La pillola con il motore vibrante che inganna lo stomaco e fa perdere peso

La pillola con il motore vibrante che inganna lo stomaco e fa perdere peso

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Michela Moretti

Perché ne stiamo parlando
Ha le dimensioni di una pillola, ma non è un medicinale, e promette di far perdere peso, proprio come l’ormai celebre semaglutide, il farmaco usato per il trattamento dell’obesità.
È la capsula ingoiabile ideata dagli ingegneri del MIT che, vibrando nello stomaco, induce un maggiore senso di sazietà e riduce l’appetito.

Creare un senso illusorio di sazietà per indurre a smettere di mangiare e causare la perdita di peso: è l’innovazione, per ora testata solo sugli animali, di un gruppo di ricerca del MIT, capitanato da Shriya Srinivasan, ex studentessa di dottorato e post-dottorato al MIT, ora professoressa assistente di bioingegneria all’Università di Harvard, e da Giovanni Traverso, professore associato di ingegneria meccanica al MIT e gastroenterologo al Brigham and Women’s Hospital, autore senior dell’articolo apparso su Science Advances.

Far vibrare lo stomaco per indurre il senso di sazietà

Si tratta di un dispositivo medico ingeribile, delle dimensioni di una capsula, in grado di far vibrare lo stomaco, stimolando la produzione di un segnale al cervello che crea una sensazione di sazietà. Questo è infatti ciò che lo stomaco, dopo un pasto abbondante, raggiunta una certa distensione, compie normalmente ogni volta che è il momento di smettere di mangiare. Quando lo stomaco si distende, le cellule specializzate chiamate meccanorecettori percepiscono la distensione e inviano segnali al cervello tramite il nervo vago. Di conseguenza, il cervello stimola la produzione di insulina, così come ormoni come C-peptide, Pyy e GLP-1, che lavorano insieme per aiutare le persone a digerire il cibo, a sentirsi sazi e a smettere di mangiare. Allo stesso tempo, i livelli di grelina, un ormone che promuove la fame, diminuiscono.

La sperimentazione sugli animali: ridotta del 40% l’assunzione di cibo

Per riprodurre questo fenomeno, i ricercatori si sono confrontati con ricerche precedenti, che hanno dimostrato come la vibrazione applicata ad un muscolo sia in grado di produrre la sensazione che un muscolo si sia stirato più di quanto non sia in realtà.

Come spiegato da Srinivasan e Traverso, la pillola, una volta giunta nello stomaco, deve vibrare circa 30 minuti per stimolare i meccanorecettori. In animali ai quali è stata data la capsula vibrante 20 minuti prima di mangiare, i ricercatori hanno scoperto che non solo ha stimolato il rilascio di ormoni che segnalano la sazietà, ma ha ridotto l’assunzione di cibo di circa il 40%. Le pillole sono passate attraverso il tratto digestivo entro quattro o cinque giorni e gli animali non hanno mostrato segni di ostruzione, perforazione o altri impatti negativi mentre la pillola era nel loro tratto digestivo.

I ricercatori prevedono di esplorare la possibilità di adattarla per rimanere nello stomaco per periodi più lunghi, dove potrebbe essere attivata e disattivata senza fili secondo necessità.

C’è ora da vedere se questa tecnologia può essere utilizzata in modo sicuro negli esseri umani, per offrire un modo minimamente invasivo per trattare l’obesità. Assunta prima di ogni pasto, fornirebbe un’opzione alternativa ai trattamenti disponibili, che spesso non sono accessibili per via del costo, e comportano effetti collaterali.

I trattamenti oggi disponibili per la perdita di peso e le preoccupazioni del mondo medico

I trattamenti attualmente in uso sono la chirurgia di bypass gastrico, così come i palloncini gastrici, che non sono più ampiamente utilizzati a causa di preoccupazioni per la sicurezza.

