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Erc Consolidator Grant: 2 milioni a quattro progetti italiani, ecco quali

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Si dicono tutti onorati per il prestigioso riconoscimento: circa 2 milioni di euro assegnati dal Consiglio europeo della ricerca per i loro progetti con cui vogliono cambiare la storia di diverse malattie. Congratulazioni a Daniela Cesana, Alessio Cantore, Daniela Latorre e Davide Risso.

Erc Consolidator Grant: 2 milioni a quattro progetti italiani, ecco quali

Daniela Cesana e Daniela Latorre, Alessio Cantore e Davide Risso sono le due ricercatrici e i due ricercatori italiani che si sono aggiudicati l’ERC Consolidator Grant per la loro attività di ricerca in ambito Life Sciences.

L’ERC Consolidator Grant è un prestigioso riconoscimento del Consiglio europeo della ricerca, che ha appena assegnato 678 milioni di euro a 328 ricercatori in tutta Europa. 29 gli scienziati e le scienziate italiane. Il terzo gruppo più numeroso dopo i tedeschi (60) e i francesi (34). Anche se solo 20 progetti saranno realizzati in Italia.

Dalle biopsie liquide per monitorare l’efficacia della terapia genica, a nuovi metodi computazionali per migliorare lo studio dei tumori: Cesana, Latorre, Cantore e Risso potranno beneficiare di circa 2 milioni di euro a testa per portare avanti i loro progetti di ricerca nei prossimi 5 anni.

Specola: il progetto di Davide Risso

Afferisce al campo della bioinformatica il progetto con cui Davide Risso, professore associato al Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova, si è aggiudicato il finanziamento europeo.

Si chiama Specola (Spatial Transcriptomics through the lenses of statistical modeling and AI) e impegnerà il suo team – «che grazie a questo grant potrà crescere: assumerò altre cinque persone» – a sviluppare nuovi metodi computazionali da applicare a una tecnica di frontiera della biologia molecolare: la trascrittomica spaziale.

La trascrittomica spaziale consente di ottenere i dati di espressione genica – la cui analisi si è rivelata fondamentale per sviluppare farmaci mirati e diagnosticare precocemente alcune malattie – mantenendo l’informazione relativa alla localizzazione spaziale del campione analizzato. In altre parole, «permette di avere una visione globale molto dettagliata della biologia dei tessuti».

Risso spiega che vuole «sviluppare dei modelli statistici che, combinati con tecniche di machine learning e intelligenza artificiale, consentiranno di tradurre la grande mole di dati raccolti in informazione utile da un punto di vista biomedico».

Si pensi per esempio all’oncologia. Osservando i profili di espressione genica di ogni singola cellula nel contesto spaziale, quindi nel tessuto tumorale, è possibile identificare i tipi cellulari presenti e studiare le cellule tumorali, ma anche il microambiente. Inoltre, come chiarisce Risso, la distribuzione spaziale delle cellule tumorali potrebbe avere implicazioni importanti sia a livello diagnostico che prognostico. I software che si prefiggono di sviluppare – «che renderemo open source, a disposizione della comunità biomedica internazionale» – potranno aiutare a classificare diversi tumori, predire la risposta al trattamento e assegnare diversi pazienti a diverse classi di rischio.

TalesfromDeath: il progetto di Daniela Cesana

Sfruttare le biopsie liquide per monitorare l’efficacia della terapia genica nel ripristinare le funzioni fisiologiche nei pazienti con malattie genetiche e tumori. A questo punta invece il progetto TalesfromDeath di Daniela Cesana, con l’auspicio che i risultati potranno portare a trattamenti più efficaci e terapie personalizzate.

Daniela Cesana è responsabile del programma di Dinamica tissutale e di firme di biomarcatori nelle patologie acquisite ed ereditarie dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (SR Tiget). Inventrice di 2 brevetti, nel 2019 ha ricevuto l’Excellence in Research Award dall’American Society for Cell and Gene Therapy.

La terapia genica, utilizzando cellule ingegnerizzate per correggere difetti ereditari e ripristinare funzioni compromesse, sta rivoluzionando la medicina offrendo nuove prospettive terapeutiche a malattie finora incurabili.

In questo contesto, le biopsie liquide, eseguite con un semplice prelievo di sangue, sono considerate un alleato prezioso, e non invasivo, per rilevare la risposta ai trattamenti e i cambiamenti causati dall’avanzare della malattia.

Hepagene: il progetto di Alessio Cantore

Alessio Cantore è ricercatore all’Università Vita-Salute San Raffaele e Group Leader nell’Unità di Terapia Genica Epatica del Tiget.

Con il progetto Hepagene vuole contribuire ad «approfondire la comprensione della biologia epatica e potenzialmente fornire nuove terapie geniche ai bambini affetti da malattie genetiche rare del metabolismo epatico».

Gli epatociti sono le principali cellule del fegato, e la loro modificazione genetica può potenzialmente curare molte malattie genetiche gravi e rare che colpiscono questo organo. Finora, questo obiettivo è stato raggiunto in pazienti adulti. Cantore vuole allora valutare l’efficienza, la sicurezza e la stabilità di diverse strategie di ingegneria genetica quando vengono eseguite nelle prime fasi della vita. L’obiettivo è mettere a punto nuovi trattamenti di correzione genetica per i pazienti pediatrici con il potenziale di diventare cure definitive.

Auto-T-Nerves: il progetto di Daniela Latorre

Daniela Latorre, che coordina il gruppo di neuroimmunologia umana dell’ETH di Zurigo, porterà avanti all’Università San Raffaele di Milano il progetto Auto-T-Nerves finanziato dal Consiglio europeo della ricerca.
«Sono convinta – dice – che UniSR rappresenti l’ambiente ideale per continuare questa ricerca, grazie alla stretta integrazione tra ricerca di base e traslazionale».

Il finanziamento europeo, che segue quello ottenuto dalla Fondazione Armenise-Harvard, le permetterà di approfondire il suo lavoro sulle malattie del sistema nervoso. In particolare, Latorre si occuperà delle neuropatie periferiche, malattie autoimmuni che colpiscono i nervi periferici.

Come spiega la ricercatrice, le malattie autoimmuni colpiscono persone a tutte le età e possono danneggiare diversi organi, sistema nervoso incluso. Le neuropatie periferiche possono diventare gravi ed invalidanti, poiché sono caratterizzate da una progressiva debolezza muscolare che può arrivare, nei casi più gravi, anche alla paralisi completa. I meccanismi alla base sono ancora poco chiari e questo limita la possibilità di prevedere l’andamento della malattia e anche l’efficacia dei trattamenti utilizzati e utilizzabili. Obiettivo del progetto, allora, è migliorare la comprensione dei processi alla base della malattia e aprire la strada a trattamenti specifici.

Keypoints

  • 4 i progetti di ricerca italiani in ambito Life Science finanziati con gli ERC Consolidator Grant
  • Sono progetti innovativi, ognuno si aggiudica circa 2 milioni di euro per i prossimi 5 anni
  • Davide Risso svilupperà strumenti computazionali avanzati basati su AI e machine learning per analizzare i dati raccolti con la trascrittomica spaziale, per applicazioni anche in ambito oncologico
  • Daniela Cesana utilizzerà biopsie liquide per migliorare i trattamenti per malattie genetiche e tumori
  • Alessio Cantore esplorerà nuove strategie terapeutiche per bambini e bambine con malattie metaboliche epatiche rare
  • Daniela Latorre studierà i meccanismi alla base delle neuropatie periferiche autoimmuni

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