Anche se il cancro al seno continua a essere il principale tumore diagnosticato nella popolazione femminile, le importanti innovazioni che arrivano dal mondo della ricerca non hanno solo aumentato le opzioni di cura e trattamento, ma hanno modificato profondamente la gestione della malattia, dalla prevenzione alla diagnosi fino al post-trattamento. Ma, come spesso accade, l’innovazione fa fatica ad entrare nella pratica clinica in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Per questo è necessaria una strategia “globale” come quella messa a punto dalla Prima Consensus Innovation in Breast Cancer, 3 Tavoli Tecnici composti da oltre 40 luminari che, in una serie d’incontri di lavoro, ha redatto un Documento Programmatico da cui è scaturito il Policy Act 2024 sulle Nuove Frontiere nei Tumori della Mammella. Il documento è indirizzato all’intergruppo Parlamentare sulle Nuove Frontiere Terapeutiche nei Tumori della Mammella, presieduto dall’On. Simona Loizzo.
Una giornata di lavoro sugli interventi normativi necessari
Il Policy Act contiene le linee di indirizzo per gli interventi normativi finalizzati a portare l’eccellenza nella strategia sanitaria e verrà consegnato alle istituzioni domani alla Camera dei Deputati, durante una giornata di lavoro a cui prenderanno parte, tra gli altri, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci; l’On. Simona Loizzo, Presidente dell’Intergruppo che ha fortemente sostenuto questa iniziativa; Francesco Vaia, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute; Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria; Carmine Pinto, Coordinatore della Consulta Innovation in Breast Cancer e Direttore della Struttura Complessa Oncologia Medica Provinciale AUSL-IRCCS Reggio Emilia; Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per le Terapie Innovative dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Milano. Durante la giornata sono previste sessioni in cui verranno esposti, dai clinici che lo hanno redatto, i “pillar” su cui si regge il Policy Act: prevenzione e screening, accesso ai test e ai trattamenti innovativi, uniformità dei PDTA regionali, e gli aspetti che riguardano la qualità della vita delle pazienti come la chirurgia ricostruttiva, l’accudimento dermatologico, la psiconcologia, il supporto nutrizionale. Il tutto con l’importante partecipazione e supporto della comunità delle pazienti, rappresentate da Europa Donna.
Un tumore maligno su 3 è un cancro al seno
I numeri del cancro in Italia 2023 confermano che il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, circa un tumore maligno su tre (30%) è un cancro al seno. Per l’anno 2023 sono state stimate in Italia circa 55.900 nuove diagnosi di tumore nelle donne, con un incremento previsto nei prossimi decenni dello 0,2% annuo. La Prima Consensus Innovation in Breast Cancer nasce per rispondere all’impellente bisogno di un focus di aggiornamento, cambio di paradigma e sensibilizzazione istituzionale sulle patologie oncologiche legate al mondo femminile, appunto il tumore al seno. La Consensus si pone l’obiettivo di evidenziare la necessità di un approccio olistico a tutte le problematiche che ruotano intorno alle pazienti affette da tumore al seno, nonché di porre una maggiore attenzione politica nell’agenda istituzionale su tutti i test diagnostici, le terapie e le strategie innovative e sulle risorse e percorsi necessari per garantire accesso e omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.
Necessario accelerare e uniformare l’accesso alle terapia innovative
“Il nostro obiettivo è quello di dare un quadro generale in cui poter avere provvedimenti legislativi che consentono di intervenire su diverse aree: a partire dallo screening e dalla diagnosi fino a tutto il percorso di cura, la stadiazione, la terapia e anche la fase riabilitativa ed estetica, molto importante per la donna”, anticipa Pinto. “Abbiamo bisogno di un sistema istituzionale che preveda provvedimenti legislativi che vadano in parallelo con il mondo clinico-assistenziale. Dobbiamo mettere a sistema – continua – tutto il percorso di presa in carico delle pazienti e fare in modo che ogni sua parte, dai test di biologia molecolare alla chirurgia fino al supporto psicologico, sia accessibile in maniera uniforme in tutte le regioni”, aggiunge. Parte dell’evento verrà focalizzato sulle politiche d’accesso alle terapia innovative. “Abbiamo bisogno di garantire alle pazienti l’accesso a terapie innovative, dando la priorità a coloro che da quelle determinate terapie otterrebbero il maggior vantaggio in termine di miglioramento della sopravvivenza”, dice Curigliano. “Dobbiamo evitare che la burocrazia impedisca o ritardi l’accesso a queste nuove opzioni di trattamento”, aggiunge. Prima che una paziente possa avere accesso a una terapia nuova, infatti, bisogna prima aspettare l’approvazione da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), poi che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) riveda i dossier e che dia in seguito indicazioni che ogni singola regione dovrebbe in seguito applicare. “Spesso – continua Curigliano – si registrano ritardi nelle regioni e negli accessi alle terapie innovative con differenze anche nella rimborsabilità. Alle istituzioni dunque chiediamo di ridurre questi tempi e di lavorare per garantire l’equità d’accesso in tutte le regioni”.