L’innovazione sta trasformando il mondo della salute migliorando diagnosi, cure e prevenzione. Compito della Politica intervenire perché i nuovi modelli e le tecnologie come l’Intelligenza Artificiale o la telemedicina, possano rendere la sanità più accessibile ed efficiente, garantendo un sistema sanitario equo e sostenibile.
Ne abbiamo parlato con Marco Alparone, Vicepresidente e Assessore al Bilancio e Finanza di Regione Lombardia, per scoprire la sua visione sui temi più propri dell’Innovazione applicati al mondo sanitario.
Quanto è prioritaria l’innovazione in ambito sanitario?
Innovazione è sinonimo di progresso e sviluppo, in ambito sanitario le misure promosse dal PNRR e le nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, hanno un impatto importante a partire dalla qualità delle prestazioni erogate, nell’efficientamento delle risorse allocate e in termini di sostenibilità finanziaria. Innovazione non significa necessariamente e solamente investimento ma può essere fattore di leva per ottimizzare le risorse disponibili.
Oggi dobbiamo integrare le soluzioni avanzate nei modelli organizzativi per generare innovazione e sostenibilità, senza sostenibilità non vi è innovazione. Lo strumento in sé non genera innovazione ma se integrato all’interno di un percorso o ecosistema può contribuire alla generazione di valore, di conseguenza innovatività.
Il PNRR ha destinato alla Missione Salute € 15,63 miliardi, pari all’8,16% dell’importo totale per sostenere importanti investimenti a beneficio del Servizio Sanitario Nazionale, da realizzare entro il 2026. Anche per innovarla?
Questo è l’obiettivo comune, oggi stiamo sviluppando le basi del nostro modello sociosanitario con la creazione dell’impalcatura tecnologica sopra il quale costruire ed integrare i diversi modelli organizzativi. La digitalizzazione non è il fine ma il mezzo per arrivare a definire processi e modelli capaci di garantire qualità delle cure, equo accesso alle prestazioni e sostenibilità finanziaria nel lungo periodo.
Il DM 77/2022 rappresenta una rivoluzione per quanto riguarda l’assistenza sanitaria territoriale. Come funzionerà e in che modo questa riorganizzazione andrà a sgravare i pronto soccorso?
Il PNRR si configura come un potente fattore di accelerazione con cui Regione Lombardia intende garantire una trasformazione quanto più innovativa ed efficace verso un modello di sanità digitale in grado di rispondere in maniera puntuale e completa al fabbisogno di salute dei cittadini.
La missione 6 identifica come priorità strategica l’utilizzo di un approccio sinergico nell’affrontare gli aspetti critici del Servizio Sanitario, al fine di superare le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, la frammentazione degli stessi tra ospedale e territorio, gli elevati tempi di attesa per alcune prestazioni e identificare precocemente i rischi di sanità pubblica.
Il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, attraverso le strutture del territorio e i modelli organizzativi applicati e integrati nella continuità ospedale-territorio, avrà un impatto positivo ed efficiente nei percorsi clinico assistenziali, di conseguenza, sugli accessi inappropriati ai Pronto Soccorso.
Quali evoluzioni vede per il settore delle Farmacie e quali sono gli aiuti che può dare, anche in termini di risparmio della spesa pubblica?
Il potenziamento dell’assistenza territoriale passa anche dall’integrazione e dalla progettualità della farmacia dei servizi. La farmacia per capillarità e facilità di accesso alle prestazioni può essere un importante fattore di leva per l’intero sistema in termini di cura e di sensibilizzazione e informazione verso la popolazione.
Credo fortemente nel ruolo della farmacia e nella sua integrazione nell’ecosistema sanitario del territorio portando il suo contributo alla sostenibilità del sistema sanitario. Più che di risparmio parlerei di efficientamento delle risorse, sicuramento la farmacia dei servizi può contribuire ad abbassare le liste di attesa, diminuire gli accessi inappropriati ai pronto soccorso, migliorare l’aderenza alla terapia, di conseguenza generare salute e sostenibilità finanziaria all’intero sistema.
L’Italia si dovrà confrontare sempre più con la longevità. Come progettare una Salute del futuro?
L’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo, con un tasso di invecchiamento della popolazione significativo e un progressivo aumento dell’aspettativa di vita alla nascita che, tra il 2000 e il 2022, secondo i dati Istat, ha visto una crescita di 3,3 anni. Non stupisce quindi, dati alla mano, che gli over 55 che oggi rappresentano il 38,7% della popolazione nazionale, nel 2050 rappresenteranno quasi la metà del Paese.
Lo scenario demografico delineatosi nell’ultimo ventennio porta, quindi, con sé numerose sfide, tra cui quella di passare dalla cultura della “silver economy”, focalizzata sull’invecchiamento, a quella della “longevity economy”, lavorando su una programmazione dei percorsi di vita orientata alla prevenzione, benessere e sostenibilità, per una vita longeva in buona salute. La salute rappresenta una condizione indispensabile del benessere individuale e della prosperità della popolazione.
Grazie ai progressi della medicina e della ricerca, ma anche all’innovazione e allo sviluppo economico, oggi ci troviamo ad affrontare nuovi bisogni e opportunità, che fino a vent’anni fa non erano neppure immaginabili. La leadership che il nostro Paese vanta nell’ambito della longevità può rappresentare un valore straordinario: siamo un hub longevo sempre più aperto al mondo. Assicurare longevità significa sostenere una crescita e un valore economico e sociale a livello globale, se studiata e gestita con livelli di programmazione e organizzazione congrui.
Le nuove tecnologie sostituiranno l’uomo?
La trasformazione digitale e tecnologica in atto impatterà in quasi tutti gli ambiti. Dobbiamo comunque preservare la componente umana, empatica e relazionale nel nostro quotidiano. Lo strumento tecnologico o le nuove forme di comunicazione dovranno avvicinare le persone e non allontanarle. La cooperazione tra uomo e macchina è in continua evoluzione e solleva timori di sostituzione lavorativa e perdita d’identità. Studi recenti suggeriscono che l’IA generativa può migliorare la produttività umana senza sostituirla. La creatività umana rimane unica, ma l’uso collaborativo dell’IA può rendere il lavoro più interessante e soddisfacente, superando l’avversione iniziale.