“Abbiamo voluto sfruttare l’opportunità di costruire da zero un nuovo centro di ricerca per portare valore aggiunto all’ecosistema della ricerca italiana, investendo in tecnologie e competenze in cui l’Italia è attualmente più carente, per poi metterle a disposizione della comunità nazionale di ricerca”. Per Maria Grazia Magro, responsabile strategia e affari scientifici Human Technopole, è questa la mission del primo polo italiano dedicato alla ricerca in Life Science, un settore attualmente molto dinamico a livello globale.
Human Technhopole si trova a Palazzo Italia, il padiglione che rappresentava il nostro paese a Expo 2015. Dopo l’esposizione internazionale, il governo decise di valorizzare il patrimonio di quell’evento, fondando un centro di ricerca innovativo, allo scopo di incentivare la collaborazione e arricchire l’ambito della ricerca scientifica in Italia e in Europa.
La Fondazione Human Technopole è stata istituita secondo la legge del 11 dicembre 2016, n. 232. I membri fondatori includono il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (ora MUR). Riceve finanziamenti pubblici pari a 140 milioni di euro annui, ma può ricevere contributi anche da altri enti pubblici e realtà private.
La Fondazione ha come obiettivo la creazione di un’infrastruttura scientifica e di ricerca multidisciplinare di interesse nazionale, nei settori della salute, genetica, alimentazione e scienza dei dati e delle decisioni. A regime saranno assunte 1.500 persone, inclusi oltre 1.000 scienziati specializzati in vari campi come biologia, bioinformatica, chimica, ingegneria, matematica e informatica. Questi avranno a disposizione oltre 35.000 metri quadrati di laboratori per collaborare su progetti di ricerca biomedica.
Il progetto, lanciato nel 2016, scatenò non poche polemiche. I più critici non vedevano di buon occhio che l’Italia, da sempre avara di investimenti nel campo della ricerca, si facesse carico di un nuovo polo scientifico senza valorizzare quelli già esistenti. Con Maria Grazia Magro abbiamo cercato di capire cosa sta facendo Human Technopole in concreto e come si inserisce nel contesto internazionale.
Come è messa la ricerca italiana in Life Sciences?
“In ambito ‘Life Science’ l’Italia parte da una buona base. La Lombardia in particolare è una regione ad altissima densità di attività scientifica nel campo delle scienze della vita al pari di altre grandi regioni europee come Île de France e Baden-Württemberg in Germania. Qui troviamo un’altissima concentrazione di strutture sanitarie specialistiche e innovative, tra Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), università con facoltà medico-scientifiche e centri di ricerca. I dati annuali pubblicati in occasione dell’assegnazione degli ERC grant della Commissione Europea mostrano che i ricercatori italiani sono tra i principali vincitori di questi prestigiosi finanziamenti. Tuttavia, si può anche notare come spesso i nostri connazionali portino questi finanziamenti presso istituti esteri. Da questo punto di vista l’Italia può ancora migliorare molto per rendere il settore della ricerca più competitivo e attraente offrendo migliori condizioni, finanziamenti e opportunità di crescita. Investire in ricerca ed in particolar modo nella ricerca di base è fondamentale per la crescita e la capacità innovativa di un Paese. Approfondire la conoscenza sul funzionamento dei meccanismi alla base delle nostre cellule e dei processi biologici, infatti, è il primo mattoncino di un lungo processo che può portare, attraverso la ricerca traslazionale e l’applicazione clinica, allo sviluppo di nuovi farmaci e terapie”.
Verso quale direzione punta la ricerca mondiale?
“Negli ultimi anni la ricerca in ambito Life Science è diventata sempre più interdisciplinare, combinando elementi di ricerca più ‘tradizionale’ e pura con nuovi avanzamenti tecnologici e, in particolar modo, informatici. Fare ricerca in ambito biomedico oggi non significa più solo fare attività “wet” in laboratorio o al bancone, ma vuol dire utilizzare approcci computazionali e analisi di dati e immagini per ampliare e collegare tra loro gli ambiti di studio. La quantità di dati ed informazioni a disposizione della ricerca è infatti diventata sempre maggiore. Basti pensare, per esempio, all’uso sempre più capillare di dispositivi per la misurazione dei passi, dei battiti cardiaci o delle abitudini alimentari. O alla diffusione di strumenti quali la tessera sanitaria elettronica che permettono di raccogliere una mole crescente di informazioni sulle condizioni di salute e gli stili di vita della popolazione. Questa enorme raccolta dati, unita ai recenti avanzamenti tecnologici, per esempio nell’ambito della genomica, permetterà ai ricercatori di fare importanti passi in avanti nello sviluppo della medicina personalizzata e di precisione”.
