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Paolo Di Giorgio: con Angelini Ventures investiamo in Biotech e Digital Health. Con le DTx preferiamo approccio ibrido

Perché ne stiamo parlando
Il Summit 2024 di Angelini Ventures ha presentato il portfolio dell’azienda, e mostrato così la visione dell’azienda su Digital Health, DTx e Medicina di Genere. Con un plauso particolare all’inclusività.

Paolo Di Giorgio: investiamo in Biotech e Digital Health. Sulle Dtx preferiamo modello ibrido

Shaping the future of care. È questo il titolo scelto da Angelini Ventures, la società di venture capital di Angelini Industries, per il 2024 Summit, svoltosi lunedì 16 settembre a Roma a Casa Angelini, headquarter del Gruppo. Una location importante, sede delle diverse realtà appartenenti ad Angelini Industries che, a soli due anni dalla nascita della divisione Ventures, le riconosce una grande rilevanza, come confermato da Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries, nell’intervento di apertura.

Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries

 

Riunire gli stakeholder per creare opportunità e condivisione

Il Summit 2024 nasce con l’obiettivo di raccogliere esperti nel settore con background e funzioni diverse, perché, come sottolinea Paolo Di Giorgio, CEO di Angelini Ventures: «Nel nostro mondo è fondamentale il rapporto con altri investitori». Da qui l’idea di radunare le realtà in cui Angelini Ventures già investe, per dar loro l’opportunità di presentare le idee, ponendo l’accento su quanto già fatto, in modo da offrire un aggiornamento del punto cui sono arrivati i progetti. In modo che anche altri investitori possano valutare ulteriori investimenti.

Fondamentale ritrovarsi anche per condividere trend e delineare scenari su quanto sta accadendo nell’ambito dell’Healthcare. Da qui la presenza di due speaker d’eccezione: Nick Riddle, Senior Managing Director presso Guggenheim Securities, e Ben Maddison, Head of HealthTech Investment Banking Europe di Stifel Financial Corp.

A margine dell’evento, abbiamo incontrato Paolo Di Giorgio, CEO di Angelini Ventures, nostro investitore del mese di maggio, per qualche domanda di approfondimento.

Nel Summit sono state presentate startup che si muovono nell’ambito della Digital Health: Avation Medical, CoMind, Noctix Health e Serenis (intervistata da noi in questo articolo). Come si sta muovendo Angelini Ventures negli investimenti in Digital Health?

«La Digital Health è un’area che ci interessa molto, perché quando abbiamo costituito Angelini Ventures nel 2022 lo abbiamo lanciato con l’idea sia di continuare a fare investimenti in biotech, esperienza già avviata dal 2021 con la creazione del fondo Angelini Lumira Biosciences Fund, ma anche con la volontà di usare un modello di Venture Capital per esplorare e capire meglio il mondo della Digital Health, che era un mondo che ci affascinava come gruppo, ma che era ai suoi primi passi. Serenis è stata una delle prime company in cui abbiamo investito, sta andando molto bene su scala italiana, con bellissimi numeri, e si sta espandendo in maniera molto solida».

Per cosa si differenziano gli investimenti nel mondo del Biotech da quelli nelle Digital Health?

«Il mondo del Digital Health è abbastanza diverso dal mondo del Biotech. Dal punto di vista tecnico, come investimenti vediamo round più piccoli, più competitivi. Sono company che riescono subito a generare ricavi sul mercato. Quindi sicuramente c’è una dinamica dal punto di vista degli investitori diversa e anche le valutazioni sono diverse. L’aspetto più importante nella  Digital Health è la capacità di queste aziende di fare scaleup, di raggiungere numeri importanti, di avere una certa traction che sia forte».

Rispetto al passato come sono cambiati gli investimenti in Digital Health?

«C’è stato molto hype nel 2020-2021, molti investimenti e valutazioni molto alte sopravvalutate. Sicuramente poi c’è stato un reset; ora ci sono aziende che quando hanno i numeri giusti riescono ad avere buoni investitori e capitali. Le aziende buone riescono a raccogliere capitale abbastanza velocemente. L’aspetto importante è riuscire a raggiungere una scala significativa e importante a livello anche di ricavi e engagement dei vari payers e stakeholder, e nel mondo della Digital Health ci sono approcci e soluzioni che sono molto promettenti».

Qual è la sfida per le startup attive nella Digital Health?

«Una delle sfide che abbiamo visto nelle startup è che anche se sulla carta un progetto sembra promettente poi si fa difficoltà a convincere i clinici, i pazienti, gli utenti finali ad adottare questi nuovi approcci digital. Un aspetto importante che va valutato molto presto dalle aziende».

