La californiana Quince Therapeutics, azienda che sviluppa e commercializza terapie innovative, ha stipulato un accordo per l’acquisizione di EryDel Spa, società biotech spin-off dell’Università di Urbino con sede nel milanese. Focus di tale acquisizione Usa-Italia (un’acquisizione realizzata dapprima per scambio azionario eppoi, a valle, via cash) è EryDex (desametasone intra-eritrocitario) il prodotto decisamente più maturo di EryDel, studiato per il trattamento dell’atassia telangectasia (AT), raro disturbo pediatrico autosomico recessivo per cui non è ancora disponibile una terapia collaudata.
EryDex, ha in effetti mostrato una significativa efficacia in termini statistici e la sua tecnologia pionieristica, basata sull’impiego dei globuli rossi come vettori per il trasporto di farmaci steroidei, e ha acceso l’interesse persino della Banca europea per gli investimenti (BEI) che già nel 2020 ha accordato alla scale up italiana un robusto prestito per proseguire l’ulteriore sviluppo della terapia.
L’UE non è stata però l’unica a credere nel trattamento proposto da EryDel. L’azienda ha raccolto con successo fondi da capitali di rischio coprendo una parte significativa dei costi della sperimentazione, incluso il finanziamento da Sofinnova Partners di 26,5 milioni di euro. E di certo oggi non stupisce che un approccio così all’avanguardia nella comprensione e nel contrasto alle malattie rare sia entrato nel radar di un colosso biotech statunitense che da sempre è alla ricerca di risorse interessanti in fase clinica disponibili per la licenza e che punta all’acquisizione di terapie moderne per espandere la propria pipeline.
Con l’acquisizione di EryDel Spa, e soprattutto del suo asset clinico di Fase 3 EryDex, Quince intende presentare una domanda di commercializzazione per EryDex in AT entro la fine del 2025 attendendosi un picco di vendite di oltre un miliardo di dollari.
La transazione, votata in maniera unanime dai consigli di amministrazione di entrambe le società , necessita ancora del definitivo disco verde normativo e deve soddisfare alcune condizioni di chiusura che arriveranno prevedibilmente nel corso del terzo trimestre del 2023.
Al suo completamento, gli azionisti di EryDel che sono Genextra (40,2%), Innogest sgr (26,3%) e Sofinnova Partners (26,9%), Finanziaria Posillipo Spa (società di consulenza finanziaria e commerciale di Napoli, che dal 1989 opera nei settori farmaceutico e sanitario, con il 2,41%), i cofounder Mauro Magnani (2,27%), Luigia Rossi (1,51%) e il Coo Giovanni Mambrini (0,41%), deterranno il 16,7% (soggetto ad aggiustamenti al ribasso) del gruppo combinato e otterranno fino a 485 milioni di dollari in contanti al raggiungimento di determinati target di sviluppo e di mercato, nonché all’autorizzazione da parte della Federal Drug Administration e in caso di altre approvazioni regolatorie.
Al termine di tutto l’iter di approvazioni, EryDel opererà come una consociata interamente controllata da Quince.
EryDel, una storia italiana di innovazione e ricerca di capitali
Era il 2007 quando veniva fondata a Urbino EryDel, uno dei primi spin-off accademici italiani nell’area dei terapeutici che combinano un farmaco e uno specifico dispositivo medico dai professori Mauro Magnani e Luigia Rossi, biochimici dell’ateneo urbinate. I due ricercatori da anni stavano sviluppando un approccio innovativo che considerava i globuli rossi del sangue come vettori per il trasporto e la somministrazione di farmaci. Il vantaggio di un sistema cellulare per realizzare un lento rilascio del farmaco già da allora era considerato di grande interesse perché riduceva fortemente gli effetti indesiderati dei farmaci stessi e prevedeva una sola infusione al mese. Gli studi iniziali vennero condotti in collaborazione con aziende del biomedicale attive nel distretto modenese fino a realizzare un primo prototipo di una macchina capace di eseguire tutta la procedura in maniera semiautomatica.
