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Erc Proof of Concept: in Italia 15 progetti vincitori. Ecco quelli Life science

Perché ne stiamo parlando
Il Consiglio europeo della ricerca ha annunciato i 134 progetti vincitori del bando Erc Proof of Concept 2024, a cui assegnerà 150mila euro ciascuno. 15 saranno condotti in Italia, in testa insieme a Germania e Paesi Bassi. Conosciamone alcuni che puntano a innovare nel campo life science.

Il Consiglio europeo della ricerca ha annunciato oggi i 134 progetti vincitori  del secondo round del bando Erc Proof of Concept 2024, per trasformare la ricerca in innovazione. 15 saranno condotti in Italia che, insieme a Germania e Paesi Bassi, è il paese che si aggiudica il maggiori numero di finanziamenti. Seguono Spagna e Regno Unito (14 ciascuno), Israele (12), Belgio (11), Francia (10), Danimarca (6), Austria (5), Svezia (4), Irlanda (3), Finlandia e Norvegia (2), Croazia, Repubblica Ceca, Cipro, Polonia, Portogallo e Turchia (1 ciascuno).

Sale così a 245 il numero complessivo dei progetti finanziati (698 quelli candidati), per un totale di 36,75 milioni di euro assegnati.

Trasformare la ricerca in innovazione

Parliamo di progetti di frontiera che, grazie a questo supporto economico, potranno essere sviluppati ulteriormente, verificando il potenziale innovativo e commerciale. L’obiettivo degli Erc Proof of Concept è sostenere infatti i ricercatori e le ricercatrici, che hanno già ottenuto un precedente finanziamento Erc, nel trasferire i risultati scientifici alle fasi iniziali della commercializzazione, esplorando le opportunità di mercato, costruendo strategie di protezione intellettuale e aprendo un varco verso l’applicazione pratica delle idee, audaci e innovative, sviluppate in laboratorio. Ogni beneficiario riceverà 150.000 euro per un periodo di 18 mesi.

«La posizione dell’Europa nel mondo dipende dalla nostra capacità di promuovere l’eccellenza scientifica e di costruire una comunità fiorente di ricercatori, innovatori e leader industriali. I finanziamenti Proof of Concept dell’Erc giocano un ruolo fondamentale in questo processo, consentendo ai risultati più promettenti della ricerca di trasformarsi in innovazioni concrete che guidano il progresso industriale e apportano benefici alla società» ha spiegato infatti Ekaterina Zaharieva, Commissaria europea per le startup, la ricerca e l’innovazione.

Anche la presidente del Consiglio europeo della ricerca, la professoressa Maria Leptin, ha sottolineato l’importanza di questo bando europeo per portare i risultati della ricerca al mercato. «Si tratta di un supporto prezioso nel percorso verso la commercializzazione e la scalabilità». Ricordando nel contempo l’importanza della ricerca di base quale motore dell’innovazione. «La scienza di base – ha detto – è il fondamento di molte delle innovazioni di cui oggi beneficiamo. Per questo, con la crescente competizione globale, è essenziale che l’Europa rafforzi il proprio impegno e aumenti gli investimenti nella ricerca di base per accrescere la competitività».

Un investimento dunque sul talento e la creatività, quali elementi chiave per affrontare le sfide globali più complesse.

Protesi bioniche, microrobot, piattaforme diagnostiche innovative: ecco alcuni dei progetti italiani

15, dei 134 progetti finanziati, saranno ospitati da atenei e centri di ricerca in Italia. Due dal Politecnico di Torino, due dall’Università di Padova e altrettanti dal Consiglio nazionale delle ricerche. Gli altri rispettivamente da Università di Milano, Trento, Perugia, Sapienza di Roma e Ca’ Foscari di Venezia, Istituto Italiano di Tecnologia, Scuola Superiore Sant’Anna, Politecnico di Milano e Ospedale San Raffaele.

Conosciamone alcuni. Sono progetti che, dalla diagnostica in campo oncologico a nuovi protocolli clinici per malattie cardiache, e da protesi bioniche a microrobot, si prefiggono di innovare il mondo della salute.

