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Via libera dalla FDA a donanemab, il secondo farmaco per combattere l’Alzheimer ora sul mercato

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L’FDA ha approvato donanemab, che ha mostrato risultati positivi nel rallentare il declino cognitivo legato all’Alzheimer. Preoccupano però gli effetti collaterali, incluse le microemorragie cerebrali. La richiesta di approvazione in Europa è in corso, con una possibile disponibilità nel 2024 o 2025.

Via libera dalla FDA a donanemab, il secondo farmaco per combattere l’Alzheimer ora sul mercato

L’FDA americana ha dato l’approvazione ad Eli Lilly per la commercializzazione del suo farmaco contro l’Alzheimer, donanemab, battezzato Kisunla. L’approvazione, attesa da tempo, era inizialmente prevista per la fine dello scorso anno ma è stata ritardata due volte a causa di discussioni sulla sicurezza e l’efficacia del farmaco. Il mese scorso, un comitato consultivo indipendente ha votato all’unanimità che i benefici del farmaco superano i suoi rischi, aprendo la strada all’approvazione definitiva della FDA. La decisione rappresenta una svolta significativa per i pazienti affetti da Alzheimer e le loro famiglie, che avranno accesso a un nuovo trattamento che, sebbene non possa curare la malattia, può rallentare il declino cognitivo. Questo segna anche l’inizio di una competizione tra Eli Lilly ed Eisai e Biogen, che hanno già ottenuto l’approvazione per il loro trattamento Leqembi lo scorso anno. Bisognerà ora vedere se, con un competitor, le difficoltà di rimborso (già riscontrate con Leqembi) e le preoccupazioni legate agli effetti collaterali, questa terapia, che presenta comunque diversi aspetti innovativi, potrà raggiungere tutti i pazienti che ne hanno bisogno. Una terapia simile, aducanumab, è stata ritirata recentemente dal mercato dall’azienda produttrice per ragioni economiche.

Meccanismo di azione della terapia: si rallenta il declino cognitivo

Kisunla funziona prendendo di mira le placche amiloidi nel cervello, accumuli di proteine associati ai sintomi dell’Alzheimer. La rimozione di queste placche mira a rallentare la progressione del declino cognitivo. Questo meccanismo di azione è simile a quello degli altri farmaci approvati, come Leqembi (lecanemab) e Aduhelm (aducanumab), quest’ultimo, come detto, ritirato dal mercato, ma con alcune differenze chiave nel modo in cui le placche vengono bersagliate e nel regime di somministrazione. Mentre Leqembi prende di mira le placche nella fase iniziale della loro formazione, Kisunla si lega a loro dopo che si sono già agglomerate. Kisunla viene somministrata mensilmente, mentre Leqembi richiede infusioni ogni due settimane. Inoltre, il regime di trattamento di Kisunla è limitato nel tempo: alcuni pazienti possono interrompere il trattamento dopo aver raggiunto una riduzione significativa delle placche amiloidi, potenzialmente riducendo i costi e la frequenza delle infusioni.

Risultati positivi dei trials hanno convinto l’FDA

I risultati dello studio clinico di Fase III TRAILBLAZER-ALZ 2 sono stati fondamentali per l’approvazione del farmaco. Nei pazienti con sintomi iniziali dell’Alzheimer, il trattamento con Kisunla ha rallentato il declino cognitivo del 35% nei pazienti con un livello intermedio di tau. Inoltre, il 47% dei pazienti trattati con Kisunla non ha subito alcun declino significativo dopo un anno, rispetto al 29% nel gruppo placebo. La terapia ha dimostrato di ridurre le placche amiloidi del 61% a sei mesi, dell’80% a 12 mesi e dell’84% a 18 mesi.

Effetti negativi della terapia: il rischio di emorragia cerebrale

Nonostante i benefici offerti da Kisunla nel rallentare il declino cognitivo nei pazienti con Alzheimer, la terapia presenta anche alcuni effetti collaterali significativi. I più preoccupanti sono le anomalie di imaging correlate all’amiloide, che possono manifestarsi come gonfiore cerebrale (ARIA-E) e microemorragie (ARIA-H). Nello studio di Fase III TRAILBLAZER-ALZ 2, il tasso di ARIA-E è stato rilevato nel 24% dei pazienti trattati con Kisunla, rispetto al 12,6% dei pazienti trattati con Leqembi. Per quanto riguarda l’ARIA-H, è stata riscontrata nel 31,4% dei pazienti trattati con Kisunla, contro il 17,3% dei pazienti trattati con Leqembi. I pazienti che assumono Kisunla hanno mostrato un rischio aumentato di emorragia cerebrale, che può essere fatale. Nell’ambito dello studio clinico, tre decessi sono stati considerati correlati all’ARIA provocata dal farmaco. Altri due pazienti sono morti nella fase di estensione in aperto dello studio, sebbene solo uno di questi decessi sia stato ritenuto correlato al farmaco. La FDA ha avvertito che le ARIA possono imitare un ictus ischemico, e ha esortato alla cautela nel trattare i pazienti con questi sintomi poiché i farmaci per l’ictus potrebbero peggiorare l’emorragia cerebrale.

