Oncologia di precisione, parte Jane-2: 40 milioni dall'Ue per fare rete contro il cancro

Oncologia di precisione, parte Jane-2: 40 milioni dall’Ue per fare rete contro il cancro

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Michela Moretti

Perché ne stiamo parlando
Lanciato oggi un progetto europeo sull’oncologia a 360 gradi, coordinato dall’Italia tramite l’INT. Con un finanziamento di 40 ml di euro e 121 partner, mira ad implementare sette reti di esperti in oncologia, per promuovere il trasferimento delle innovazioni esistenti nella pratica clinica.

Rendere le tecnologie innovative accessibili in tutta Europa nei prossimi cinque o dieci anni, trasformare l’assistenza delle persone che sopravvivono al cancro, evitare la metà di casi di cancro con efficaci campagne di prevenzione. Sono alcuni degli obiettivi che il progetto europeo Jane-2 cercherà di raggiungere sotto il coordinamento dell’Italia, attraverso l’IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT).

Un progetto da 40 milioni di euro in campo oncologico, che agirà attraverso l’integrazione, nei Sistemi Sanitari, di reti di esperti oncologi, ognuna delle quali dedicata a un’area specifica. Network di specialisti chiamati non a produrre nuova ricerca, ma «a supportare le strutture sanitarie e di ricerca a migliorare l’assistenza complessiva» – facilitando l’adozione di tecnologie omiche innovative e di intelligenza artificiale per l’oncologia di precisione – come precisa il leader del progetto Paolo Giovanni Casali dell’INT, che si troverà a coordinare esperti di 121 istituzioni provenienti dai 29 Paesi europei per i prossimi quattro anni.

I numeri dell’oncologia e le sfide aperte

Se oggi i sopravvissuti al cancro sono cinque volte di più di quanti fossero 40 anni fa, per molti pazienti la sopravvivenza globale a cinque anni è ancora inferiore al 30%. Circa il 50% dei pazienti oncologici può essere curato, mentre l’altro 50% ha bisogno di cure palliative a vari livelli di intensità, ma il loro utilizzo in Europa non è omogeneo. Così come non lo sono le risorse mediche diagnostiche e terapeutiche ad alta tecnologia. E ancora: quasi il 50% di tutti i casi di cancro potrebbe essere prevenuto utilizzando le giuste strategie di prevenzione che spesso tuttavia non sono adeguatamente implementate.

Network per condividere conoscenza e favorire l’adozione di tecnologie innovative

Il rafforzamento della collaborazione e la condivisione delle conoscenze tra gli esperti oncologici europei sono considerati fondamentali per diffondere l’innovazione in tutta Europa, garantendo che in ogni Paese vengano adottate le tecniche e le metodologie più efficaci. Il progetto Jane-2 mira a rendere operative sette reti di esperti, con l’obiettivo di supportare le strutture sanitarie e di ricerca nel miglioramento complessivo dell’assistenza. Queste reti copriranno l’intero spettro dell’oncologia, includendo la prevenzione personalizzata, la sopravvivenza al cancro, le cure palliative, le tecnologie omiche, le risorse mediche ad alta tecnologia, i tumori complessi a prognosi sfavorevole e i tumori negli adolescenti e nei giovani adulti.

Obiettivo: diffondere le risorse mediche ad alta tecnologia

In tema di risorse mediche ad alta tecnologia, obiettivo del progetto, sottolinea l’oncologa clinica danese Julie Gehl è di garantire, attraverso un network europeo di professionisti, che questi progressi possano essere implementati in modo equo in tutta Europa: «Il nostro obiettivo è che queste tecnologie diventino accessibili in tutta Europa in dieci anni», sostiene la coordinatrice del network, che si focalizzerà su sette aree chiave, ciascuna legata a tecnologie innovative per il trattamento e la gestione del cancro, tra cui la terapia con protoni, la chirurgia innovativa, comprese le tecnologie robotiche e minimamente invasive, l’uso dell’intelligenza artificiale, tecniche innovative per distruggere i tumori senza interventi invasivi, terapie cellulari avanzate (es. CAR-T). «Sarà necessaria formazione specialistica a livello europeo per garantire che i professionisti della salute possano utilizzare queste tecnologie in modo efficace, la collaborazione con associazioni di pazienti e il pubblico e una pianificazione strategica a lungo termine».

Tra le azioni, linee guida, programmi di formazione e divulgazione scientifica

Se le tecnologie omiche (genomica, trascrittomica, proteomica e analisi multi-omica, cell-free omics) hanno trasformato la ricerca e la pratica clinica migliorando l’approccio alla medicina di precisione in oncologia, «il nostro obiettivo è favorire l’integrazione di queste tecnologie in tutti i sistemi sanitari europei», sostiene Hélène Antoine-Poirel dell’Istituto nazionale di sanità pubblica del Belgio. Per raggiungere questi obiettivi, il network di esperti si baserà su quattro azioni principali, tra cui lo sviluppo di linee guida, la creazione di programmi di formazione per esperti, medici e operatori sanitari, la promozione della divulgazione scientifica per i pazienti e il pubblico. «Organizzeremo consultazioni tra esperti per identificare le necessità più urgenti nel settore omico e contribuire allo sviluppo di linee guida condivise», sottolinea.

