Sono 9 i finanziamenti ERC in ambito Life Science assegnati a giovani ricercatori e ricercatrici di talento che condurranno i loro progetti in Italia.
Tra loro Samuele Ferrari e Attya Omer in forze all’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-TIGET), Ivana Trapani dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (TIGEM) di Pozzuoli, Irene Franco, project leader presso la Molecular Genetics of Renal Disorders Unit dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Alessio Malfanti, ricercatore all’Università di Padova, e Carolina Greco dell’Humanitas University.
ERC Starting Grants
Il Consiglio europeo della ricerca (ERC) è la principale organizzazione europea che finanzia l’eccellenza scientifica e sostiene la ricerca innovativa. In particolare, gli ERC Starting Grants supportano – con un finanziamento che può arrivare a 1,5 milioni di euro per singolo progetto per un periodo di 5 anni – ricercatori e ricercatrici all’inizio della loro carriera, che hanno un CV promettente e già ottenuto risultati eccellenti.
In Italia 9 progetti di eccellenza nel campo Life Science
Su un totale di 3474 proposte, il Consiglio europeo della ricerca ha annunciato l’assegnazione di 494 Starting Grants per un totale di circa 780 milioni di euro a sostegno della ricerca all’avanguardia in una vasta gamma di campi, dalle scienze della vita e dalle scienze fisiche alle scienze sociali e umanistiche. Il 44% dei fondi quest’anno è stato assegnato a ricercatrici, quota in aumento rispetto agli anni precedenti (erano il 43% nel 2023 e il 39% nel 2022).
L’Italia si aggiudica complessivamente 41 ERC Advanced Grants, posizionandosi, dopo Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Francia, al 5° posto, per progetti finanziati ospitati.
Nove di questi riguardano il campo Life Science e sono progetti che permetteranno di comprendere meglio i meccanismi di diverse malattie e lo sviluppo di nuovi potenziali approcci terapeutici.
IDENTIKIT, il progetto della ricercatrice Irene Franco
Irene Franco, già vincitrice di un finanziamento Marie Skłodowska Curie per svolgere la sua attività di ricerca al San Raffaele, dove è arrivata dalla Svezia, si è aggiudicata l’ERC Starting Grant per il progetto “IDENTIKIT: IDENTIfication and tracking of cancer-prone cells in KIdney Tubules”.
I suoi studi sono focalizzati sull’invecchiamento cellulare, in particolare sulle mutazioni del DNA che si accumulano nelle cellule e possono trasformare le cellule normali in cellule tumorali.
Il progetto esamina il rene, dove è stata identificata una rara popolazione di cellule con un numero di mutazioni molto più elevato rispetto ad altre circostanti. Queste mutazioni sono comuni nei tumori renali e hanno delle caratteristiche specifiche che possono essere utilizzate come “marcatori” per identificare le cellule ad alto rischio di diventare cancerose. Il progetto mira a sviluppare metodi per isolare e studiare queste cellule per capire quali fattori aumentano il rischio di cancro.
Franco, che da un paio di anni coordina un piccolo gruppo di ricerca composto da altri 2 ricercatori, dichiara: «abbiamo messo a punto alcune tecniche innovative e ottenuto ottimi risultati, e adesso siamo pronti per applicare i nostri metodi su una scala più ampia».
ResolVE-XAS, il progetto del ricercatore Samuele Ferrari
Il Progetto di Samuele Ferrari è “ResolVE-XAS – Addressing Unknowns and Unmet Needs of VEXAS Syndrome by Multiomics Clonal Tracking and Targeted Gene Editing”. Progetto che mira a studiare il DNA e il comportamento delle cellule nei pazienti con sindrome VEXAS, che insorge a seguito di una modifica delle cellule staminali ematopoietiche, utilizzando moderne tecniche di editing genetico. L’obiettivo è comprendere meglio questa malattia scoperta di recente e ancora poco conosciuta, che colpisce gli anziani causando infiammazione in diversi organi, e sviluppare nuovi modi per curarla o prevenirla.
Le cellule staminali del sangue sono cellule speciali del nostro midollo osseo che producono per tutta la vita tutti i diversi tipi di cellule del sangue di cui il nostro corpo ha bisogno per funzionare correttamente. Con l’avanzare dell’età, queste cellule possono accumulare mutazioni nel loro DNA, creando uno squilibrio che può portare a malattie come il cancro e l’infiammazione cronica.
