Oltre 450 milioni di fondi finora raccolti per investire, più di 40 aziende in portafoglio a livello globale, un team internazionale a caccia di eccellenza. Neva SGR è la società di Venture Capital del Gruppo Intesa Sanpaolo. E Mario Costantini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Neva, è il nostro investitore del mese.
Neva investe in società che operano in settori strategici per il futuro del pianeta – scienze della vita, transizione energetica, trasformazione digitale, aerospazio, produzione manifatturiera di nuova generazione – supportando chi si impegna a fronteggiare le sfide globali.
Creare ponti tra imprese innovative italiane e il network globale del venture capital per trasformare idee in opportunità. Costantini, se questa è la mission di Neva SGR, in che modo supportate la crescita dell’ecosistema industriale e tecnologico italiano?
«Per supportare la crescita dell’ecosistema industriale e tecnologico italiano, Neva SGR facilita l’accesso a capitali internazionali, offre mentorship e know-how e crea sinergie con grandi aziende e istituzioni. Ci impegniamo nel portare le best practice del mercato internazionale dei capitali all’interno delle startup italiane e nel supportare imprenditori e ricercatori italiani che affrontano le sfide globali, facendoli competere a livello globale. Fungiamo da ambasciatori del Venture Capital in Italia, uno strumento finanziario un tempo sottovalutato e che sta crescendo nel nostro Paese anche grazie al nostro lavoro, con l’obiettivo di rendere le startup e le tecnologie sviluppate in Italia attrattive per investitori e mercati internazionali».
Quattro sono le aree chiave in cui operate: life science, climate tech & energy transition, digital transformation e aerospace & manufacturing. Nel 2024, celebrando il traguardo del quarto anno di attività, avete avviato i nuovi fondi Neva II e Neva II Italia che si aggiungono ai primi tre fondi, Neva First, Neva First Italia e Fondo Sei. Quali le peculiarità di questi fondi?
«I due nuovi fondi lavorano per realizzare una strategia unitaria: supportare i migliori founder al mondo ad affrontare e vincere sfide globali. Ciascuno dei due contribuisce in modo diverso a questo sfidante obiettivo.
Neva II, per il quale puntiamo a raccogliere 400 milioni di euro, investirà in circa 50 startup a livello globale, specialmente in mercati dinamici come gli USA. Forti della nostra presenza in paesi chiave, grazie alla rete estera di Intesa Sanpaolo, e del valore già creato per le attuali società in portafoglio, siamo confidenti di poter continuare ad accedere alle migliori operazioni di investimento a livello internazionale. Il fondo Neva II Italia, che ha un obiettivo di raccolta di 100 milioni di euro, ha come missione invece identificare circa 30-35 startup italiane che operano anche all’estero in settori diversi e hanno particolare attenzione alle tematiche ESG».
Nel vostro portafoglio ci sono aziende innovative nel campo Life Science. Noi abbiamo raccontato la sfida ambiziosa di Tr1X. Può farmi una breve panoramica degli altri progetti?
«Gli investimenti di Neva SGR in aziende biotecnologiche si focalizzano su tecnologie di frontiera con un forte potenziale di trasformazione terapeutica. Per esempio, abbiamo investito in NeoPhore, una società che mira a rivoluzionare l’immuno-oncologia con l’obiettivo di ampliare in maniera sostanziale l’applicabilità delle immunoterapie. In BetaGlue siamo impegnati nello sviluppo di un approccio innovativo per il trattamento radioterapico di precisione. Con Kamau puntiamo su terapie avanzate di editing genetico per affrontare malattie genetiche rare con soluzioni curative di nuova generazione. Queste società condividono l’obiettivo di rivoluzionare i trattamenti attraverso approcci innovativi e altamente mirati, con un impatto significativo sui pazienti e sul panorama medico globale».
Il Life Science è un settore chiave dell’economia e della società. Quali parametri sono per voi fondamentali nella selezione dei progetti su cui investire nel campo delle scienze della vita?
«I nostri investimenti partono sempre da una rilevazione delle cure mediche necessarie a tanti pazienti. Guardiamo a tecnologie che abbiano il potenziale di trasformare radicalmente lo scenario terapeutico, coniugando un alto grado di innovatività a un ampio impatto sulla cura e quindi a importanti riscontri di mercato. Siamo pronti a sostenere imprenditori e ricercatori in sfide ambiziose assumendoci, come soci, il rischio di sviluppo scientifico e tecnologico, ma sempre lavorando con criteri estremamente selettivi».
Maria Grazia Roncarolo, pioniera nel campo della terapia genica e cellulare e founder di Tr1X, ha sottolineato da un lato il valore del brain power italiano, dall’altro l’importanza di coltivare la cultura imprenditoriale all’interno delle università: insegnare cioè ai nostri scienziati e alle nostre scienziate a fare impresa. Costantini, cosa fare secondo lei per incentivare il trasferimento tecnologico in Italia?
«Il trasferimento tecnologico è cruciale per la competitività del Paese. Vi sono ricerche di altissimo livello nei nostri atenei, specialmente sulle deep-tech, ma spesso notiamo la mancanza di un contesto e di una cultura che facilitino e incentivino il dialogo tra ricerca e impresa a beneficio della crescita di entrambe, in particolare della scalabilità di startup promettenti che potrebbero competere a livello globale. Neva si propone come riferimento per i founder italiani, fornendo loro accesso a capitali internazionali e fungendo da punto di fiducia per gli investitori internazionali, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione italiana su scala mondiale. Riteniamo infatti che rendere le società investibili fin dai primi passi da player internazionali sia un elemento fondamentale per incentivare la crescita di società deep-tech italiane e per convincere i nostri scienziati a raggiungere obiettivi imprenditoriali di grande respiro».
Alla luce delle sfide globali che dobbiamo affrontare, oggi innovazione è anche sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Che ruolo giocano i fattori ambientali, sociali e di governance nei processi di investimento di Neva?
«Da sempre l’approccio di Neva SGR è stato quello di avere particolare attenzione alle tematiche ambientali, sociali e di governance. Ci siamo quindi dotati di criteri, metodologie e linee di condotta ESG per la selezione e il monitoraggio degli investimenti, per esempio abbiamo definito uno “Score ESG”, un punteggio ESG sulle attività delle società che andiamo a selezionare».