioni tra diversi istituti di ricerca per progetti multicentrici».

Parlando di nutrizione clinica, quali sono le aree di ricerca più promettenti?

«I contesti di ricerca sono tanti. Negli ultimi anni, si è posta molta attenzione sul ruolo del microbiota intestinale e su come esso possa essere modulato attraverso interventi nutrizionali per influenzare il decorso delle malattie. Inoltre, c’è un crescente interesse per la composizione corporea e per gli interventi che possono ripristinare o tutelare la massa muscolare, che può condizionare il decorso di diverse malattie. Così come c’è molto interesse sulla possibilità di condizionare il recupero dei pazienti chirurgici e migliorare il post-operatorio e calibrare e ottimizzare il supporto nutrizionale del paziente in terapia intensiva per migliorare il percorso della malattia critica e garantire al paziente una più veloce dimissione dalla rianimazione, accelerando il recupero e, allo stesso tempo, riducendo i costi sanitari».

Perché una gestione nutrizionale ottimizzata procura anche vantaggi economici?

«Ottimizzare la nutrizione dei pazienti ha un impatto significativo sui costi sanitari. Perché un paziente malnutrito ha necessità di cure più intense, ha maggiori bisogni assistenziali, quindi costa di più al sistema sanitario. Inevitabilmente ottimizzare il dominio nutrizionale ha implicazioni di carattere farmaco-economico: non solo cioè si migliora la qualità della vita e la sopravvivenza del paziente, ma si riducono anche i costi assistenziali migliorando l’accesso alle cure. Perché un paziente che necessita di meno tempo di ospedalizzazione, libera risorse per altri pazienti, ottimizzando l’efficienza del sistema sanitario».

Keypoints

  • Il 46° Congresso ESPEN a Milano si concentra sull’importanza della nutrizione clinica come scienza trasversale che può influenzare il decorso delle patologie
  • Il congresso sarà un’occasione di formazione, aggiornamento e networking per specialisti in nutrizione clinica, con un programma educazionale e scientifico mirato
  • La nutrizione clinica svolge un ruolo cruciale nel migliorare il benessere e la qualità della vita dei pazienti, soprattutto nei casi di malnutrizione correlata alla patologia
  • Team multidisciplinari, con la presenza di esperti in nutrizione, sono fondamentali per una gestione ottimale dei pazienti, garantendo piani nutrizionali personalizzati
  • Le aree di ricerca emergenti includono lo studio del microbiota intestinale, la composizione corporea e il supporto nutrizionale per migliorare il recupero post-operatorio e in terapia intensiva.

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