Due farmaci di recente approvazione che aiutano i diabetici a gestire il livello di zucchero nel sangue e che vengono prescritti off-label per la perdita di peso, sono ora sotto i riflettori. Una querela è partita contro le case produttrici che non avrebbero avvertito adeguatamente del rischio di queste sostanze di causare gravi lesioni gastrointestinali. Gli avvocati che stanno seguendo la querela hanno dichiarato di aspettarsi migliaia di casi simili, e di essere solo all’inizio di una serie di denunce. La questione è legata al fatto che sulle etichette dei farmaci non c’è nulla che avverta in maniera specifica contro la possibile comparsa di gastroparesi, la condizione diagnosticata alla donna che ha sporto querela. Mentre alcuni studi (ma la letteratura non è vasta in merito) attestano che questa classe di farmaci provocherebbe un ritardo nell’evacuazione gastrica, la Società Americana degli Anestesisti (l’American Society of Anesthesiologists) ha chiesto di sospenderli prima di interventi chirurgici e di svolgere ulteriori approfondimenti sulla relazione tra essi e l’anestesia. La donna ha denunciato che i sintomi di gastroparesi non sono passati neppure dopo mesi dalla sospensione dei farmaci. Sembrerebbe dunque che ci siano ancora aspetti da comprendere a fondo attorno alla loro azione e alle conseguenze sull’organismo.
L’accusa (tutta da dimostrare, ancora)
Va tutto ancora dimostrato e per il momento ci limitiamo qui a riportare la notizia. Secondo la querela, o produttori non avrebbero adeguatamente avvertito i pazienti del possibile rischio di gravi problemi allo stomaco associati ai loro farmaci: questa l’accusa contenuta nella querela presentata mercoledì 2 agosto contro due aziende farmaceutiche da una paziente americana di 45 anni. I farmaci in questione sono Ozempic (semaglutide) dell’azienda Novo Nordisk, approvata dall’FDA nel 2017 e Mounjaro (tirzepatide) di Eli Lilly, approvata nel maggio dello scorso anno. Secondo la denuncia riportata dalla donna, che aveva assunto entrambi i farmaci per dimagrire, essi causarebbero gastroparesi, come ipotizzato dai medici della paziente. La donna ha dichiarato di essere stata ricoverata per problemi allo stomaco in diverse occasioni, incluso il ricorso al pronto soccorso; di aver subito la caduta di denti a causa di vomito eccessivo, e di aver dovuto assumere farmaci aggiuntivi per alleviare la condizione anche ad un anno dalla sospensione dei medicinali, e di vomitare cibi interi ore dopo aver mangiato. I medici della donna per diversi mesi non avevano collegato l’assunzione di questi farmaci con i gravi disturbi manifestati.
L’uso di questi farmaci per dimagrire
I due farmaci fanno parte di una nuova classe di medicinali conosciuti come agonisti del recettore GLP-1 e vengono prescritti a persone con diabete di tipo 2 per gestire i livelli di zucchero nel sangue. Ma è ormai diffuso anche il loro uso off-label per la perdita di peso. Mentre gli avvocati della donna affermano di aver già incontrato circa 400 persone (tutte hanno dichiarato di avere subito lesioni gastrointestinali causate dai farmaci) e di attendersi migliaia di casi simili, le aziende produttrici Novo Nordisk e Eli Lilly sono ora chiamate a rispondere Ilcaso ha sollevato un’ondata di reazioni.
La gastroparesi
La gastroparesi, un termine che indica la “paralisi dello stomaco”, è una condizione che rallenta o blocca il movimento del cibo dallo stomaco all’intestino, ed è caratterizzata da una serie di sintomi, tra cui nausea e vomito, gonfiore e sazietà precoce, insieme a possibili dolori addominali superiori. Questi sintomi derivano da un ritardo nell’evacuazione gastrica, ma senza alcuna ostruzione meccanica. La stasi si verifica a causa di disfunzioni nel normale funzionamento motorio del tratto gastrointestinale. La condizione può essere causata da problemi medici sottostanti; una delle cause più comuni è il diabete, ma le altre possibili cause includono infezioni o l’assunzione di alcuni farmaci (come narcotici e antidepressivi), come riportato dall’American College of Gastroenterology.
Il National Center for Biotechnology Information americano richiama a riguardo uno studio condotto presso un centro di cure terziarie che ha categorizzato le eziologie della gastroparesi in 146 pazienti: il 36% è idiopatica, il 29% diabetica, il 13% postchirurgica gastrica, il 7,5% dovuto alla malattia di Parkinson, il 4,8% ai disturbi del tessuto connettivo, il 4,1% a pseudo-ostruzione intestinale e 6% altre cause. La gastroparesi diabetica si può manifestare solo dopo anni dalla comparsa della malattia, come una sua manifestazione cronica.