«Ottenere l’ERC Starting Grant è per me grande motivo di orgoglio. Al San Raffaele, prima come studente e poi come ricercatore, ho avuto il privilegio di imparare dai migliori e di ricevere la loro fiducia. Adesso è il momento, grazie a questo prestigioso riconoscimento, di mettere in campo tutto ciò che mi è stato trasmesso. È un ‘nuovo inizio’, con l’opportunità e la responsabilità di sviluppare nuove linee di ricerca per comprendere alcune patologie e sviluppare terapie migliori» commenta Ferrari.
eHSCT, il progetto della ricercatrice Attya Omer
Attya Omer, anche lei già vincitrice di un finanziamento Marie Skłodowska Curie per fare ricerca al San Raffaele dove è arrivata dagli Stati Uniti, è impegnata a rendere il trapianto di cellule staminali ematopoietiche un’opzione più sicura ed efficace per una gamma più ampia di pazienti. Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche è un trattamento potente che può curare gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, sostituendo le cellule danneggiate con quelle sane. Tuttavia, in genere è riservato ai casi più critici a causa di numerose sfide, sia di tipo clinico che tecnico.
Una delle principali difficoltà risiede nel raccogliere un numero sufficiente di cellule staminali sane, poiché il processo che porta le cellule a migrare dal midollo osseo al flusso sanguigno non è sempre efficace. Anche dopo aver raccolto e infuso le cellule con successo, le staminali sane devono migrare nuovamente nel midollo osseo e iniziare a produrre nuove cellule del sangue, ma molte di esse non riescono a farlo, portando a risultati del trattamento meno efficaci.
Con il suo progetto “eHSCT – Harnessing Hematopoietic Stem Cell Breakthroughs to Pioneer Advances in Transplantation Therapies”, Omer vuole affrontare queste sfide concentrandosi sul miglioramento del comportamento delle cellule staminali, studiando modi per implementare la loro capacità di migrare e integrarsi con successo nel midollo osseo.
GLIOMERS, il progetto del ricercatore Alessio Malfanti
La ricerca di Alessio Malfatti è focalizzata sull’immunoterapia contro il cancro. Con il progetto “GLIOMERS Leveraging Polymer Therapeutics as Nanomedicine for Local Glioblastoma Immunotherapy” mira a sviluppare una nuova classe di nanomedicine (medicine dal diametro di pochi nanometri, un milione di volte più piccolo di un millimetro) a base di polimeri, somministrabili direttamente nel glioblastoma e capaci di penetrare il tumore. Con GLIOMERS, Malfatti si prefigge di contribuire a migliorare l’efficacia immunoterapeutica dei trattamenti per i pazienti con questo cancro cerebrale.
Il suo approccio integra biologia, chimica, medicina e nanotecnologia per lo sviluppo mirato di sistemi di somministrazione di farmaci in siti patologici. Ha costruito la sua esperienza lavorando in cinque gruppi di ricerca internazionali in quattro diversi paesi (Italia, Spagna, Israele e Belgio) e recentemente il suo interesse di ricerca si è concentrato sulla progettazione di nanomedicine polimeriche per il trattamento del cancro cerebrale (come per esempio il glioblastoma) ma anche di malattie infiammatorie croniche intestinali.
CODE-HEART, il progetto della ricercatrice Carolina Greco
«Con CODE-HEART voglio cambiare la nostra comprensione dello scompenso cardiaco come malattia sistemica, che colpisce il metabolismo di tutto l’organismo, e aprire la strada alla ricerca di nuovi approcci terapeutici». Non può che essere entusiasta e soddisfatta Carolina Greco, ricercatrice di Humanitas University e responsabile del laboratorio di Metabolismo Circadiano di Humanitas, per il riconoscimento ricevuto dall’ERC. Con il suo progetto di ricerca mira a fare luce su una malattia che, nonostante sia il punto di arrivo di molte patologie cardiovascolari e colpisca circa 60 milioni di persone nel mondo – oltre il 10% della popolazione italiana sopra i 65 anni – resta ancora poco compresa e senza terapie efficaci. Nello scompenso cardiaco il cuore non riesce a pompare sangue in modo efficiente come dovrebbe.
Invece di concentrarsi su cosa avviene nel cuore, il gruppo guidato da Greco indagherà il modo in cui lo scompenso cardiaco modifica il metabolismo di tutto l’organismo e altera il funzionamento dei cosiddetti “orologi circadiani”, ovvero le proteine che tengono il tempo all’interno delle cellule e mantengono i diversi organi sincronizzati tra loro e con l’alternarsi giorno-notte.
