Le previsioni non sono ottimistiche, ed è bene chiarirlo subito. Nella relazione sulla NADEF che il Governo ha trasmesso al Parlamento, si legge: “Il rallentamento del quadro macroeconomico registrato negli ultimi mesi, il deterioramento delle prospettive di crescita a livello globale e una dinamica dei prezzi ancora sostenuta incidono sensibilmente sul potere di acquisto delle famiglie e sulla competitività delle imprese. Si rende, pertanto, necessario adottare misure urgenti con cui contrastare tali fenomeni”. Le previsioni di crescita fissate dal DEF sono state riviste al ribasso, sia per l’anno corrente sia per i prossimi anni: questo significa che, come annunciato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nelle premesse alla NADEF 2023, “la situazione economica e di finanza pubblica è più delicata di quanto prefigurato in primavera, ed è dunque necessario fare scelte difficili. Il governo ha deciso di affrontare i problemi più impellenti come inflazione, povertà energetica e alimentare, decrescita demografica”. Anche le previsioni di spesa sanitaria sono state riviste, con il rischio che si arrivi nel 2026 ad un rapporto tra spesa sanitaria e PIL di un livello inferiore a quello pre-pandemico. Rispetto a questo punto sono insorte le opposizioni, che hanno promesso una battaglia politica nei confronti del governo per evitare ulteriori tagli alla sanità che metterebbero in ginocchio il Servizio Sanitario Nazionale.
Che cosa è la NADEF
La Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) è il documento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica e gli obiettivi economici calcolati, appunto, dal DEF nel mese di aprile. L’aggiornamento è necessario, e va presentato entro il 27 settembre di ogni anno, perché in quel momento dell’anno il Ministero dell’Economia e delle Finanze dispone di una visione più accurata e solida della situazione economica corrente, che si riflette anche in una consapevolezza maggiore per gli obiettivi futuri. La NADEF, infatti, è una sorta di documento anticipatore della Legge di Bilancio che viene approvata entro la fine di ogni anno.
Uno scheletro della Legge di Bilancio
Dopo l’approvazione della NADEF in Consiglio dei ministri e la sua trasmissione alle Camere, il Parlamento approva questo documento programmatico tramite una risoluzione presentata dalla maggioranza. Le stime e le previsioni inserite nella NADEF vengono a quel punto inserite nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) che illustra le principali linee di intervento della manovra finanziaria. Il Dpb e il disegno di legge di Bilancio, sono i documenti attraverso i quali la Commissione europea valuta le scelte del governo in merito alla legge di Bilancio per l’anno successivo. Risulta evidente dunque come, già con la NADEF, si possa intravedere uno scheletro della Legge di Bilancio.
La revisione del patto di stabilità
L’invio da parte del governo italiano del Dpb e del disegno di legge di Bilancio alla Commissione europea è previsto nel mese di ottobre e, quest’anno, coincide con l’avvio delle trattative rispetto alla revisione del patto di stabilità. La Commissione europea, infatti, ad aprile ha presentato la sua proposta di modifica, che ora dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio d’Europa. Peraltro, il coordinamento in materia economica tra governo e istituzioni europee è sancito già dalla stessa NADEF, che al suo interno ospita un capitolo relativo alle riforme e le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea.
Che cosa dice la NADEF 2023
Le stime di crescita sviluppate della Nota di aggiornamento del DEF per l’anno corrente non sono di certo rosee, come risulta evidente già dalle premesse scritte dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Se, infatti, da un lato il MEF si occupa di analizzare la situazione economica, dall’altro spetta al Ministro trarre le conclusioni e indicare, dal punto di vista politico, l’indirizzo strategico che il governo ha intenzione di intraprendere alla luce delle previsioni aggiornate.
Le stime della crescita economica italiana
Il documento certifica una stima al ribasso della crescita per il 2023 e, conseguentemente, per il triennio successivo. Nelle premesse si legge che, a seguito di una buona partenza dei primi mesi del 2023, il secondo Trimestre ha fatto registrare un’inversione di tendenza. Secondo il Governo la modesta crescita economica è stata causata “dall’elevata inflazione, dalla permanente incertezza causata dalla guerra in Ucraina, dalla sostanziale stagnazione dell’economia europea e dalla contrazione del commercio mondiale”. Per questo motivo la NADEF ha rivisto le stime di crescita annuale del PIL al ribasso, passando per il 2023 dall’1% stabilito dal DEF allo 0,8%, e abbassando addirittura dello 0,5% i dati sul 2024 (dall’1,5% all’1%).
Se analizziamo, inoltre, i dati di previsione sulla crescita economica italiana pubblicata dagli altri organismi internazionali, ci rendiamo conto di come la crescita stimata per il 2024 potrebbe essere addirittura minore rispetto a quella già modesta stabilita dal governo italiano.