La gastroparesi non è citata nelle informazioni di prescrizione
La parola gastroparesi non è menzionata nelle informazioni di prescrizione di Ozempic o Mounjaro; tuttavia tra le avvertenze all’uso i farmaci riportano l’effetto del ritardo dello svuotamento gastrico, poiché ciò può influenzare l’assorbimento di altri medicinali nel corpo. Il semaglutide e il tirzepatide agirebbero infatti imitando un ormone prodotto naturalmente dal corpo, il GLP-1. Il GLP-1 ritarda il passaggio del cibo attraverso lo stomaco, aumentando la sensazione di sazietà in risposta all’assunzione di cibo, e riduce l’appetito, agendo direttamente sui centri di regolazione della fame del sistema nervoso centrale.
Se lo stomaco si rallenta troppo, potrebbe però causare problemi.
Alla BBC Novo Nordisk ha affidato una dichiarazione: “Eventi gastrointestinali sono effetti collaterali ben noti della classe GLP-1. Per il semaglutide, la maggior parte degli effetti collaterali gastrointestinali sono di lieve o moderata entità e di breve durata. Si sa che i GLP-1 causano un ritardo nel vuotamento gastrico, come indicato nell’etichetta di ciascuno dei nostri farmaci GLP-1 RA. I sintomi di ritardo nel vuotamento gastrico, nausea e vomito sono elencati come effetti collaterali.” Alla CBS News Eli Lilly ha dichiarato: “La sicurezza del paziente è la massima priorità di Lilly, e ci impegniamo attivamente nel monitorare e segnalare le informazioni sulla sicurezza per tutti i nostri medicinali”.
In uno studio del 2017 pubblicato su Lancet, il dottor Michael Camilleri, gastroenterologo della Mayo Clinic (lo studio era in collaborazione con Novo Nordisk), ha valutato il Liraglutide, un agonista del recettore GLP-1, approvato per il trattamento dell’obesità, i cui meccanismi d’azione erano ancora poco compresi. Il medico ha valutato gli effetti del liraglutide rispetto al placebo sulle funzioni motorie dello stomaco, la sazietà e il peso in 40 persone obese per 16 settimane. Rispetto al placebo, il liraglutide ha ritardato l’evacuazione gastrica, a 5 settimane, con una mediana di 70 minuti contro i 4 minuti dei pazienti che non avevano assunto il farmaco (placebo); ma questo era solo il ritardo medio: in alcuni pazienti che assumevano liraglutide, il tempo necessario del cibo per lasciare lo stomaco era di 151 minuti, ovvero più di due ore e mezza. Era stata registrata anche una perdita di peso significativamente maggiore nel gruppo del liraglutide rispetto al gruppo del placebo, così come il senso di sazietà. La nausea era stata l’evento avverso più comune nel gruppo del liraglutide (12 su 19) rispetto al placebo (4 su 21).
Il mese scorso, l’American Society of Anesthesiologists ha avvertito che i pazienti dovrebbero interrompere questi farmaci una settimana prima di un intervento chirurgico perché possono aumentare il rischio che le persone rigurgitino il cibo durante un’operazione, anche se hanno seguito il digiuno come indicato.
“Attualmente mancano dati scientifici su come gli agonisti del recettore del GLP-1 influenzino i pazienti sottoposti a interventi chirurgici e interagiscano con l’anestesia, ma abbiamo ricevuto segnalazioni che il ritardo dello svuotamento gastrico potrebbe essere associato a un aumento del rischio di rigurgito e aspirazione di cibo nelle vie aeree e nei polmoni durante l’anestesia generale e la sedazione profonda”. La Società Americana in una nota a firma del presidente ha poi invitato a “effettuare ulteriori ricerche sugli effetti dei farmaci agonisti del GLP-1 e dell’anestesia.” In effetti la questione è delicata, basti pensare che se lo stomaco e l’esofago possono gestire i succhi digestivi acidi che si mescolano con il cibo, i polmoni non sono in grado di farlo.
Ma tutte queste osservazioni un paziente che assume farmaci simili per perdere peso non le può fare, e il rischio che sottovaluti la cosa e non informi un medico, ad esempio prima di un intervento chirurgico, è alto. A ciò si aggiunge il fatto che la donna che ha presentato querela negli Stati Uniti ha dichiarato che i sintomi di paresi gastrica sono “inspiegabilmente” proseguiti dopo aver cessato l’assunzione di semaglutidee e di tirzepatide. La Dott.ssa Meera Shah, endocrinologa presso la Mayo Clinic, ha dichiarato alla CBS News: “Non è chiaro come questi farmaci, quando prescritti per la perdita di peso, influenzino il corpo dopo anni di utilizzo. C’è molta eccitazione riguardo a quanto siano efficaci, e certamente sono molto buoni, ma c’è un po’ di incertezza riguardo al lungo termine. Arriverà il momento in cui il tuo corpo non risponderà più ad essi? Non lo so.”
È ancora presto per esprimersi, di certo queste querele non vanno sottovalutate, e a quanto pare la stessa comunità scientifica è concorde nel ritenere utile ulteriori approfondimenti sugli effetti generali di questi farmaci. Ci impegneremo a seguire il tema e faremo approfondimenti su questi farmaci e sul loro utilizzo.