Dopo ripetuti contratti di ricerca tra l’azienda e l’Università degli Studi di Urbino venne depositato e successivamente ottenuto un brevetto internazionale. La collaborazione con l’Università terminò quando l’azienda fu ceduta a investitori internazionali. Su queste premesse Magnani e Rossi ottennero il brevetto e costituirono EryDel SrL e ricevettero il primo supporto economico dal primo fondo d’investimento marchigiano Focus Gestioni SGR, il che ha permesso alla società di strutturarsi rispetto al personale e alla strumentazione. In seguito altri fondi di investimento (Innogest Sgr, Genextra Sgr e Sofinnova) sono entrati nel capitale sociale di EryDel che nel frattempo è diventata una società per azioni.
Ribalta internazionale
La storia di EryDel è però innanzitutto la storia di ampie sperimentazioni cliniche in campo pediatrico: inizialmente con l’ospedale Bambino Gesù di Roma nella fibrosi cistica e nelle malattie infiammatorie dell’intestino. Poi, sempre nelle malattie infiammatorie dell’intestino, con l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza (San Giovanni Rotondo). E infine nell’ambito dell’atassia telangectasia, EryDel è stata la prima in Italia (Roma e Brescia) poi in tutto il mondo con l’ultimo studio di Fase 3 (USA, Europa, Africa, Asia, Australia) a sperimentare lo sviluppo di prodotti somministrati attraverso i globuli rossi dei pazienti stessi.
I risultati positivi di questi studi, condotti in stretta collaborazione con le associazioni dei pazienti, hanno fatto sì che l’EryDex ricevesse il riconoscimento di orphan drug per il trattamento dell’AT sia dall’Ente regolatorio Americano (FDA) sia da quello Europeo (EMA). E infine hanno spinto il gruppo degli investitori a trovare un nuovo interlocutore e la scelta è ricaduta appunto su Quince Therapeutics.
Con l’ingresso di questo nuovo big partner il trattamento di malattie rare senza cura e a elevato medical need, nato in Italia presso l’università di Urbino, con la collaborazione di aziende italiane, entra ora in un contesto davvero globale.
Traguardi clinici che creano valore: le parole del Ceo di Quince

«Siamo molto entusiasti e ottimisti riguardo all’acquisizione di questa esclusiva piattaforma tecnologica di combinazione farmaco/dispositivo e di una promettente risorsa clinica in fase avanzata», dichiara a INNLIFES Dirk Thye, M.D., amministratore delegato di Quince. «L’acquisizione di EryDel da parte di Quince è il culmine di un processo durato oltre dodici mesi, durante il quale abbiamo valutato migliaia di opportunità di acquisizione e di in-licensing. EryDel è stata di gran lunga l’opportunità che ci ha entusiasmato di più, grazie alla sua tecnologia altamente differenziata e alla sua attività principale, con dati di sicurezza ed efficacia impressionanti e un’alta probabilità di successo. Si tratta di un’attività clinica in fase avanzata perfetta per Quince, alla quale dedicheremo il nostro capitale, la nostra esperienza nello sviluppo di farmaci e le nostre risorse aziendali. Prevediamo di finanziare completamente lo sviluppo della nostra attività principale EryDex attraverso lo studio di Fase 3 fino alla presentazione della NDA (New Drug Application, applicazione sottoposta da un produttore all’FDA, dopo che siano stati completati degli studi clinici, per una licenza a commercializzare un farmaco, n.d.r.). Intendiamo adottare un approccio meditato alle partnership e valuteremo sia le opportunità di in-licensing, sia il potenziale di out-licensing in territori regionali al di fuori degli Stati Uniti, per fornire una via di fuga attraverso l’approvazione normativa di EryDex».