Il deficit previsto dalla NADEF: 3,2 miliardi per il 2023
A fronte di una situazione “delicata”, che impone al governo scelte “difficili”, il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, nella relazione che accompagna la trasmissione della NADEF alle Camere, chiede al Parlamento di approvare, sentita la Commissione europea, una revisione degli obiettivi di indebitamento netto. In sostanza, come affermato nella NADEF, gli spazi di deficit individuati per il 2023 ammontano a 3,2 miliardi, che saranno destinati “al conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici previsto per l’anno 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori”.
15,7 miliardi per la manovra di bilancio 2024
Per quanto riguarda invece le previsioni sul 2024, lo spazio in deficit individuato dal Governo per la manovra di bilancio è di 15,7 miliardi. Le risorse saranno utilizzate, secondo il Ministro Giorgetti, per il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024 e l’attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali della Pa. Su quest’ultimo punto, la NADEF specifica che i maggiori interventi saranno destinati “con particolare riferimento alla sanità, al potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti del Pnrr, nonché al finanziamento delle politiche invariate”. Considerando, infine, l’indebitamento di 4,6 miliardi previsto per il 2025, il totale del deficit stabilito dalla NADEF per il triennio 2023-25 è di 23,5 miliardi di euro.
Le previsioni sulla spesa sanitaria
Il Ministro Giorgetti anticipa all’interno della NADEF che per il 2024 la Legge di Bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego, con una particolare attenzione al settore sanitario. Escludendo gli interventi citati dal documento a valere sull’anno di bilancio del 2023 (istituzione del Fondo per il payback dei dispositivi medici, incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive dei medici e anticipo indennità per il personale dei pronto soccorso), non si trovano altri riferimenti ad interventi previsti dalla Legge di Bilancio 2024 in ambito sanitario. Come detto, l’unico è quello che riguarda il rinnovo contrattuale del pubblico impiego.
Va però sottolineato che, nonostante la NADEF dia un indirizzo su quella che sarà la struttura della Legge di Bilancio dell’anno successivo, i due documenti non sono di certo sovrapponibili. È bene ricordare infatti che per la Legge di Bilancio dell’anno corrente (la prima del governo Meloni) erano state stanziate risorse aggiuntive per la sanità pari a 2,2 miliardi per il 2023, 2,3 miliardi per il 2024 e 2,6 miliardi dal 2025 in poi, anche e soprattutto a causa dell’aumento vertiginoso dell’inflazione. Per capire se e quanto il governo aumenterà il finanziamento della spesa sanitaria, bisognerà attendere le prossime settimane, quando verrà definita la legge di Bilancio per il 2024.
Cala il rapporto tra spesa sanitaria e PIL
Ciò che è certo è che, a fronte delle affermazioni circa il finanziamento destinato al personale sanitario per il 2024, le previsioni della NADEF certificano un calo previsto per i prossimi anni rispetto al rapporto tra spesa sanitaria e PIL.
Nel 2022 il rapporto tra spesa sanitaria e PIL si attestava al 6,7% e quest’anno è sceso al 6,6%, ma il crollo si dovrebbe avere a partire dal 2024. Nel 2026 la previsione è di un rapporto spesa sanitaria/PIL al 6,1%, dato che sarebbe inferiore a quello dei livelli pre-pandemici.
Le critiche sulle previsioni di spesa
La previsione sull’andamento della spesa sanitaria in riferimento al PIL per i prossimi anni ha scatenato l’ira delle opposizioni: sia il Partito Democratico sia il Movimento 5 Stelle hanno accusato l’esecutivo di Giorgia Meloni di voler operare tagli alla sanità all’interno della prossima Legge di Bilancio. Molto critica anche la Fondazione Gimbe, che tramite un comunicato stampa ha pubblicato un’analisi sulle stime previsionali della NADEF in merito alla spesa sanitaria dei prossimi anni. Il suo Presidente Nino Cartabellotta ha dichiarato che “a parole la NaDEF 2023 afferma l’intenzione di stanziare risorse per il rilancio del personale sanitario nel prossimo triennio, ma i numeri non lasciano intravedere affatto i fondi necessari e viceversa documentano segnali di definanziamento della sanità pubblica ancor più evidenti di quelli del DEF 2023, le cui stime previsionali sulla spesa sanitaria sono state riviste al ribasso”.
Aspettando la Legge di bilancio 2024
Al netto di una riduzione del rapporto tra spesa sanitaria e PIL prevista per i prossimi anni e certificata dalla NADEF, è bene sottolineare che le attuali previsioni sono stabilite “a legislazione vigente”; dunque, questi numeri non tengono conto di risorse aggiuntive che il governo potrebbe decidere di stanziare con la legge di Bilancio del 2024 (come avvenuto un anno fa per coprire i costi dell’inflazione).
Se da un lato è difficile pensare che il governo riuscirà a trovare i “3-4 miliardi da destinare al personale sanitario” richiesti recentemente dal Ministro Orazio Schillaci, dall’altro bisognerà attendere la legge di Bilancio per capire quale strategia ha in mente l’attuale esecutivo per la sanità. È presto per dire che il governo opererà tagli alla sanità, ma sicuramente i numeri della NADEF non lasciano grandi aspettative: trovare le risorse necessarie non sarà impresa da poco per l’esecutivo Meloni.