Angelini Ventures sta investendo anche nelle DTx?

«Quello delle DTx è un campo che abbiamo visto molto nel dettaglio e abbiamo analizzato quasi tutte le company che sono rimborsate in Germania, ma non abbiamo fatto ancora alcun investimento. Non vuol dire che non investiremo in DTx, ma siamo molto selettivi: molte aziende riescono ad ottenere i primi ricavi in DTx, ma poi non riescono ad andare oltre perché hanno bisogno di investimenti di marketing molti alti che non giustificano il costo del prodotto. È una delle sfide proprie del mondo delle Dtx attualmente. Stiamo valutando modelli più ibridi, dove insieme alle DTx c’è una parte clinica e un contatto fisico tra paziente e medico, dove il medico può fare anche da tramite per l’utilizzo delle DTx. Il modello classico di sales pharma in questo momento non si adatta bene alle DTx, anche se potrebbe cambiare in 5-10 anni: adesso serve un intermediario che spieghi le DTx e riesca a portare il paziente a bordo, magari affiancandolo con terapie classiche».

Anche l’attenzione alla Medicina di Genere è in crescita ultimamente

«Pensiamo che il mondo della Women Health sia molto interessante. La sfida qui è dal punto di vista commerciale, perché bisogna sempre capire quanto è forte un medical need e quanto sia commerciabile. Una delle realtà nel nostro portfolio, Freya Biosciences, è proprio nell’ambito della salute femminile: un ambito che sicuramente ci è caro, anche se ovviamente ci devono essere aspetti commerciali e di need che giustificano l’investimento. Nel nostro portfolio ci sono anche realtà che operano nella Mental Health e nella depressione, dove ci sono indicazioni più frequenti nelle donne».

Chiuderei con il tema della parità di genere. Evidentemente l’inclusività e l’equality le stanno molto a cuore e ha voluto citare dei dati a riguardo nel suo stesso intervento.

«Siamo molto fieri che nel nostro team, su 14 persone, la metà siano donne, in perfetta gender equality. Nel nostro leadership team siamo 2 uomini e 2 donne e il 40% dei CEO del nostro portfolio company sono donne: un dato altamente al di sopra della media.

Siamo fieri anche che su 14 persone ci siano 10 diverse nazionalità; una diversità culturale che porta una ricchezza fuori dal comune. Lo riteniamo un fattore di forza che sicuramente ci aiuta: nelle discussioni la diversità culturale porta anche prospettive diverse, input e angoli di discussioni differenti. Un aspetto fondamentale che porta tantissimo valore al team».

Il programma del Summit 2024

Sul palco di Casa Angelini si sono alternate le realtà presenti in portfolio, facendo luce sui risultati già raggiunti e sulle prospettive di crescita per i prossimi anni.

In ambito Biotech hanno preso la parola John Reilly, di Damona Pharmaceuticals, impegnata a trattare e prevenire i deficit cognitivi nei disturbi cerebrali e durante l’invecchiamento; Andrew Krouse di GenEp, nata con l’obiettivo di creare terapie mirate alle mutazioni del sodio che causano epilessie genetiche; Baruch Harris di Pretzel Therapeutics, azienda leader nel settore delle malattie mitocondriali; Johan Hylckama di Freya, azienda di fase clinica dedicata alla salute delle donne e alla cura dell’infertilità; e Marina Udier di Nouscom, sviluppatrice di vaccini a vettori virali ingegnerizzati per il trattamento del cancro (per questo l’abbiamo scelta a febbraio come la nostra startup del mese).

Rappresentati anche i due Venture studios presenti in portfolio: Argobio e Extend.

Diversi i momenti di confronto con ulteriori panelist e spunti da parte degli uditori, e occasioni di networking. Per confrontarsi apertamente su come dar forma al “future of care”.

Keypoints

  • A 2 anni dalla nascita di Angelini Ventures sono 15 le aziende in portfolio, di cui 3 italiane; una percentuale piuttosto alta che vede anche un dealflow abbastanza simile. Confermato un occhio di riguardo per il nostro Paese, anche se l’apertura rimane a livello globale e non vi sono vincoli
  • Gli investimenti di Angelini Ventures spaziano nel Biotech e nella Digital Health
  • Non sono stati effettuati e non sono previsti al momento investimenti nelle DTx; la preferenza è quella di un modello ibrido, affiancando terapie classiche
  • Grande attenzione per la Medicina di Genere e la Woman Health
  • Gli ambiti potenzialmente più interessanti per il futuro sono l’area legata al sistema nervoso centrale, l’oncologia, l’immunologia e i trattamenti legati agli aspetti metabolici e all’obesità

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