Come si inserisce in questo contesto lo Human Technopole?
“La missione di Human Technopole è quella di migliorare la salute e il benessere delle persone favorendo, con la sua ricerca, lo sviluppo di nuovi approcci di medicina personalizzata che possano permettere di fornire a ciascun individuo la cura più appropriata, evitando trattamenti che possono essere inefficaci o addirittura dannosi per i singoli pazienti. Oggi, infatti, sappiamo che le nostre sequenze di DNA sono identiche al 99.9%, tuttavia reagiamo in modo diverso a determinati farmaci o malattie. Per questo motivo, approfondire ulteriormente il funzionamento dal punto di vista molecolare e le caratteristiche genetiche del nostro organismo è di fondamentale importanza. Nella definizione della struttura di Human Technopole e nell’avvio dei primi progetti e attività di ricerca si è tenuto conto del trend verso interdisciplinarità e multidisciplinarietà che vediamo nel settore life science a livello globale”.
Su cosa avete deciso di puntare?
Ad esempio, abbiamo deciso di puntare sulla creazione di una facility di crio-microscopia – una tecnologia all’avanguardia in rapida diffusione in tutta Europa che permette di osservare a risoluzione quasi atomica la struttura delle molecole. Ancora, ci impegniamo nella promozione di studi genomici di popolazione e su larga scala che in altri Paesi – per esempio il Regno Unito o la Finlandia – hanno già prodotto interessanti risultati sulle caratteristiche genetiche della popolazione con importanti ricadute sulla capacità di prevenzione e cura di alcune malattie”.
Quali potrebbero essere le ricadute sul nostro paese?
“Le scoperte nate dalla ricerca di base possono portare a una ricerca applicata di maggiore impatto, a nuovi prodotti commerciali e alla creazione di nuove aziende, con evidenti implicazioni anche sul mercato del lavoro. Senza istituti di eccellenza che possono portare avanti attività di ricerca ‘curiosity-driven’, l’innovazione e la crescita di un Paese procedono a fatica. Gli interventi di finanziamento pubblico alla ricerca, come nel caso del progetto Human Technopole, rappresentano quindi un importante servizio per il territorio, la comunità scientifica nazionale, e più in generale della società e sono cruciali per stimolare il processo di innovazione del Paese. Ci auguriamo infatti che un progetto come quello di HT possa portare ulteriore prestigio e riconoscimento alla ricerca italiana, favorendo l’attrazione e la circolazione di talenti, creando nuovi posti di lavoro e contribuendo alla creazione di ecosistemi di innovazione, tra cui anche il distretto MIND Milano Innovation District, che portano a loro volta nuove opportunità e nuovi investimenti”.
In che modo si sta evolvendo lo Human Technopole?
“Nel corso degli ultimi mesi HT ha visto il susseguirsi di alcune importanti novità. Innanzitutto, è stata rinnovata la governance della Fondazione e da luglio 2022 è stato nominato un nuovo Presidente – Gianmario Verona – e un nuovo Consiglio di Sorveglianza. In aggiunta, lo scorso febbraio è stato nominato quale Direttore designato il prof. Marino Zerial già direttore e co-fondatore dell’Istituto Max Planck di Biologia Molecolare Cellulare e Genetica di Dresda. I prossimi mesi, quindi, vedranno il consolidamento della nuova leadership di Human Technopole e la definizione del prossimo piano strategico di attività che sarà certamente caratterizzato da una sempre maggiore interdisciplinarità e dall’apertura sempre maggiore alla collaborazione e l’interazione con la comunità di ricerca nazionale e internazionale”.
Lo Human Technopole è un ambizioso tentativo di portare la ricerca italiana nel settore del “Life Science” sulla scena mondiale. Si muove dunque in un contesto difficile, in un paese che per anni ha tagliato gli investimenti in ricerca, e che spera di stimolare un cambio di passo in grado di trattenere le eccellenze italiane e di attrarre cervelli brillanti dall’estero. Se sia dunque giusto o meno, o se sia stato o meno proficuo, che per la sua realizzazione siano state investire risorse pubbliche ce lo dirà solo il tempo. Monitoreremo l’evoluzione di questo polo scientifico, pronti a farne presto un nuovo bilancio