Condivisione di terapie per la sopravvivenza dei pazienti

Con un focus iniziale sul cancro del pancreas e del polmone, il network di expertise per i tumori complessi e a prognosi sfavorevole si concentrerà sull’obiettivo di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con tumori ad alta mortalità, in particolare dei pazienti che hanno una sopravvivenza globale a cinque anni inferiore al 30%. «È fondamentale comprendere le differenze tra i sistemi sanitari europei e proporre strategie concrete», ricorda Iwona Ługowska del Maria Skłodowska-Curie National Research Institute of Oncology di Varsavia. «Collaboreremo con gli altri Work Package per integrare le tecnologie innovative e i trattamenti personalizzati nella pratica clinica perché possono migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti». Si procederà poi alla creazione di un hub educativo per raccogliere e integrare le risorse formative disponibili: «Non solo i medici e i clinici, ma anche i pazienti e i decisori politici devono avere accesso alle informazioni giuste».

Cure palliative da garantire ai pazienti oncologici

Nonostante l’importanza delle cure palliative, il loro ruolo nelle politiche oncologiche europee è stato spesso trascurato. Se un paziente su due non può essere guarito, l’accesso alle cure palliative è fondamentale, e il livello di bisogno varia da caso a caso, come sottolinea Augusto Caraceni dell’Istituto Nazionale dei Tumori, responsabile della rete di esperti che cercherà di rafforzare l’integrazione tra cure palliative e oncologia per migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici in fase avanzata. «Le cure palliative sono un approccio trasversale a molte discipline mediche e richiedono il coinvolgimento di diversi professionisti della salute: medici, infermieri e altri operatori sanitari». Sarà quindi necessario definire le competenze minime che devono essere presenti nei centri oncologici di riferimento per garantire cure palliative adeguate.

Assistenza anche per chi sopravvive al cancro

Se negli ultimi 40 anni si è assistito a un considerevole aumento del numero di persone che sopravvivono al cancro, la loro assistenza va implementata includendo fattori come la conoscenza diffusa oltre che degli effetti fisici del cancro e delle condizioni mediche croniche correlate al cancro o ai trattamenti ricevuti, degli effetti psicologici, le tossicità sociali, lavorative e finanziarie, monitorando gli ex malati per rilevare eventuali recidive e secondi tumori. Il network di esperti sulla sopravvivenza di Jane-2 prevede in questo senso raccomandazioni europee condivise sugli standard di cura necessari per specifiche popolazioni di sopravvissuti, includendo tutti i tipi di cancro pediatrici e adulti. «Nei prossimi quattro anni», annuncia il responsabile spagnolo del network Andres Morales La Madrid dell’Hospital Sant Joan De Deu, «ci si concentrerà sulla generazione di una grande piattaforma per raccogliere dati reali a lungo termine sui sopravvissuti europei e sui controlli sanitari, al fine di comprendere le risorse, le esigenze e le preferenze dei pazienti con cancro, nonché i determinanti biologici delle problematiche legate alla sopravvivenza».

Tumori nei giovani adulti: migliorare l’esito clinico

L’oncologo pediatrico Andrea Ferrari dell’Istituto Nazionale dei Tumori, che coordina il gruppo dedicato agli adolescenti e giovani adulti (tra 15 e 39 anni), afferma che questi pazienti oncologici si trovano in una sorta di “terra di nessuno” tra l’oncologia pediatrica e quella degli adulti, e presentano caratteristiche specifiche, tra cui una particolare epidemiologia, una biologia distinta, complessità psicologiche e limitato accesso agli studi clinici. «Bisogna creare una rete in cui l’oncologia pediatrica, l’oncologia per adulti e tutti gli altri stakeholder possano collaborare per migliorare l’esito clinico, la qualità delle cure e la qualità della vita di questi pazienti in tutta Europa». Le attività previste includono lo sviluppo di progetti locali in ciascun paese, programmi educativi, promozione di studi clinici e ricerca sull’accesso a nuovi farmaci, oltre all’elaborazione di linee guida.

Prevenzione, la chiave per evitare un cancro su due

Un network di esperti si occuperà infine di prevenzione personalizzata del cancro, che comprende sia la prevenzione primaria che quella secondaria: «Crediamo che i media possano davvero aiutarci a promuovere i risultati nel nostro network di expertise, così da ridurre questa percentuale significativa”, ha detto la coordinatrice Delia Nicoară, dell’Institutul Oncologic “Prof Dr Ion Chiricuță” Cluj- Napoca della Romania. All’interno di questa rete, si prevede di identificare le migliori pratiche nel campo della prevenzione personalizzata del cancro e di introdurre programmi mirati di educazione e formazione per potenziare le capacità dei professionisti sanitari. Inoltre, si lavorerà con i responsabili politici per ampliare l’accesso a strumenti innovativi di prevenzione, garantendo che ogni cittadino, indipendentemente dal proprio status socioeconomico, possa beneficiare di servizi di alta qualità.

Keypoints

  • Il 28 e 29 gennaio 2025 è stato lanciato a Milano Jane-2, la Seconda Azione Congiunta dell’UE sui Network di Expertise sul Cancro, coordinata dall’Istituto Nazionale dei Tumori (INT)
  • Con 40 milioni di euro di finanziamento e il coinvolgimento di 121 partner da 29 Paesi europei, il progetto mira a creare sette reti di esperti oncologici per favorire l’integrazione delle innovazioni nella pratica clinica
  • Le reti si concentreranno su prevenzione personalizzata, sopravvivenza al cancro, cure palliative, tecnologie omiche, risorse mediche avanzate, tumori complessi e tumori negli adolescenti e giovani adulti
  • L’obiettivo è migliorare l’assistenza oncologica supportando le strutture sanitarie e di ricerca e favorendo l’adozione di tecnologie innovative come intelligenza artificiale e tecnologie omiche
  • Il progetto sarà guidato da Paolo Giovanni Casali dell’INT e si svilupperà nei prossimi quattro anni, promuovendo un approccio più equo ed efficace alla cura del cancro in tutta Europa

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