Investimenti: il mercato cresce anche in Italia. Ma si investe in poche aziende healthcare, ecco perché

Investimenti: il mercato del private equity cresce anche in Italia. Ma si investe in poche aziende healthcare, ecco perché

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Laura Morelli

Perché ne stiamo parlando
Investimenti in crescita, numero di cessioni in ripresa e nuove sfide per i fondi a livello globale. Il mercato italiano mostra resilienza nel 2024. L’Italia si conferma attrattiva per il 2025: il report di Bain & Company.

Dopo due anni deboli, il mercato del private equity – cioè quegli investimenti svolti da società d’investimento ad hoc in aziende grandi e piccole e di diversi settori – ha ritrovato slancio nel 2024, registrando una crescita sia a livello globale (+37% degli investimenti a quota 602 miliardi di dollari) sia in Italia, con l’healthcare che si conferma uno dei settori di maggiore interesse (anche se proprio non nel nostro paese).

Lo evidenzia il Global Private Equity Report 2025 di Bain & Company, dove si nota però “che il settore si trova ancora di fronte a sfide strutturali, tra incertezze macroeconomiche e una raccolta di fondi complessa”.

Lo scenario in Italia

Anche nel nostro Paese, come detto, nel 2024, il private equity ha mostrato segnali di solidità, registrando un leggero aumento del numero di operazioni rispetto al 2023 (+1%, 423 operazioni). Nel dettaglio, ha illustrato il partner della società di consulenza Sergio Iardella, la maggior parte delle acquisizioni avvengono su aziende di piccole dimensioni, con un margine operativo lordo (Ebitda) inferiore ai 5 milioni di euro, mentre solo una sessantina di operazioni su aziende con Ebitda superiore ai 10 milioni di euro.

Ma come stanno le aziende dopo che un fondo d’investimento è entrato acquisendo la maggioranza o la minoranza della società? A conferma della vitalità del settore, «abbiamo mappato circa 1.000 aziende italiane in portafoglio ai fondi di Private Equity – ha spiegato Iardella -, Queste realtà, con un Ebitda medio di 24 milioni di euro nel 2023, si confermano resilienti e sovra-performanti, avendo registrato una crescita media annua del fatturato del 9% e dell’Ebitda del 13% nel periodo 2019-2023».

Healthcare nella top five: settore interessa ma poche aziende disponibili

Tra i settori d’interesse maggiore in Italia, con crescite a doppia cifra nel numero di deal, ci sono stati oltre – prevedibilmente -al tech anche beni di largo consumo, i servizi professionali e finanziari e il comparto energetico, sostenuto dall’attenzione alla transizione energetica. Il settore della salute, l’healthcare, figura tra i primi cinque per investimenti (il 5% del totale delle operazioni), anche se lo scorso anno è stato oggetto di una riduzione negli investimenti del 33% (2024 rispetto al 2023). Al contrario a livello globale le operazioni che hanno interessato il settore sono cresciute del 7%. Come mai così tanta differenza con l’Italia?

Come spiega Iardella a INNLIFES, «il numero esiguo di investimenti nel settore non è indicativo di uno scarso interesse da parte dei fondi d’investimento. Al contrario – osserva – i fondi vorrebbero investire anche considerando l’ascesa del mercato sottostante, tuttavia il tema è la poca disponibilità di aziende sul mercato». In sostanza, dice, «non sono così tante le imprese healthcare i cui azionisti, spesso famiglie industriali, sono disposte a passare di mano tutta o parte dell’azienda».

A oggi, evidenzia il report, sono circa 80 le aziende attive nel mercato della salute in mano a fondi di private equity, delle quali il 49% con un margine operativo pari o inferiore ai 5 milioni di euro.

Sfide e opportunità a livello globale per il 2025

Nonostante i segnali positivi, osserva la società nel report, molto dipenderà dalla capacità del settore di affrontare un contesto macroeconomico ancora incerto. Inflazione, tassi di interesse, politiche commerciali e tensioni geopolitiche restano fattori determinanti per il futuro del private equity.

«Gli investitori – sottolinea Iardella – sono pronti ad accelerare su nuovi deal e su exit, ma il contesto rimane incerto. Certamente con 4.700 miliardi di dollari di asset in gestione e un dry powder, cioè di risorse ancora da investire, per 1.200 miliardi, i fondi di private equity continueranno a giocare un ruolo chiave nello sviluppo economico globale».

Keypoints

  • Nel nostro Paese nel 2024, il private equity ha mostrato segnali di solidità, registrando un leggero aumento del numero di operazioni rispetto al 2023 (+1%, 423 operazioni)
  • L’Italia segue il trend globale: +37% degli investimenti a quota 602 miliardi di dollari
  • Se il tech si conferma come settore principale, l’healthcare è ancora molto interessante per i fondi ma le operazioni sono poche
  • La ragione? Come spiega il partner Sergio Iardella, le aziende italiane del settore salute non sono sempre disposte a passare a un fondo

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