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L’alta tecnologia sviluppata in Europa rischia di emigrare oltreoceano: le azioni per evitarlo, tra cui un “fondo dei fondi”

Perché ne stiamo parlando
In Europa ci sono carenze di finanziamento che attualmente costringono le start-up innovative più promettenti a ricorrere a capitali extraeuropei, col rischio di migrazione all’estero. Abbiamo cercato di capire come è possibile fermare questo processo.

Immagine generata utilizzando l'intelligenza artificiale

Per finanziare l’innovazione e proteggere le aziende high-tech europee dagli investitori stranieri, c’era bisogno di un’azione decisa. L’Unione Europa ha ritenuto di fornire una risposta creando l’European Tech Champions Initiative, un fondo di fondi che fornisce finanziamenti alle startup in crescita. Tra le altre azioni, l’UE ha in essere il Regolamento sullo screening degli investimenti esteri, mentre i paesi membri hanno rafforzato i loro sistemi di controllo delle azioni di investitori non europei.

Gli investimenti stranieri nelle aziende tecnologiche europee possono fornire il capitale necessario per la crescita e l’espansione. Tuttavia, ci sono preoccupazioni rispetto al fatto che la proprietà straniera potrebbe causare la perdita di controllo su tecnologie strategiche realizzate in Europa, di proprietà intellettuale, nonché la perdita di posti di lavoro e benefici economici. Tra i rischi possibili, c’è anche il trasferimento della sede dell’azienda e delle attività di ricerca e sviluppo in un altro paese, il che potrebbe avere conseguenze negative sull’economia europea e sull’ecosistema dell’innovazione. Che cosa sta facendo l’Unione Europea (UE) per proteggere le aziende high-tech più promettenti dall’acquisizione da parte di investitori stranieri? Tre sono gli strumenti principali che abbiamo individuato: l’European Tech Champions Initiative (parte della Pan-European Scale Up Initiative); il Regolamento UE sullo screening degli investimenti esteri e il Controllo degli Investimenti Esteri (FIC).

ETCI, il fondo di fondi

L’iniziativa più recente è il European Tech Champions Initiative (ETCI), che ha coinvolto cinque Stati membri dell’UE, tra cui l’Italia, e il Gruppo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). L’ETCI è un fondo di fondi: non investe direttamente in aziende, ma in tanti fondi – di Venture Capital – diversi, che a loro volta investono in aziende. L’ETCI è l’azione centrale della Pan-European Scale Up Initiative, un programma lanciato nel febbraio 2022 dagli Stati membri dell’UE per finanziare le imprese promettenti quando si trovano nella loro fase cruciale di sviluppo avanzato.

L’ETCI intende quindi rispondere alla necessità di finanziamenti da parte di startup che hanno già dimostrato una crescita significativa; queste imprese ne hanno bisogno per svilupparsi, ad esempio entrando in nuovi mercati o aumentando la propria capacità produttiva. L’ETCI si è assicurato l’impegno dalla Spagna (1 miliardo di Euro), dalla Germania (1 miliardo di Euro), dalla Francia (1 miliardo di Euro), dall’Italia (150 milioni di euro) e dal Belgio (100 milioni di euro) durante il periodo di sottoscrizione iniziale. Il Gruppo BEI ha investito ulteriori 500 milioni di euro, portando così il totale a 3,75 miliardi di Euro in questa prima fase, ma si prevede che la dimensione del fondo crescerà ulteriormente con futuri impegni. La European Tech Champions Initiative sta cercando di creare un gruppo di investimenti (con caratteristiche e comportamenti simili sul mercato) per gli investitori istituzionali europei in aziende che hanno sviluppato abilità tali da competere con i rivali tecnologici sulla scena mondiale. L’obiettivo è attrarre più finanziamenti per queste aziende, colmando il gap che si è creato a questo livello, in questi anni sempre più evidente: venture capital e investitori istituzionali europei non si sono infatti rivelati pronti per questa classe di investimenti.

