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Medical Imaging, Zanca (EIC): «Importante capire quali saranno le tecnologie emergenti»

Perché ne stiamo parlando
Il Consiglio Europeo per l’Innovazione ha dato il suo benvenuto a Federica Zanca come Program Manager per i settori dell’Imaging Medico e dell’Intelligenza Artificiale nel settore sanitario. Con la scienziata facciamo il punto sulle tecnologie emergenti e sul valore dell’AI Act.

Medical Imaging, Zanca (EIC): «Importante capire quali saranno le tecnologie emergenti»
Federica Zanca, Programme Manager for Medical Imaging and AI in Healthcare, EIC

«Ad oggi c’è spazio per investire di più, questo perché i miei predecessori hanno expertise complementari alle mie e gli investimenti sono stati principalmente nei settori biotech e medtech. Il secondo passo, su cui sto lavorando, è identificare la challenge legata agli strumenti che finanzieremo nel 2025 e quali sono le tecnologie strategiche». Sono le parole di Federica Zanca, nelle scorse settimane nominata EIC Programme Manager for Medical Imaging and AI in Healthcare. Un ruolo strategico in un momento storico di grandi cambiamenti tecnologici. Sicuramente AI e sicurezza informatica sono temi importanti dell’oggi e del domani. «Oltre a tutto ciò che fa parte dell’ecosistema del Medical Imaging», aggiunge Zanca.

Il programma di lavoro 2024 del Consiglio Europeo per l’Innovazione apre opportunità di finanziamento per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro per le tecnologie strategiche e l’espansione delle imprese. In che modo sfruttare al meglio queste risorse?

«Tre gli strumenti fondamentali. Il primo è l’EIC Pathfinder, il programma di finanziamento nell’ambito di Orizzonte Europa che offre supporto ai gruppi di ricerca o singole PMI attraverso finanziamenti per portare avanti progetti innovativi di deep tech con un elevato grado di ambizione e rischio scientifico e tecnologico (TRL 1-4); il secondo è il Transition, per validare tecnologie innovative e sviluppare business plan per applicazioni specifiche (TRL 3-6); il terzo è l’Accelerator, per sviluppare e fare scale-up di innovazioni con il potenziale di creare nuovi mercati o di sconvolgere quelli esistenti (TRL 5-9). Ho iniziato ad analizzare le esigenze del settore e capire quali sono le challenge, a livello di ricerca di base».

Quanto è importante, in queste fasi, la consultazione con gli stakeholder?

«È fondamentale avere un certo livello di multidisciplinarità nel settore Healthcare. Cerco di rivolgermi a medici, ricercatori, aziende tecnologiche e grandi leader nel mercato, non solo a PMI. Cerchiamo di capire dove vogliono investire i player e che tipo di ricerca di base vorrebbero. Legata a questo aspetto è molto importante la valutazione delle tecnologie emergenti, considerando soprattutto gli sviluppi rapidi che avvengono nel contesto dell’Intelligenza Artificiale. È necessario capire quali sono e quali saranno le tecnologie emergenti e quali avranno un potenziale maggiore per trasformare la ricerca in Imaging ed in particolare aver un impatto sul paziente o l’utilizzatore della tecnologia. Un altro fattore di primaria importanza è l’integrazione delle tecnologie emergenti con le soluzioni già esistenti. Per esempio, in che modo possiamo integrare l’Intelligenza Artificiale nelle infrastrutture e nei flussi di lavoro già esistenti con l’obiettivo di massimizzare l’impatto di tali applicazioni».

“AI Act”, l’Unione Europea ha la sua legge sull’Intelligenza Artificiale. Secondo lei è un buon punto di inizio?

«Il valore dell’AI Act e le linee guida su cui l’Europa si sta posizionando, anche con la direttiva sui Medical Device è molto importante. Da una parte credo sia fondamentale proteggere i diritti e la sicurezza dei cittadini e delle cittadine, dall’altra occorre assicurarsi che ciò non diventi un ostacolo all’innovazione e alla competitività delle imprese europee nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Adesso la challenge consiste nel riuscire a capire come applicare l’AI Act e, allo stesso tempo, non limitare la competitività delle imprese europee. Non dimentichiamo che in altri continenti come l’Asia o l’America le leggi sono diverse, per cui le startup crescono con un livello di libertà maggiore rispetto a quello che c’è in Europa».

Quale potrebbe essere una strada percorribile per non “inceppare” il sistema europeo?

«Facilitando le adoption nel settore. Per esempio, con l’adozione della blockchain. La mia idea è quella di poter collaborare con le DG cugine e lavorare su due piani complementari. In questo modo si potrà da una parte avanzare sugli aspetti delle infrastrutture ma anche sugli aspetti dell’innovazione e della competitività attraverso le nuove tecnologie senza essere limitati dall’AI Act o dalla direttiva europea per i Medical Device».

Quali potrebbero essere dal suo punto di vista le principali criticità nella trasposizione di queste direttive tra le istituzioni europee, nazionali e regionali?

«I diversi Stati Membri devono collaborare anche con le società europee di rappresentanza del settore che hanno una visione legata molto al territorio e possono dare un grande supporto nella trasposizione di queste leggi. È chiaro che, in ogni caso, le normative dovrebbero essere proporzionate al rischio e alle dimensioni dell’impresa».

Cioè?

«A volte, nella validazione dei tool, le piccole e medie imprese richiedono più flessibilità, cioè la possibilità di mettere sul mercato dei tool che devono essere sicuri, ma allo stesso tempo non ancora nella loro versione finale. Potrebbero essere approvati anche delle agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese che investono sulla conformità innovativa e l’adozione di buone pratiche che prevedono l’uso dell’Intelligenza Artificiale. Terzo punto è poter monitorare attentamente l’impatto delle nuove disposizioni».

Un esempio potrebbe essere un controllo periodico…

«Esatto. Bisognerebbe creare dei framework con delle piattaforme che prevedono un continuo flusso di dati. In questo caso potrebbero essere analizzate le informazioni legate all’aspetto operativo e clinico. Si otterrebbe, così, un monitoraggio continuo, con delle dashboard delle diverse applicazioni».

Le nuove tecnologie stanno dilagando nel settore Healthcare. Il 2023 è stato l’anno dell’Intelligenza Artificiale generativa. Nel frattempo, il programma di lavoro 2024 del Consiglio Europeo per l’Innovazione mette sul piatto oltre 1,2 miliardi di euro per le tecnologie strategiche e l’espansione delle imprese. Tre gli strumenti fondamentali: l’EIC Pathfinder, il Transition e l’Accelerator. Bene il via libera all’AI Act. Sarà una sfida importante ma attenzione a non limitare la competitività delle imprese UE.

Keypoints

  • Federica Zanca è stata nominata EIC Programme Manager for Medical Imaging and AI in Healthcare
  • L’EIC ha il compito di portare concetti e tecnologie innovativi fuori dai Consigli di Amministrazione o dai laboratori e nel mondo reale
  • Il programma di lavoro 2024 dell’EIC ha finanziato oltre 1,2 miliardi di euro per le tecnologie strategiche e l’espansione delle imprese
  • Tra gli strumenti fondamentali, l’EIC Pathfinder, a supporto di gruppi di ricerca o singole PMI per progetti innovativi di deep tech
  • Transition: per validare tecnologie innovative e sviluppare business plan per applicazioni specifiche
  • Accelerator: per sviluppare e fare scale-up di innovazioni con il potenziale di creare nuovi mercati o di sconvolgere quelli esistenti

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