Si discute anche di oncologia al 42° Congresso Nazionale della Società Italiana di farmacologia (SIF) in corso a Sorrento: Science today for a better medicine tomorrow.
Questa mattina Rossana Roncato, ricercatrice dell’Università di Udine, ha illustrato alcune novità nella terapia endocrina per il cancro al seno avanzato o metastatico e gli sforzi che si stanno compiendo per ottimizzare le strategie terapeutiche e contrastare l’insorgenza della resistenza ai trattamenti.
Studi terapeutici e caratteristiche individuali
Ricercatrice in farmacologia e farmacologa clinica presso l’Istituto di Farmacologia dell’Ospedale Universitario Santa Maria Misericordia di Udine, Roncato integra l’attività accademica con quella clinico-assistenziale. «Mi occupo di ottimizzare le terapie oncologiche in base alle caratteristiche individuali del paziente, considerando fattori farmacogenetici, di farmacocinetica, come la concentrazione plasmatica del farmaco e le possibili interazioni farmacologiche» ha spiegato nel corso del panel Oncology 3.0: new drugs and technologies in oncogene-addicted solid tumors.
«La mia attività di ricerca, in collaborazione con il Dipartimento di Farmacologia sperimentale e clinica del CRO di Aviano, si focalizza sull’identificazione di marker farmacogenetici predittivi di risposta alle terapie oncologiche e sulla loro applicazione clinica. Questo include studi basati su dati real-world, attività di farmacovigilanza, e valutazioni di farmacoeconomia per favorire un uso più efficiente e sicuro delle risorse terapeutiche».
Nuovi farmaci per le terapie oncologiche
Durante il suo intervento, Roncato ha fatto il punto sulla terapia endocrina per il carcinoma mammario metastatico ER+ HER2-, spiegando «il ruolo crescente delle mutazioni ESR1 nella perdita di efficacia delle attuali terapie endocrine».
La progressione della malattia è associata allo sviluppo di resistenza alla terapia endocrina dovuta allo sviluppo di mutazioni acquisite in vari geni, tra cui ESR1 (Estrogen Receptor 1). La presenza di mutazioni di ESR1 è associata a una prognosi peggiore, tra cui una progressione più rapida e una peggiore sopravvivenza.
Roncato ha illustrato come «a vent’anni dall’introduzione del fulvestrant, la nuova generazione di SERD orali stia aprendo nuove prospettive per i pazienti». In particolare, ha presentato i risultati del trial di fase III EMERALD, uno studio internazionale che ha confrontato elacestrant (nuovo SERD orale sviluppato da Stemline) con il trattamento di cura standard. «Lo studio ha dimostrato un significativo prolungamento della sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con mutazioni ESR1».
I SERD sono degradatori selettivi del recettore degli estrogeni (ER) che è coinvolto nella crescita della massa tumorale. Elacestrant è un nuovo SERD orale che agisce direttamente contro le mutazioni che rendono questa forma di tumore al seno più difficile da trattare, approvato dalla Commissione europea per il trattamento di donne in post-menopausa o uomini adulti con carcinoma mammario avanzato o metastatico, positivo per il recettore degli estrogeni e negativo per il recettore HER2 (ER+/HER2), con mutazioni del gene ESR1, in progressione dopo almeno una linea di terapia endocrina.
Roncato ha anche evidenziato l’importanza della biopsia liquida e dei test come il Guardant360 Dx, «che permettono di monitorare in modo non invasivo le mutazioni di resistenza, migliorando la stratificazione dei pazienti e l’efficacia delle terapie».
Inoltre, ha illustrato un lavoro del suo gruppo, «che ha analizzato come alcune mutazioni di ESR1 possano influenzare la farmacodinamica di SERD e SERM». I SERM sono modulatori selettivi del recettore degli estrogeni, molecole in grado di inibire o stimolare la produzione di questi ormoni, a seconda del tessuto interessato. Sulle cellule mammarie, per esempio, bloccano ER e impediscono agli estrogeni di legarsi ai loro recettori.
«Lo studio – ha spiegato la ricercatrice – ha retrospettivamente analizzato una coorte multicentrica di 1006 pazienti con tumore alla mammella metastatico caratterizzati per il DNA libero circolante. Modelli computazionali hanno potuto valutare l’affinità dei diversi farmaci per le mutazioni riscontrate a carico del recettore ESR1. E ne sono emerse mutazioni o combinazioni di esse in grado di aumentare o ridurre l’affinità per farmaci specifici e suggerendo potenziali nuovi meccanismi di resistenza».