Con le risorse pubbliche degli Stati membri partecipanti e del Gruppo BEI, l’ETCI mira così a mantenere in Europea sia le aziende innovative, sia le tecnologie sviluppate: da un lato quindi, si intende evitare che tali aziende siano costrette a spostarsi oltreoceano per mancanza di capitale, dall’altro si incentivano posti di lavoro altamente qualificati e un’ulteriore spinta alla crescita e all’innovazione.

L’ETCI sarà gestito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI), un’istituzione finanziaria la cui missione è di supportare le Micro, Piccole, Medie imprese europee ad accedere a finanziamenti. Ci si aspetta di poter fornire aiuto alle high tech fortemente competitive che stiano cercando di raccogliere capitale oltre i 50 milioni di Euro.

Gli altri strumenti per proteggere l’innovazione europea

Oltre all’ETCI, si sono attuate altre azioni per proteggere l’innovazione tecnologica in Europa: da parte dell’UE, il Regolamento UE sullo screening degli investimenti esteri, e da parte di molti paesi il rafforzamento dei sistemi di Controllo degli Investimenti Esteri (Foreign Investment Control, FIC).  Questo controllo si riferisce alle misure e regolamentazioni adottate da un paese europeo per monitorare e controllare gli investimenti esteri nelle proprie aziende e industrie. Queste misure possono includere processi di screening e approvazione, nonché restrizioni sulla proprietà e il controllo delle aziende da parte degli investitori stranieri. In Italia un’azione in tale direzione è stata il Decreto-legge n. 21/2022 (noto come il “Decreto Ucraina”) poi convertito nella legge del 20 maggio 2022, che, introducendo misure urgenti per affrontare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, ha rafforzato la disciplina del cosiddetto “golden power”. Tale misura mira al controllo degli investimenti stranieri in Italia, in considerazione dell’importanza sempre crescente di settori critici come la difesa, la sicurezza e i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G.

Il Regolamento UE sullo screening degli investimenti esteri, che la UE ha voluto per creare un approccio coordinato tra gli Stati membri, è invece un quadro normativo per lo screening degli investimenti esteri diretti nell’Unione Europea basato su motivi di sicurezza o ordine pubblico. Il regolamento consente la cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione Europea, consentendo lo scambio di informazioni e di preoccupazioni riguardo a investimenti specifici. Stabilisce, in sostanza, i criteri per determinare se un investimento estero può influire sulla sicurezza o sull’ordine pubblico. Nel contesto delle aziende tecnologiche, molte di esse operano in settori ad alta tecnologia, come la sicurezza informatica, la robotica e l’intelligenza artificiale, e detengono informazioni sensibili e strategiche. Queste aziende possono quindi diventare obiettivi di acquisizioni da parte di investitori stranieri che potrebbero utilizzare queste informazioni a fini economici o politici. Il Regolamento dovrebbe pertanto consentire di identificare e prevenire le acquisizioni ostili, e contribuire a salvaguardare la competitività e l’innovazione delle aziende tecnologiche europee.

I prossimi anni saranno cruciali per capire se tutte queste iniziative a livello di UE e l’impegno degli stati membri saranno sufficienti per sostenere le startup in sviluppo, e se si sarà veramente in grado di mantenere competitività e tecnologia all’interno dei confini europei.

Keypoints

  • L’Unione Europea sta cercando di proteggere le aziende tecnologiche europee dall’acquisizione da parte di investitori stranieri
  • Tra gli strumenti a disposizione ci sono l’European Tech Champions Initiative (ETCI), il Regolamento UE sullo screening degli investimenti esteri e il Controllo degli Investimenti Esteri (FIC).
  • L’ETCI è un fondo di fondi che mira a fornire il capitale necessario per la crescita e l’espansione delle startup tecnologiche europee
  • Il Regolamento UE e il FIC mirano a monitorare e controllare gli investimenti esteri nelle aziende europee.
  • L’ETCI è parte della Pan-European Scale Up Initiative, che mira a finanziare le imprese promettenti durante la loro fase avanzata di sviluppo.
  • L’ETCI vede la partecipazione di cinque Stati membri dell’UE e il Gruppo della Banca Europea per gli Investimenti, con un totale di 3,75 miliardi di euro investiti nella prima fase.

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