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Dalla cura del diabete alla perdita di peso, tutti pazzi per i farmaci agonisti del GLP-1

Perché ne stiamo parlando
Gli agonisti del GLP-1 sono farmaci innovativi noti per la gestione di obesità e diabete. I loro benefici si sono recentemente estesi e ora sono in sperimentazione per malattie neurodegenerative. In Italia il loro uso è soggetto a restrizioni e costi elevati ma il mercato, a livello globale, potrebbe raggiungere i 70 miliardi di valore.

Una sorta di “jolly terapeutico”, capace di affrontare molteplici condizioni. È la classe di farmaci basati sugli agonisti del GLP-1, inizialmente sviluppata per il controllo del diabete di tipo 2, e diventata celebre quanto una pop star soprattutto tra chi vuole perdere peso.

Gli agonisti del GLP-1 aiutano a regolare i livelli di glucosio nel sangue e influenzano anche l’appetito, aumentando il senso di sazietà e riducendo fame e l’assunzione di cibo, per questo l’FDA americana ha dato l’ok al suo utilizzo anche contro l’obesità. Non solo, questi farmaci multifunzionali stanno dimostrando benefici su organi e sistemi diversi.

I mille impieghi recenti di questi farmaci

Il farmaco a base di semaglutide, un agonista del recettore GLP-1, ha dimostrato in uno studio la capacità di ridurre eventi cardiovascolari in pazienti obesi o in sovrappeso senza diabete ma con malattie cardiovascolari preesistenti: una somministrazione settimanale ha ridotto del 20% l’incidenza di morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale rispetto al placebo, durante un follow-up medio di 39,8 mesi. Lo scorso marzo la FDA ha esteso le indicazioni terapeutiche di questo farmaco anche per ridurre i rischi di problemi cardiaci in queste popolazioni. E a poche settimane dalla decisione del regolatore americano, un altro studio ha dimostrato che in pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica il semaglutide riduce del 24% il rischio di eventi renali maggiori, rallenta la perdita di funzionalità e diminuisce la mortalità; il farmaco a base di tirzepatide, un altro agonista dei recettori GIP e GLP-1, nel trattamento (OSA) ha ridotto significativamente l’indice di apnea-ipopnea in pazienti obesi con apnea ostruttiva del sonno, del 63% rispetto al placebo.

La riduzione della probabilità di tumori e gli studi sulle malattie neurodegenerative

Un recente studio sostiene che l’assunzione di agonisti del recettore GLP-1 potrebbero offrire benefici nella riduzione del rischio di alcuni tumori associati all’obesità nei pazienti con diabete di tipo 2. Risultati che però, sottolineano gli autori, vanno confermati con ulteriori studi. E ci sono studi clinici in corso per valutare gli eventuali benefici degli agonisti dei recettori GLP-1 per i pazienti con Parkinson e Alzheimer nelle fasi iniziali.

Mercato a 70 miliardi

L’attenzione di questi farmaci è soprattutto concentrata ora sulle persone con obesità e comorbilità, ma altrettanto evidente è l’importanza dell’utilizzo off-label per la perdita di peso.

All’inizio di quest’anno, il mercato globale dei farmaci anti-obesità ha raggiunto i 6 miliardi di dollari su base annua, e quello di questi agonisti del GLP-1, farmaci così versatili e promettenti, già vendutissimi, aumenterà in maniera esponenziale: se si guarda solo ai benefici contro il diabete e l’obesità, gli analisti prevedono che nel 2031 il mercato degli agonisti del GLP-1 raggiungerà 70 miliardi di dollari. Nel dettaglio, questi farmaci saranno prescritti per oltre il 40% dei pazienti diabetici e per almeno una persona su quattro con obesità. Un mercato che attira tutti i Paesi, compresa la Cina che ha in corso una fase III.

Alcune ombre sugli effetti collaterali a lungo termine

Rimane da vedere quali sono gli effetti di questi farmaci a lungo termine. Mentre si attendono studi di follow up solidi e utilizzabili per valutazioni, alcuni studi gettano tuttavia alcune ombre, è il caso ad esempio di una ricerca che ha analizzato le segnalazioni di eventi avversi tumorali associati all’uso di agonisti del recettore GLP-1, evidenziando un aumento delle segnalazioni di tumori tiroidei e pancreatici in pazienti trattati con questi farmaci; gli autori sottolineano che tali risultati non stabiliscono una relazione causale, ma indicano la necessità di ulteriori studi.

Accessibilità e disponibilità in Italia

In Italia, il farmaco con semaglutide è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) esclusivamente per il trattamento del diabete di tipo 2 in adulti non adeguatamente controllati, sia come monoterapia, sia in combinazione con altri farmaci per il diabete.

Per il trattamento dell’obesità, nonostante l’approvazione dell’AIFA sulla base della valutazione dell’EMA, il farmaco non è rimborsabile dal SSN e rimane disponibile solo a pagamento, con un costo che va da 170 a 300 euro circa, a seconda del dosaggio. L’AIFA da tempo sta segnalando che l’utilizzo off-Label ha portato ad una carenza del farmaco nelle farmacie, che scompare dagli scaffali lasciando spesso sprovvisti i pazienti diabetici.

Lo scorso ottobre il regolatore italiano ha dato il via libera all’immissione in commercio del tirzepatide, indicato per il trattamento del diabete di tipo 2, dell’obesità e del sovrappeso associato ad almeno una comorbidità; il farmaco è stato incluso nella classe Cnn (classe C non negoziata), cioè quei farmaci di cui non è stata ancora data la rimborsabilità dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Per il tirzepatide si parte dai 350 euro a confezione, ma anche qui il prezzo è variabile.

Il futuro di questi farmaci, in Italia come altrove, sembra legato ad una sfida duplice: da un lato, garantire l’accesso equo e sostenibile a queste terapie innovative, e dall’altro, approfondire con studi a lungo termine i potenziali rischi e benefici per sfruttarne al meglio il promettente potenziale terapeutico.

Keypoints

  • Gli agonisti del GLP-1, originariamente sviluppati per il diabete di tipo 2, offrono benefici per perdita di peso e miglioramenti cardiovascolari, renali e metabolici
  • Potenziali applicazioni includono trattamenti per Parkinson e Alzheimer, attualmente in fase di studio
  • Il semaglutide riduce del 20% il rischio di morte per eventi cardiovascolari e del 24% il rischio di eventi renali maggiori
  • Il mercato globale ha raggiunto i 6 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe arrivare a 70 miliardi entro il 2031
  • In Italia, il semaglutide è rimborsabile solo per il diabete di tipo 2, mentre per l’obesità è disponibile solo a pagamento (220-294 euro); il tirzepatide costa tra 346 e 623 euro
  • Restano incertezze sugli effetti a lungo termine, con segnalazioni preliminari di un aumento del rischio di tumori tiroidei e pancreatici, che necessitano di ulteriori studi

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