Il trasferimento tecnologico è un viaggio complesso, costellato di sfide tecniche, scientifiche, regolatorie e commerciali. Ogni fase, dalla ricerca preclinica agli studi clinici, dalla produzione alla commercializzazione, presenta i suoi specifici ostacoli. Questi “colli di bottiglia” possono rallentare o addirittura bloccare il progresso di innovazioni potenzialmente di successo. Per superarli è fondamentale la figura del Team Leader, spiega Maria Luisa Nolli, Co-Fondatrice e CEO di NCNBio, un’azienda focalizzata sul trasferimento tecnologico industriale in biotecnologia.
“Un Team Leader efficace agisce come catalizzatore per l’innovazione, assicurando che le scoperte non rimangano confinate nei laboratori ma diventino soluzioni concrete per la società”, afferma. “L’efficacia del trasferimento tecnologico, infatti, non si misura solo nei risultati ottenuti ma anche nella capacità di ispirare e guidare le persone verso il raggiungimento di un obiettivo comune”.
L’approccio integrato è fondamentale
“La mia esperienza come Team Leader di diversi gruppi di ricerca impegnati nello sviluppo di farmaci per terapie avanzate, fra cui il team del Professor Franco Locatelli all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, mi ha offerto un punto di vista privilegiato su come un approccio integrato e ben guidato possa fare la differenza.”
L’approccio integrato permette non solo di accelerare lo sviluppo di terapie innovative, ma anche di ottimizzare le risorse, sia economiche che umane, evitando sprechi. “Attraverso riunioni tecniche regolari, ogni problema viene affrontato e risolto in maniera collaborativa, dimostrando l’importanza della condivisione delle conoscenze e della responsabilità collettiva”.
Il Team Leader deve arrivare dal mondo scientifico
Un Team Leader deve conoscere bene la materia per poter essere veramente utile, afferma Nolli: “Questa figura deve possedere una doppia vista: una che guarda con competenza ai dettagli microscopici della ricerca e dello sviluppo e un’altra che abbraccia la visione più ampia del percorso verso la commercializzazione”. Luisa Nolli è stata Fondatrice e CEO di un’azienda biotech dedicata allo sviluppo e alla produzione di terapie avanzate nei primi anni 2000, ha contribuito alla nascita di due spin-off dell’Università di Milano e dell’Università di Modena, ed è autrice di 11 brevetti. In tutte queste realtà ha portato una vasta esperienza maturata in anni di lavoro nel campo della biologia cellulare e dell’immunologia, sia come scienziata che come Leader di Team.
La chiave: uscire dall’individualismo e promuovere il lavoro di squadra
La sua formazione in multinazionali quali Dow Chemical (Dow Lepetit), Merrell Dow, Marion Merrell Dow e Hoechst Marion Roussel, ha fornito a Maria Luisa Nolli non solo competenze tecniche, ma anche una profonda comprensione dell’importanza del lavoro di squadra e della gestione per progetti.
“La qualità e l’efficienza che caratterizzavano i sistemi americani mi hanno lasciato un insegnamento fondamentale: il valore inestimabile del team. Questo approccio, pur essendo più complesso e sfidante, si rivela essere il più efficace”. Nel mondo della ricerca scientifica, spiega, spesso si tende a valorizzare l’individualismo, soprattutto nelle fasi iniziali. Un atteggiamento che rischia di essere un limite per l’innovazione. “La filosofia del team ci insegna che solo collaborando, mettendo in sinergia le nostre conoscenze e scoperte con quelle degli altri, possiamo raggiungere obiettivi che altrimenti sarebbero impensabili. Questo non significa rinunciare alla propria individualità o alle proprie idee, ma piuttosto valorizzarle all’interno di un contesto più ampio, dove il contributo di ciascuno è fondamentale per il successo collettivo. In questo, il Team Leader gioca un ruolo cruciale nel garantire che ogni membro del team sia allineato verso l’obiettivo comune”.
L’Italia è meno vivace, ma con molto potenziale
Guardando alla situazione del trasferimento tecnologico in Italia la Dottoressa Nolli commenta: “Il nostro Paese appare meno vivace di altri in questo ambito, ma sono fermamente convinta che esistano nicchie e opportunità significative per infondere maggiore energia e innovazione nel nostro sistema. Il modello di lavoro che abbiamo adottato è un esempio di come il trasferimento tecnologico possa essere accelerato. Anche se oggi non posso condividere dettagli specifici su alcuni dei nostri progetti a causa della loro natura confidenziale, posso assicurarvi che il lavoro che stiamo svolgendo ha il potenziale di cambiare il panorama della salute e della medicina non solo in Italia, ma in tutto il mondo”.
Formazione, tassello essenziale
Maria Luisa Nolli è anche insegnante universitaria: ha insegnato all’Università di Milano Bicocca e all’Università di Bari; oggi è Professoressa del corso di Biochimica Industriale dell’Università di Pavia. “La formazione delle competenze è fondamentale”, spiega, utilizzando le sue skills per una nuova iniziativa: “Io e Paola Lanati [imprenditrice e CEO di Indicon SB, ndr] abbiamo coniugato le nostre esperienze complementari, che vanno dalla scienza al business, e fondato una Academy di alta formazione nel Life science. Un ente che produce iniziative destinate ai professionisti del settore e con un occhio particolare ai giovani che stanno facendo il loro ingresso o sono appena entrati nel mondo del lavoro”.
Gratificante aiutare i giovani nel percorso verso la leadership, specialmente se sono donne
“È straordinario osservare questi giovani che non si limitano a imitare in maniera passiva, ma seguono con intelligenza, animati da una vera passione per il loro lavoro e per la crescita professionale”, conclude Maria Luisa Nolli. “Assistere alla loro ascesa a posizioni di leadership è significativo. È ancora più gratificante quando questi leader sono donne: ciò aggiunge per me un ulteriore livello di soddisfazione”.