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Nuova terapia genica promette di donare l’udito a bambini con sordità ereditaria

Perché ne stiamo parlando
The Lancet ha pubblicato i risultati di un’importante sperimentazione clinica, la quale ha dimostrato il successo di una nuova terapia genica in un piccolo gruppo di bambini con una forma specifica di sordità ereditaria. Ne abbiamo parlato con Franco Ionna, Direttore Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale e Otorinolaringoiatria dell’Istituto “Fondazione Giovanni Pascale” di Napoli.

Nuova terapia genica promette di donare l’udito a bambini con sordità ereditaria

La terapia genica è in grado di ripristinare l’udito dei bambini con sordità ereditaria. Questo lo straordinario risultato dettagliato in un nuovo studio pubblicato su The Lancet e co-guidato dai ricercatori del Massachusetts Eye and Ear, ospedale universitario della Harvard Medical School, USA, e dell’Università Fudan di Shanghai, Cina. Nello studio, condotto su sei bambini presso l’Ospedale Eye & ENT dell’Università Fudan di Shanghai, i ricercatori hanno scoperto che la terapia genica messa a punto è un trattamento efficace per i pazienti con una forma specifica di sordità autosomica recessiva causata da mutazioni del gene OTOF (otoferlina), chiamata DFNB9. La ricerca rappresenta il primo studio clinico che prevede la somministrazione di una terapia genica per il trattamento di questa condizione, con il maggior numero di pazienti trattati e il follow-up più lungo fino ad oggi. I risultati dello studio saranno presentati il 3 febbraio al convegno annuale dell’Association for Research in Otolaryngology.

Ionna: “La sordità dei bambini dipende in oltre il 60% dei casi dalla genetica”

“Se i bambini non sono in grado di sentire, il loro cervello può svilupparsi in modo anomalo”, spiega Zheng-Yi Chen, scienziato dei Laboratorio Eaton-Peabody presso il Mass Eye and Ear e Professore Associato di Otorinolaringoiatria-Chirurgia della testa e del collo presso la Harvard Medical School. “I risultati di questo studio sono davvero notevoli. Abbiamo visto la capacità uditiva dei bambini migliorare notevolmente di settimana in settimana, così come il recupero della parola”, aggiunge. “La perdita dell’udito colpisce più di 1,5 miliardi di persone in tutto il mondo, delle quali circa 26 milioni sono affette da sordità congenita”, dice Franco Ionna, Direttore Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale e Otorinolaringoiatria dell’Istituto “Fondazione Giovanni Pascale” di Napoli. “La sordità dei bambini dipende in oltre il 60% dei casi dalla genetica. La sordità neurosensoriale DFNB9 recessiva, ad esempio, è una malattia ereditaria causata da mutazioni del gene OTOF – continua – e quindi dall’incapacità di produrre una proteina, la otoferlina, funzionante, necessaria per la trasmissione dei segnali sonori dall’orecchio al cervello. Al momento non esistono farmaci, sia negli Stati Uniti che in Europa, in grado di curare questa forma di sordità ereditaria. Per questo i risultati di quest’ultimo studio clinico possono essere considerati eccezionali”.

Oltre all’udito, registrati miglioramenti anche nella comunicazione verbale

Per testare il nuovo trattamento sono stati coinvolti 6 bambini con sordità neurosensoriale DFNB9 recessiva, monitorati per un periodo di 26 settimane presso l’Ospedale Eye & ENT dell’Università di Fudan. I ricercatori hanno utilizzato un virus adeno-associato (AAV) che “trasportava” una versione del gene umano OTOF che poi hanno introdotto all’interno delle orecchie dei piccoli pazienti attraverso una speciale procedura chirurgica. Sono state utilizzate dosi diverse della singola iniezione del vettore virale. Tutti e sei i bambini nello studio presentavano sordità totale, come indicato da una soglia di risposta uditiva media del tronco encefalico (ABR) di oltre 95 decibel. Dopo 26 settimane, cinque bambini hanno dimostrato un recupero dell’udito, mostrando una riduzione di 40-57 decibel nei test ABR, nonché notevoli miglioramenti nella percezione della comunicazione verbale e il ripristino della capacità di condurre una conversazione normale. Nel complesso, non è stata osservata alcuna tossicità importante. Durante il follow-up dei pazienti, sono stati osservati 48 eventi avversi, di cui la maggioranza (96 per cento) era di basso grado e il resto è stato comunque transitorio, senza impatto a lungo termine.

Lo studio continua con un campione più grande di pazienti

“Siamo i primi ad avviare la sperimentazione clinica della terapia genica OTOF”, afferma l’autore principale dello studio Yilai Shu dell’Ospedale Eye & ENT dell’Università di Fudan. “È entusiasmante che il nostro team abbia tradotto il lavoro dalla ricerca di base sul modello animale del DFNB9 portandolo al ripristino dell’udito nei bambini con DFNB9”, aggiunge. Ora i ricercatori intendono estendere lo studio a un campione di dimensioni più ampie e monitorare i risultati su un arco temporale più lungo. “Qualora i risultati venissero confermati, avremmo finalmente un nuovo trattamento efficace, il primo da quando gli impianti cocleari furono inventati 60 anni fa”, sottolinea Ionna. “Si tratta di un primo passo in avanti importante verso l’utilizzo della terapia genica come trattamento per molte altre forme di sordità genetica”, conclude.

Ad oggi ci sono diversi gruppi di ricerca che stanno lavorando allo sviluppo di terapie geniche in grado di trattare patologie che dipendono da un singolo gene. Per alcune malattie, come la sordità neurosensoriale DFNB9 recessiva, si tratterebbe di un’opportunità unica per “correggere” un difetto invalidante.

Keypoints

  • Il più ampio e duraturo studio clinico di una terapia genica per il trattamento della sordità neurosensoriale DFNB9 recessiva
  • Se i bambini non sono in grado di sentire, il loro cervello può svilupparsi in modo anomalo
  • Ad oggi non esistono farmaci in grado di curare la sordità neurosensoriale DFNB9 recessiva
  • La terapia genica è stata testata con successo su 6 bambini
  • I ricercatori hanno utilizzato un virus adeno-associato che “trasportava” una versione del gene umano OTOF
  • Oltre all’udito, registrati miglioramenti anche nella comunicazione verbale

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