Promuovere la cultura imprenditoriale. Attrarre nuovi talenti e imprese. Mettere in connessione le aziende con le startup innovative per incentivare la condivisione della conoscenza e così la riduzione dei costi di Ricerca e Sviluppo. Ma anche favorire il networking con gli enti pubblici, per incentivare la creazione e la crescita di un ecosistema dell’innovazione locale.
Questi sono alcuni degli obiettivi del Business Angel Club che, con una decina di “bac” locali già attivi e altri in partenza, vuole offrire un booster di risorse (finanziarie e di competenze) per lo sviluppo territoriale promuovendo l’Open Innovation.
Parola d’ordine: Open Innovation
“Il Business Angel Club vuole essere uno strumento per generare Open Innovation” racconta Amerigo Marcelli, cofondatore e project manager del network. Una sorta di direttore d’orchestra della community che si sta consolidando.
Il Business Angel Club ha fatto il suo esordio poco meno di un anno fa ad Alessandria. “Siamo partiti facendo una sorta di evangelizzazione su temi legati all’imprenditorialità e all’innovazione: startup, Open Innovation, Business Angel. Un esperimento diventato virale. Via via, infatti, si sono costituite altre community ad Ancona, Varese, Como, Bari, Padova, Verona, Biella, Napoli e Brianza”.
“Siamo soliti partire da un corso gratuito per diventare Business Angel” spiega Marcelli. Si parte dall’abc: cos’è una startup, cosa significa Open Innovation, perché una corporate dovrebbe prendere in considerazione una startup invece di investire in R&D interno… L’intento è favorire gli investimenti nelle startup innovative, ma non solo. “Attraverso la mappatura dei bisogni del tessuto imprenditoriale locale vogliamo comprendere le opportunità per il territorio derivanti dall’Open Innovation”.
In altre parole, individuando quali bisogni e quali sfide le aziende devono affrontare, “Il Business Angel Club cerca di capire in che modo le soluzioni possano arrivare dall’esterno”. Attraverso partnership con startup innovative. Facendo dialogare player diversi del tessuto imprenditoriale. Attivando percorsi sinergici per favorire così l’innovazione e la crescita territoriale. “Abitando i territori, cerchiamo di contribuire alla nascita e allo sviluppo di valli distrettuali”.
Il Business Angel Club, racconta a Innlifes Marcelli, è un network di oltre 400 persone al momento e il Life science è tra i primissimi posti tra i settori di interesse su cui investire, subito dopo il Deep Tech.
Al via le attività del neonato Business Angel Club Verona
Giovedì 8 febbraio si terrà il primo evento del neonato Business Angel Club Verona. “È importante stimolare l’Angel Investing nella provincia italiana. Perché ancora manca cultura e formazione in questo campo. Non c’è education. Non tutti sanno cosa fa e come si diventa Angel Investor” commenta Davide Cervellin, promotore e sponsor dell’incontro del neonato “BAC” di Verona, sottolineando l’importanza di esportare tra le province italiane il format ideato da Alberto Giusti e sperimentato inizialmente ad Alessandria: “Giovedì 8 febbraio saremo a Villa Alessandri a Dossobuono per parlare di cosa fa un Business Angel, quali sono gli errori più tipici, quali le best practices e presenteremo due startup per, come dicono gli inglesi, hit the ground running”.
Una serata, dunque – la prima di tante – rivolta a chi fa impresa, manager, imprenditori e imprenditrici, startupper “per alimentare la cultura dell’innovazione, favorire il networking tra imprenditori, che mettendosi insieme possono fare business, e tra imprenditori e startup” spiega Cervellin, veronese, C-level Executive, advisor e coach per diverse startup. “Soprattutto in provincia – continua – è importante far comprendere agli imprenditori che anziché investire la cassa che hanno generato per comprare la quarta casa si può investire e fare business aiutando altre aziende a crescere”. Diventando, insomma, un Business Angel.
“Un Business Angel, o Angel Investor, è infatti la persona che mette a disposizione di una startup sia capitali sia network ed esperienza” puntualizza Cervellin. “Offre un supporto che va al di là dell’assegno, aiuta con le proprie competenze e la propria supervisione un giovane founder, in un rapporto di giving back, perché se la startup ha successo ne ha un ritorno economico”.
Ma perché entrare nel Business Angel Club? “Ci sono diverse ragioni” conclude Marcelli “Le più ricorrenti? Per alimentare la propria rete contatti, per la propria autorealizzazione attraverso la realizzazione di giovani imprenditori, per rivivere il fare impresa, per essere d’ispirazione per chi sta iniziando un percorso imprenditoriale, per beneficiare della formazione che facciamo, per diversificare il portfolio di investimenti”.