Negli ultimi anni il tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito medico e sanitario è diventato uno degli argomenti maggiormente trattato ed indagato in varie tipologie di ricerche. Molte di queste prendono in considerazione le opinioni che cittadini e pazienti esprimono a riguardo, su quelle che possono essere le loro aspettative e i loro timori sulle applicazioni di una tecnologia innovativa come l’IA in un settore così “delicato” come la salute.
Una delle ricerche più recenti su questo ampio campo di indagine è stata realizzata da EngageMinds HUB – Consumer Food & Health Engagement Research Center dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Cremona, guidato dalla Professoressa Guendalina Graffigna. Una rilevazione che ha coinvolto un campione di oltre mille cittadini rappresentativi dell’intera popolazione italiana e i cui dati preliminari sono stati pubblicati nelle scorse settimane.
Cittadini italiani favorevoli all’uso dell’intelligenza artificiale in sanità
Dall’analisi dei dati raccolti emerge che il 62% dei cittadini italiani è favorevole all’uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Di questi, l’88% la userebbe per semplificare il linguaggio dei referti, l’86% vi farebbe ricorso come supporto al medico per effettuare una diagnosi e l’80% come aiuto per stabilire una terapia farmacologica adeguata. Il consenso cala al 66% nel caso si ipotizzasse l’utilizzo dell’IA come strumento per un’autoanalisi.
Il consenso espresso dai cittadini è ancora maggiore quando si tratta di valutare le possibili opportunità che potrebbero scaturire dall’utilizzo delle innovazioni digitali in ambito sanitario. Infatti, il 78% del campione ritiene che le tecnologie digitali miglioreranno l’accessibilità e l’utilizzo dei servizi sanitari, la riduzione dello spreco di carta, e un maggior coinvolgimento del paziente grazie ad una più facile fruizione del proprio fascicolo sanitario.
Ancora: il 74% del campione ritiene che l’IA determinerà una riduzione dei costi a lungo termine, il 68% è dell’opinione che si possa ottenere un miglior monitoraggio da remoto grazie a vari devices, e il 63% prospetta il miglioramento della diagnosi tramite IA.
I possibili rischi legati all’utilizzo dell’IA in ambito salute
Nonostante la buona propensione all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, gli italiani paiono essere consapevoli che tale innovazione tecnologica in ambito sanità può comportare dei rischi. Infatti, il 70% del campione è dell’opinione che essa possa determinare la perdita della relazione e del contatto diretto con il medico, il 66% segnala che vi possano essere difficoltà nell’utilizzare i servizi a causa di mancanza di adeguata formazione, e il 65% mette in risalto l’eventualità che l’intelligenza artificiale possa commettere degli errori.
Inoltre, il 63% degli italiani evidenzia la sussistenza di problematiche legate alla privacy e, collegato con questo aspetto, il 60% dichiara di temere la diffusione di dati sensibili. Altre problematiche segnalate, sebbene leggermente meno rilevanti, sono la mancata interconnessione fra i sistemi informatici (56%), e la complessità e la lunghezza delle procedure (47%).
I risultati dell’indagine mettono in risalto che, rispetto ai rischi individuati, emerge che le donne mostrano un maggior timore per l’uso dell’IA in medicina. Un grado di preoccupazione che è il medesimo di coloro consapevoli del ruolo della scienza nella società e di coloro che tendono a ricercare le informazioni.
Favorevoli e contrari all’impiego dell’IA in sanità
Infine, la rilevazione ha anche fornito una caratterizzazione di coloro che si dichiarano maggiormente favorevoli all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Si tratta prevalemente di cittadini del Sud Italia e delle isole (68%), politicamente orientati al centro (67%), fiduciosi nel ruolo del SSN (74%) e nelle istituzioni (77%). Inoltre, si tratta di persone che comprendono l’importanza del ruolo della scienza nella società (71%), una propensione alla ricerca delle informazioni (71%) ed è consapevole dell’importanza della salute (67%).
Di contro, i cittadini maggiormente critici verso l’impiego dell’IA in sanità sono quelli residenti nel Nord– Est Italia (57%) e coloro non schierati politicamente (49%).