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È Carlo Tassi il miglior Business Angel d’Italia 2024: «Sono le persone che fanno la differenza»

Perché ne stiamo parlando
Si è svolta ieri alle OGR di Torino, nella giornata inaugurale dell’Italian Tech Week, la cerimonia di premiazione del Business Angel dell’Anno. Tra gli ospiti, Samantha Cristoforetti.

È Carlo Tassi il miglior Business Angel d'Italia 2024: «Sono le persone che fanno la differenza»

«Per oltre 25 anni ho fatto l’imprenditore. Nel 2014 ho ceduto l’azienda di famiglia e sono rimasto folgorato dalle startup e dal mondo dell’innovazione: da allora mi sono dedicato a tempo pieno all’attività di angel investor». Il vincitore del premio Business Angel dell’Anno è Carlo Tassi. Ex imprenditore nel settore della ceramica e del machinery («sono passato da un settore tradizionale a quello delle startup, che vanno a una velocità impensabile per chi non le conosce»), Tassi ha investito a oggi in più di 300 startup, sia direttamente che attraverso veicoli e fondi di investimento. Tra esse Musement, Connectly e Kippy. Dal 2021 è Presidente di Italian Angels for Growth, il network che riunisce più di 300 business angel che investono in startup early stage.

La premiazione si è tenuta ieri sera alle OGR di Torino, durante la giornata inaugurale dell’Italian Tech Week, al termine di una serie di discussioni emozionanti in cui erano presenti anche gli altri finalisti del premio (Benedetta Arese Lucini, Paolo Giolito, Giuseppe Lacerenza) e che ha ospitato un panel sulla new space economy con Samantha Cristoforetti, Raffaele Mauro e Renato Panesi. Il premio, giunto alla sua ottava edizione, è organizzato ogni anno dal Club degli Investitori con il supporto di KPMG, UniCredit, UniCredit StartLab e il patrocinio del Ministero degli Esteri e di Italian Tech Alliance.

«Ho imparato a concentrarmi sulle persone»

««Due sono le cose che mi hanno sempre appassionato del lavoro del business angel: la prima è l’essere a contatto con l’innovazione, la seconda (e più importante) è rappresentata dai rapporti personali che si stabiliscono, sia con i founder che con gli investitori» ha raccontato Tassi. «Rapporti aperti e sinceri, che sono la caratteristica principale di questo mondo e che lo rendono così affascinante. Quando ho iniziato mi concentravo sul business, poi ho imparato a concentrarmi sulle persone». Un lavoro difficile, quello del business angel, perché riguarda le prime fasi della vita di una startup, quelle in cui i founder sono alla ricerca di un modello di business sostenibile. «In questi dieci anni ho dovuto imparare una valanga di cose, ho fatto anche tanti errori». Eppure proprio il primo investimento di Tassi, realizzato nel 2014 su una startup appena nata, si è rivelato un grande successo: si tratta di Kippy, che realizza soluzioni tecnologiche per animali domestici, fondata nel 2013 da Marco Brunetti e Simone Sangiorgi e che nel 2023 ha realizzato un’exit.

«Il ritorno sull’investimento in Kippy mi ha ripagato di tutti gli altri investimenti»

«Chi mi conosce sa che non baso mai i miei investimenti sulle previsioni finanziarie delle startup early stage, perché li ritengo praticamente inutili. Ma all’inizio della mia attività, la decisione di investire in Kippy si è in gran parte basata sui loro piani finanziari. Nonostante nei nove anni successivi nemmeno un terzo di essi si siano realizzati, nel 2023 abbiamo venduto la società con grande soddisfazione. Il ritorno sull’investimento ottenuto mi ha ripagato di tutti gli investimenti successivi». E in un messaggio videoregistrato proprio Marco Brunetti, cofondatore di Kippy, ha sottolineato l’enorme importanza della figura del business angel: «Abbiamo avuto una grande fortuna a incontrare sulla nostra strada Carlo Tassi. È stato il nostro primo investitore, si è seduto nel consiglio di amministrazione dal primo all’ultimo giorno: la sua esperienza, il suo carattere i suoi consigli sono stati utilissimi. Ma è umanamente che ha fatto la differenza: ci ha appoggiato in tutte le decisioni difficili e i momenti complicati».

Le tre regole del business angel

Ma che cosa può imparare un business angel? Lo ha detto Giancarlo Rocchietti, presidente del Club degli Investitori, che ha ricordato, con un Nokia Communicator in mano («che funziona ancora benissimo»), quando l’Europa era competitiva in campo tecnologico. Ecco le regole: «1. investire in aziende che abbiano sin dall’inizio una vocazione globale (o almeno europea), 2. imparare le nuove tecnologie, 3. investire sempre più con partner internazionali».

Keypoints

  • Nella serata di ieri, 25 settembre, si è svolta alle OGR di Torino, nella giornata inaugurale dell’Italian Tech Week, la cerimonia di premiazione del Business Angel dell’Anno
  • Il vincitore di quest’anno è Carlo Tassi, ex imprenditore e dal 2021 presidente di Italian Angels for Growth. Ha investito a oggi in circa 300 startup, tra le quali Musement, Connectly e Kippy
  • La cifra distintiva di Tassi è rappresentata dai rapporti personali che stabilisce sia con i founder di startup che con gli investitori
  • La prima startup su cui ha investito, Kippy, ha realizzato un’exit. Il ritorno sull’investimento realizzato lo ha ripagato di tutti gli investimenti successivi
  • Giancarlo Rocchietti, presidente del Club degli Investitori, ha ricordato le tre regole che un business angel deve tenere sempre presente: 1. investire in aziende che abbiano sin dall’inizio una vocazione globale (o almeno europea), 2. imparare le nuove tecnologie, 3. investire sempre più con partner internazionali

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