Il progetto VSoft Pro di Antonio Bicchi

Antonio Bicchi è un pioniere della protesica robotica soffice, con l’ideazione della mano poliarticolata SoftHand, e coordina il Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation Lab all’IIT di Genova. Con il progetto VSoftPro mira allo sviluppo di una protesi di braccio in grado di riprodurre le caratteristiche dell’arto umano, secondo i principi biologici della soft robotics. E si avvale della collaborazione della pmi innovativa qbrobotics, nata nel 2012 come startup dell’IIT.

La progettazione della protesi per gli arti superiori sarà anticipata da indagini preliminari con gli utenti, affinché il design risponda alle loro esigenze e riesca a consentire interazioni sicure e naturali. Sarà munita di un controllo intuitivo, permettendo agli utenti di gestire il loro arto bionico come un’estensione del proprio corpo. 

Il progetto Flora di Valentina Bollati

Migliorare l’estetica urbana e la vivibilità delle città, per tutelare e promuovere la salute dei cittadini è l’obiettivo che si pone il progetto Fora (Fusing LiDAR Observations with Remote-sensing Analysis) guidato da Valentina Bollati.

Bollati è docente di Medicina del lavoro e responsabile dell’EPIGET Lab, il Laboratorio di epidemiologia, epigenetica e tossicologia del dipartimento Scienze Cliniche e di Comunità, all’Università di Milano, e insieme a Elia Biganzoli, docente di Statistica medica, è fondatrice dell’iniziativa INES nella quale si colloca il progetto Flora. L’obiettivo è analizzare con metodi di Ai il legame tra la salute e l’esposoma, ovvero l’insieme di tutte le esposizioni ambientali, comportamentali e occupazionali, non genetiche, cui un individuo è esposto nel corso della sua vita, per integrare alcune informazioni dettagliate sul paesaggio urbano – come spazi verdi, qualità dell’aria, flussi di traffico – con le percezioni dei cittadini. E creare, così, metriche per quantificare la percezione estetica, la vivibilità e la salute urbana, identificando le aree che necessitano di interventi mirati.

Il progetto Spotted di Elisa Cimetta

Il progetto di Elisa Cimetta si propone di sviluppare, invece, uno strumento innovativo per testare i trattamenti dei pazienti affetti da tumore pancreatico, aiutando il personale medico a scegliere le terapie più efficaci per ciascuno. Questo approccio potrebbe colmare il divario tra ricerca e pratica clinica, aprendo la strada a trattamenti oncologici più efficaci e personalizzati per milioni di persone.

Elisa Cimetta è docente al Dipartimento di ingegneria industriale all’Università di Padova. Vincitrice, nel 2017, di  un Erc Starting Grant, con questo progetto vuole creare un modello tridimensionale, altamente realistico, del tumore pancreatico. Modello che non solo riproduce fedelmente l’ambiente tumorale, ma integra anche componenti chiave come cellule immunitarie e di supporto, permettendo test farmacologici più accurati.

Il progetto UniCardioMab di Giulio Cossu

Giulio Cossu è professore di Medicina rigenerativa all’Università di Manchester e group leader all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Già vincitore di due Advanced Grant (nel 2008 e nel 2019) e di un altro Proof of Concept nel 2023, si è aggiudicato questo ulteriore finanziamento europeo per il progetto UniCardioMab dedicato alla cardiomiopatia dilatativa (DCM), che rappresenta la seconda causa più comune di insufficienza cardiaca ed è attualmente trattata con farmaci che mirano a ritardare la necessità di un trapianto di cuore.  Cossu e il suo team si prefiggono di produrre cellule cardiache immortali e invisibili al sistema immunitario direttamente dal cuore per una strategia, innovativa, che potrebbe aprire la strada a un nuovo protocollo clinico, rivoluzionando le terapie per la DCM. Un esempio del potenziale trasformativo della ricerca di frontiera nel rispondere a bisogni clinici ancora insoddisfatti.