Preoccupazione tra i medici sui rischi e la loro gestione

I medici hanno opinioni contrastanti riguardo all’uso di Kisunla per il trattamento dell’Alzheimer. Un panel consultivo della FDA ha votato all’unanimità a favore della sicurezza e dell’efficacia del farmaco, affermando che i benefici superano i rischi. Nonostante il voto favorevole, gli esperti hanno riconosciuto i rischi associati al trattamento, in particolare l’aumento del tasso di ARIA. L’uso di Kisunla richiede un attento monitoraggio tramite scansioni MRI per rilevare precocemente eventuali ARIA. Questo comporta la necessità di infrastrutture adeguate e personale specializzato per eseguire le scansioni cerebrali regolari e gestire le possibili complicazioni come l’edema cerebrale o l’emorragia, un aspetto che può rappresentare un limite per molti centri sanitari americani.

Il costo della terapia è 32 mila dollari e gli analisti calcolano le vendite in miliardi di dollari entro il 2030

Il costo di Kisunla è stimato a $32,000 per un ciclo di trattamento di 12 mesi. Tuttavia, il costo effettivo varierà in base alla durata del trattamento, poiché alcuni pazienti potrebbero interrompere la terapia dopo aver raggiunto una riduzione significativa delle placche amiloidi. Leqembi, d’altra parte, ha un costo annuale di $26,500 e richiede infusioni ogni due settimane.

Gli analisti prevedono che le vendite combinate dei farmaci per l’Alzheimer potrebbero superare i 10 miliardi di dollari entro il 2030. Tuttavia, l’introduzione di Kisunla potrebbe incontrare sfide iniziali simili a quelle affrontate da Leqembi, come la riorganizzazione del sistema sanitario americano per gestire questi nuovi trattamenti e la copertura assicurativa incostante.

L’approvazione in Europa? Per molti Stati nel 2025

La domanda di autorizzazione alla commercializzazione di Kisunla nell’Unione Europea è in fase di revisione dall’agosto 2023. Sebbene il processo di approvazione dell’EMA possa richiedere fino a 210 giorni, in questo caso sta richiedendo più tempo. È teoricamente possibile che Kisunla venga approvato in Europa entro il 2024, ma i ritardi nell’approvazione del suo predecessore Leqembi rendono difficile fare previsioni precise. Se Kisunla ottenesse l’approvazione europea entro la fine del 2024, potrebbe comunque essere disponibile in alcuni paesi solo a metà del 2025, considerando le diverse tempistiche di approvazione locali.

La bilancia tra benefici e rischi, insieme alla capacità dei sistemi sanitari di adattarsi, determinerà in gran parte il successo del farmaco nel mercato e la sua disponibilità ai pazienti.

Keypoints

  • Eli Lilly ha ottenuto l’approvazione della FDA per il suo farmaco donanemab, commercializzato come Kisunla, per il trattamento dell’Alzheimer
  • L’approvazione è stata ritardata due volte per discussioni sulla sicurezza e l’efficacia, ma un comitato consultivo indipendente ha votato all’unanimità a favore del farmaco
  • Kisunla agisce prendendo di mira le placche amiloidi nel cervello, rallentando il declino cognitivo nei pazienti con sintomi iniziali di Alzheimer
  • Gli studi clinici hanno mostrato che il trattamento con Kisunla ha rallentato il declino cognitivo del 35% nei pazienti con un livello intermedio di tau
  • Il farmaco presenta effetti collaterali significativi, tra cui gonfiore cerebrale e microemorragie, con alcuni casi fatali registrati
  • La FDA ha esortato alla cautela nel trattare i pazienti con questi sintomi poiché i farmaci per l’ictus potrebbero peggiorare l’emorragia cerebrale
  • L’uso di Kisunla richiede un attento monitoraggio tramite scansioni MRI, il che comporta la necessità di infrastrutture adeguate e personale specializzato
  • Il costo stimato per un ciclo di trattamento annuale con Kisunla è di $32,000, e potrebbe ridursi se i pazienti interrompono la terapia dopo una significativa riduzione delle placche
  • La richiesta di autorizzazione alla commercializzazione di Kisunla nell’Unione Europea è in fase di revisione, con una possibile approvazione entro il 2024

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