Digital Health

Le app hanno grandi potenzialità per curare chi ha disturbi neurologici, ma serve validazione clinica

Perché ne stiamo parlando
Un recente studio ha evidenziato la necessità di validare scientificamente app e altre soluzioni digitali usate per il trattamento dei disturbi neurologici. Lo ha commentato per noi il Prof. Giacomo Stella.

Le app hanno grandi potenzialità per curare chi ha disturbi neurologici, ma serve validazione clinica

A che punto siamo, tra potenzialità ed efficacia effettiva, con le terapie digitali per le condizioni del neurosviluppo e della salute mentale? «L’uso della teleriabilitazione consente di evitare gli spostamenti, riducendo il carico organizzativo e finanziario per le famiglie che devono gestire disturbi neurologici, e permette un aumento della frequenza degli interventi, fino a cinque giorni a settimana, migliorando l’efficacia del trattamento», ha spiegato anzitutto a INNLIFES Giacomo Stella, Professore ordinario di Psicologia clinica al Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La digitalizzazione sta trasformando profondamente il supporto a bambini e adolescenti con disturbi del neurosviluppo, offrendo strumenti innovativi che possono integrare e potenziare le metodologie tradizionali.

Sebbene ci siano ancora aspetti da migliorare, l’enorme accessibilità di queste soluzioni rappresenta un’opportunità nel campo della riabilitazione, con un impatto concreto sulla qualità della vita delle famiglie e sull’efficacia delle terapie. Uno studio pubblicato sul Journal of Medical Internet Research (JMIR) ha esaminato 3.435 risorse digitali destinate al supporto di bambini con disturbi del neurosviluppo. Di queste, 112 sono state selezionate per un’analisi approfondita, evidenziando come molte siano già utilizzate con successo in vari ambiti, sebbene solo il 7% sia stato validato attraverso studi clinici.

Teleriabilitazione, la chiave per una maggiore accessibilità

L’uso delle tecnologie digitali offre la possibilità di una riabilitazione più accessibile e continuativa, permettendo di intercettare in maniera più semplice e funzionale le esigenze dei pazienti. «Abbiamo riscontrato un notevole aumento della partecipazione delle famiglie, che trovano più semplice accedere a questi strumenti rispetto agli incontri in presenza. Meno viaggi, meno costi, più costanza nel trattamento», continua Stella.

«La possibilità di interagire quotidianamente con un’app o una piattaforma digitale ha trasformato l’approccio terapeutico: non più sedute limitate a una volta a settimana, ma un allenamento costante che rinforza l’apprendimento in modo più efficace». Secondo lo studio del JMIR, il 17% delle risorse digitali analizzate si concentra sull’autismo, il 14,3% sulle difficoltà linguistiche e il 9,8% sull’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività).

La varietà delle applicazioni disponibili dimostra il potenziale di queste tecnologie, che possono essere adattate alle esigenze specifiche di ciascun bambino. «Non tutte le app vanno bene per tutto. È fondamentale che sia uno specialista a individuare quale strumento sia più indicato: alcune soluzioni lavorano sul lessico, altre sulla lettura, altre ancora sulla scrittura o sulla velocizzazione del riconoscimento visivo delle parole», sottolinea Stella.

«Esistono applicazioni che monitorano il tempo di lettura e, per stimolare il bambino a migliorare, inseriscono elementi ludici, come un serpente che si mangia le parole». Se ben strutturati, questi strumenti possono essere molto efficaci: unire apprendimento e divertimento è utile per migliorare la motivazione e ridurre la percezione dello sforzo, rendendo l’esperienza terapeutica più naturale e meno stressante.

Il ruolo decisivo del terapista, con o senza strumenti digitali

Nonostante i grandi benefici è essenziale adottare un approccio consapevole e responsabile nell’utilizzo delle terapie digitali. «Oltre al rischio di affaticamento, il terapista ha il compito cruciale di evitare il calo di interesse e di motivazione creando una compliance efficace», avverte Stella.

«Questo suggerisce la necessità di integrare questi strumenti in un contesto terapeutico più ampio, in cui la supervisione dello specialista aiuti a bilanciare i tempi di utilizzo e a mantenere l’efficacia dell’intervento. Inoltre, la facilità di accesso a un’enorme quantità di risorse può generare confusione in famiglia, con il rischio di utilizzare strumenti poco adatti o addirittura fuorvianti, senza considerare attentamente tutte le minacce per la salute associate».

Se da un lato occorre rafforzare la collaborazione tra sviluppatori e professionisti del settore per garantire che le app disponibili siano scientificamente validate, dall’altro bisogna prestare attenzione al tema della diagnosi. «Una delle criticità dell’avere strumenti non controllati è che i genitori si affidino a test online per auto-valutare i propri figli, senza consultare uno specialista», sottolinea il professore. «Lo screening può essere un primo passo, ma si deve fare tutto il possibile per evitare che qualcuno pensi di potersi fare un’autodiagnosi con un test online».

Il futuro delle soluzioni digitali per il neurosviluppo è senza dubbio promettente, ma il valore aggiunto si ha quando specialisti e sviluppatori lavorano insieme, combinando la conoscenza scientifica con l’innovazione tecnologica. Il prossimo obiettivo è creare soluzioni sempre più personalizzate, capaci di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni bambino. Le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale e del machine learning potrebbero rendere questi strumenti ancora più efficaci, fornendo suggerimenti in tempo reale basati sulle necessità individuali dell’utente. Così facendo le terapie digitali potranno integrarsi nel percorso terapeutico, senza sostituirlo.

Keypoints

  • La teleriabilitazione riduce gli spostamenti, abbassa i costi e aumenta la frequenza delle sessioni terapeutiche
  • Ogni strumento digitale, terapie digitali incluse, deve essere scelto da uno specialista in base alle esigenze specifiche del paziente
  • Le app più efficaci sono quelle che combinano aspetti ludici e riabilitativi per migliorare la motivazione
  • La supervisione dello specialista è fondamentale per garantire l’efficacia dell’intervento tramite terapie digitale
  • Gli strumenti digitali supportano lo screening, ma non possono sostituire la diagnosi clinica
  • Lo sviluppo di strumenti digitali efficaci richiede sinergia tra sviluppatori e specialisti
  • Uno studio del JMIR ha messo in luce che solo il 7% delle risorse digitali analizzate è stato validato attraverso studi clinici

Ti è piaciuto questo articolo?

Share

Registrati per commentare l’articolo

News

Raccolte

Articoli correlati