Il progetto HySense di Loretta Del Mercato

Loretta Del Mercato è ricercatrice dell’Istituto di Nanotecnologie del Cnr di Lecce. Il suo progetto riguarda invece la realizzazione di sensori innovativi per lo studio dei parametri fisiologici legati al metabolismo cellulare e alla risposta ai farmaci in tumori complessi ed eterogenei. Sensori che funzionano come strumenti ottici a fluorescenza, e sono capaci di monitorare il consumo di ossigeno e l’acidificazione cellulare utilizzando apparecchiature di laboratorio comuni. A differenza delle tecnologie e kit esistenti, i sensori “HySense” sono facili da preparare e utilizzare offrendo nuove opportunità per laboratori diagnostici e studi metabolici avanzati. La tecnologia sarà testata su modelli di cancro colorettale, grazie alla collaborazione con l’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Parallelamente, ne verrà esplorato il potenziale commerciale per il suo impiego in diversi settori, dalla ricerca clinica traslazionale al monitoraggio ambientale.

Il progetto Stellar di Laura Fabris

SERS-based Technology for EarLy Liquid biopsy Analysis and Recognition. Questo il nome per estesto del progetto di Laura Fabris, docente al Dipartimento scienza applicata e tecnologia del Politecnico di Torino, che si pone la sfida di riuscire a diagnosticare precocemente il tumore alla prostata, e successivamente molti altri tumori, sfruttando tecnologie avanzate come la spettroscopia raman potenziata (SERS) e l’intelligenza artificiale.

Obiettivo del progetto è di rilevare frammenti di microRNA tumorali attraverso semplici analisi del sangue, offrendo quindi un metodo non invasivo, accessibile e preciso per identificare biomarcatori specifici del cancro e conseguentemente diagnosticare precocemente i tumori. L’ambizione di Fabris e del suo gruppo di ricerca è di superare le attuali limitazioni della diagnostica oncologica, eliminando la necessità di esami dolorosi e invasivi, riducendo costi e tempi di analisi, e rendendo quindi la tecnologia alla portata di un numero maggiore di pazienti. Il progetto prevede lo sviluppo di un sistema che combina una piattaforma di rilevamento, basata su substrati potenziati da nanoparticelle d’argento, e algoritmi di Ai per analizzare i dati. Un sistema che auspicabilmente aprirà nuove prospettive per la medicina personalizzata e per i dispositivi medici integrati con l’intelligenza artificiale.

Il progetto SoftInvaders di Stefano Palagi

Con il progetto SoftInvaders, invece, Stefano Palagi mira a sviluppare microrobot in grado di penetrare dentro i tessuti tumorali per attivare procedure mediche mini invasive. Palagi è professore associato di bioingegneria all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Partendo dai risultati del progetto Erc Celloids, nell’ambito del quale il suo team ha progettato microrobot ultra-soffici che possono muoversi in spazi molto ristretti, grazie al nuovo finanziamento Palagi intende esplorare il potenziale di questi microrobot quali nuova frontiera della medicina mini invasiva. Grazie infatti alla loro capacità di adattare la propria forma all’ambiente esterno, i microrobot potrebbero raggiungere zone impervie del nostro corpo, infilandosi anche nei minuscoli interstizi dei tessuti biologici. In particolare Palagi si concentrerà su modelli di tumore al seno, pancreas, polmone e colon. L’obiettivo? «Questo potrebbe portare a un innovativo sistema di somministrazione localizzata di terapie anti-tumorali che ne aumenti l’efficacia e ne riduca drasticamente gli effetti collaterali».

Il progetto Clear di Miriam Serena Vitiello

Si chiama Clear (Chip scaLE terAheRtz dual-comb system) il progetto coordinato da Miriam Serena Vitiello dell’Istituto Nanoscienze del Cnr di Pisa. Il suo obiettivo è sviluppare dispositivi miniaturizzati che emettono radiazione di frequenza nel lontano infrarosso. Compatti, economici e a basso consumo energetico, potranno avere molteplici applicazioni: dalla spettroscopia alle comunicazioni wireless, dalla diagnostica medica (per esempio l’analisi del respiro) al monitoraggio ambientale e industriale, fino alla bio-spettroscopia delle proteine e alla sicurezza, grazie alla possibilità di identificare sostanze pericolose come esplosivi.

Keypoints

  • Annunciati i 134 progetti vincitori del bando Erc Proof of Concept 2024
  • 15 progetti finanziati in Italia, il paese con il maggior numero di progetti sovvenzionati, insieme a Germania e Paesi Bassi
  • L’obiettivo è trasformare la ricerca in innovazione concreta, portando i risultati al mercato
  • Ogni progetto riceve 150.000 euro per 18 mesi

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