Farmaci come gli agonisti del GLP-1 possono anche aiutare nella perdita di peso; la maggior parte di essi deve essere iniettata, come il famoso semaglutide, un farmaco usato per il trattamento del diabete di tipo 2 e dell’obesità, che l’autorevole rivista americana Science ha definito “scoperta dell’anno”, senza però nascondere i dubbi sul costo di questo tipo di farmaci, sulla loro disponibilità, sugli effetti collaterali associati e sulla potenziale necessità di essere assunti a tempo indeterminato. Come suggerisce un recente studio di fase III su un altro farmaco, il tirzepatide, nei partecipanti obesi o in sovrappeso l’interruzione del farmaco ha portato a un sostanziale recupero del peso perso, mentre il trattamento continuato ha mantenuto e aumentato la riduzione iniziale del peso. Questo studio clinico randomizzato, è stato condotto in 70 siti in 4 paesi con un periodo iniziale di 36 settimane in aperto con tirzepatide, seguito da un periodo di 52 settimane in doppio cieco, controllato con placebo. La variazione percentuale media del peso dalla settimana 36 alla settimana 88 è stata del -5,5% nel gruppo che ha continuato l’assunzione di tirzepatide contro il 14,0% che ha assunto il placebo.

A questo si aggiungono le preoccupazioni rispetto gli effetti collaterali a lungo termine di questi farmaci, ancora sconosciuti, se si considera anche la possibilità di un’assunzione continuativa nel tempo. C’è inoltre la preoccupazione da parte dei medici che le persone non obese o in sovrappeso ricorrano all’utilizzo di questi farmaci per dimagrire rapidamente. Ed emergono dubbi sull’efficacia di cambiamenti intensivi nello stile di vita in presenza di questi potenti farmaci, oltre che il rischio, come avvenuto per il semaglutide, che un enorme utilizzo di questi farmaci per dimagrire ne comporti la carenza per i pazienti in trattamento per malattie come il diabete.

La ricerca di nuovi farmaci per perdere peso continua

Allo studio ci sono altri farmaci per l’obesità, in fase II e in fase III: il più vicino a vedere risultati concreti è uno studio di fase III in Cina per testare l’efficacia del Mazdutide, un agonista duale del recettore GLP-1, su pazienti con obesità e sovrappeso. I risultati della Fase II hanno mostrato una riduzione media del peso corporeo del 15.4% rispetto al placebo.

Per la pillola vibrante si lavora per poterla sperimentare sull’uomo

I ricercatori del MIT che hanno sviluppato la pillola dal motore vibrante ora prevedono di esplorare modi per aumentarne la produzione, il che potrebbe consentire studi clinici sugli esseri umani. Tali studi sarebbero importanti per saperne di più sulla sicurezza di questo dispositivo, nonché per determinare il momento migliore per ingoiare la capsula prima di un pasto e con quale frequenza dovrebbe essere somministrata.

Interessante notare che la ricerca è stata finanziata, oltre che dal National Institutes of Health, anche dall’azienda farmaceutica Novo Nordisk, la stessa che commercializza il semaglutide e che ne sta sviluppando una versione orale specifica contro l’obesità.

Keypoints

  • Ricercatori del MIT hanno creato una capsula ingoiabile che vibra nello stomaco, inducendo un maggiore senso di sazietà e riducendo l’appetito
  • L’effetto è simile agli effetti del farmaco semaglutide usato per l’obesità
  • La capsula stimola i meccanorecettori dello stomaco, inviando segnali di sazietà al cervello
  • Testata sugli animali, la capsula ha ridotto l’assunzione di cibo del 40% senza causare ostruzioni o altri impatti negativi
  • La ricerca mira a testare la sicurezza e l’efficacia della capsula nell’uomo come trattamento minimamente invasivo per l’obesità
  • Esistono preoccupazioni riguardo gli effetti collaterali a lungo termine dei farmaci per l’obesità e l’efficacia dei cambiamenti nello stile di vita in presenza di questi potenti farmaci
  • Vi è il rischio di carenza di farmaci come il semaglutide per i pazienti diabetici a causa del loro uso per la perdita di peso
  • Altre ricerche nel campo includono lo studio del Mazdutide, un agonista duale del recettore GLP-1

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