NextGeneTx, il progetto della ricercatrice Ivana Trapani
Ivana Trapani del TIGEM di Pozzuoli ha vinto l’ERC Starting Grant con il progetto “NextGeneTx, Next generation versatile and effective AAV-mediated large gene delivery”. Un progetto ambizioso che si prefigge di superare una criticità della terapia genica in vivo che utilizza vettori derivati da virus adeno-associati AAV: la loro capacità di carico limitata che ha impedito finora l’applicazione di questi vettori per il trattamento di malattie ereditarie causate da mutazioni in geni di grandi dimensioni.
«I finanziamenti erogati da ERC premiano la ricerca di eccellenza dei nostri Istituti TIGEM e SR-TIGET e confermano il profondo valore che questa porta alla comunità dei pazienti affetti da malattie genetiche rare. Ancora una volta, è stato premiato il grande impegno profuso da giovani talentuosi che saranno il futuro della ricerca e che hanno tutte le potenzialità e le opportunità per essere i protagonisti di importanti innovazioni anche in termini terapeutici nell’area delle malattie genetiche rare. Questi finanziamenti sono, inoltre, la dimostrazione della forte e riconosciuta competitività dei nostri Istituti, anche alla luce della piccola percentuale di progetti che riesce ad ottenerli, e della grande capacità di attrarre i migliori scienziati italiani e internazionali» commenta Celeste Scotti, direttore Ricerca e Sviluppo di Fondazione Telethon.
GLP1RES, il progetto della ricercatrice Elisa Araldi
Docente di Biochimica all’Università di Parma, Elisa Araldi si è aggiudicata l’ERC Starting Grant per il progetto “Hormone-Induced Resistance to GLP-1 Receptor Agonists in Diabetes: Unraveling the Molecular Complexities” incentrato sullo studio dei fattori che determinano l’efficacia del trattamento con farmaci antidiabetici GLP-1RA. Sono farmaci che hanno rivoluzionato il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e dell’obesità. Tuttavia, alcuni pazienti non rispondono o sviluppano resistenza al trattamento.
Araldi – che prima di arrivare a Parma ha svolto attività di ricerca negli Stati Uniti, all’Harvard Medical School, alla New York University e alla Yale University, oltre che all’ETH di Zurigo e alla Johannes Gutenberg University di Magonza – cerca di prevenire questa importante sfida clinica combinando gli approcci sperimentali e computazionali.
FEEDRES, il progetto della ricercatrice Camilla Sguotti
Ecologa marina, Camilla Sguotti con il progetto “Feedback mechanisms approach to resolve regime shifts in ecological systems” studierà l’impatto di pressioni esterne, come l’aumento delle temperature, sugli ecosistemi marini. I cambiamenti che inducono una riorganizzazione irreversibile degli ecosistemi naturali vengono definiti in ecologia cambiamenti di regime e hanno importantissime ripercussioni sul sistema socio-economico. Sguotti studierà i cambiamenti di regime in
ecosistemi complessi come il Mar Mediterraneo per migliorare anche la gestione futura delle risorse.
Dopo aver trascorso 6 anni ad Amburgo, tra PhD e PostDoc, a studiare con metodi statistici gli impatti delle pressioni antropiche, in particolare pesca e cambiamenti climatici, su popolazioni ed ecosistemi marini, Sguotti è rientrata in Italia, all’Università di Padova, nel 2022.
GEMREX, il progetto del ricercatore Andrea Cortese
Si chiama GEMREX il progetto con cui Andrea Cortese si è aggiudicato il riconoscimento e il sostegno dal Consiglio europeo della ricerca. GEMREX sta per “Genomic observation and perturbation: genetic modifiers to untangle disease mechanisms of RFC1 repeat expansion”.
Neurologo e ricercatore al Dipartimento di scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’ateneo di Pavia e Fondazione Mondino, Cortese studia il ruolo dell’autoimmunità, dei fattori genetici e ambientali nelle malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale e periferico. Dopo aver contributo a definire il fenotipo clinico e il ruolo patogenetico dell’autoimmunità in alcune malattie neurologiche immuno-mediate, negli ultimi anni ha identificato nuovi geni e meccanismi di malattia. In particolare ha identificato l’espansione del gene RFC1 alla base della CANVAS (Cerebellar Ataxia with Neuropathy and Vestibular Areflexia Syndrome), rara malattia neurologica, ampliando il numero delle malattie genetiche a eziologia nota.