«Inoltre mi preme sottolineare», prosegue Thye, «che l’entità combinata, cioè Quince ed EryDel, ha liquidità sufficiente e un solido bilancio per procedere con lo sviluppo di EryDex. Al 30 giugno scorso, del resto, Quince ha registrato circa 87,6 milioni di dollari in contanti, equivalenti e investimenti a breve termine. Questa liquidità sarà destinata al finanziamento di EryDex attraverso la sperimentazione clinica globale di Fase 3 nell’ambito di uno Special Protocol Agreement (SPA) con la Food & Drug Administration statunitense e, in caso di risultati positivi dello studio, alla presentazione della NDA, oltre a proseguire le attività regolatorie europee relative alla potenziale presentazione di un MAA (Marketing Authorisation Application). Va aggiunto poi che la transazione includerà l’assunzione del prestito della Banca europea per gli investimenti di EryDel, pari a 13 milioni di dollari (10 milioni di euro in capitale), con pagamenti programmati a partire dalla seconda metà del 2026».
«Durante la nostra presentazione agli investitori», continua Thye, «abbiamo illustrato il progetto del nostro studio clinico di Fase 3 NEAT (Neurological Effects of EryDex on Subjects with AT) di EryDex per il trattamento dell’AT, il cui arruolamento dei primi pazienti è previsto per il secondo trimestre del 2024. Si tratta di studio relativo agli effetti neurologici di EryDex, pianificato in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, di efficacia globale condotto su circa 86 pazienti con AT di età compresa tra 6 e 9 anni, con un massimo di altri 20 pazienti di età pari o superiore a 10 anni. Ebbene, se tale studio dovesse dare esiti positivi, prevediamo di presentare domanda di approvazione negli Stati Uniti. E ciò spalancherebbe le porte per il lancio di EryDex sul mercato statunitense. Da lì saremo pronti con i diritti di partnership al di fuori degli Stati Uniti per la commercializzazione in quei territori. Tuttavia, non abbiamo ancora pensato nel dettaglio come commercializzare la combinazione di farmaco e dispositivo medico (con relativo kit), che è il cuore della terapia sviluppata da EryDel. Contemporaneamente, come detto, intendiamo portare avanti le attività regolatorie europee relative a una potenziale richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio (MAA) di EryDex sulla base del precedente studio clinico di Fase 3».
Molteplici protezioni tecnologiche ed elevate barriere all’ingresso
«Attualmente», precisa Thye, «EryDex è il candidato farmaco contro l’AT più avanzato dal punto di vista clinico in un panorama competitivo davvero molto limitato. EryDex infatti è protetto da una forte posizione brevettuale e da una piattaforma tecnologica altamente innovativa e proprietaria, sviluppata negli ultimi 20 anni con oltre 100 milioni di dollari di investimenti, una piattaforma che oggettivamente sarebbe difficile da replicare. Si stima che la popolazione AT sia di circa 10mila pazienti negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nei Paesi EU senza terapie attualmente approvate ed è per questo che EryDex potrebbe essere il primo farmaco sul mercato con prezzi interessanti e nessuna concorrenza nota».
La tecnologia AIDE di EryDel consente l’incapsulamento intracellulare autologo e la somministrazione di desametasone in modo controllato e a lento rilascio che potenzialmente consentirà la somministrazione cronica di steroidi per molti mesi o anni con un profilo di sicurezza favorevole.
«Ciò potrebbe rappresentare», conclude Thye, «un’opportunità per colpire non solo l’AT, ma anche altre diverse malattie rare debilitanti in cui il trattamento con steroidi è lo standard di cura. Ci aspettiamo di presentare molto presto nuovi aggiornamenti su questi sviluppi. Al momento non posso aggiungere di più, posso però assicurare che le attività di transizione e integrazione tra Quince ed EryDel procedono spedite dal giorno successivo l’annuncio dell’acquisizione. Stiamo di fatto già operando come un team combinato. Inoltre, abbiamo recentemente assunto Charles S. Ryan come nuovo Presidente di Quince. Si tratta di un professionista di grandissima esperienza e competenza che, tra le varie responsabilità quotidiane, dovrà segnatamente coordinare la completa integrazione delle attività finanziarie e operative di EryDel e la gestione delle nostre attività in Italia».