L’Intelligenza Artificiale e il sistema di apprendimento automatico di Alexa, l’assistente personale smart sviluppato da Amazon, possono essere strumenti utili per migliorare la qualità della vita degli anziani e delle persone fragili, contrastando il senso di solitudine e isolamento che condiziona le loro giornate. Attraverso una sinergia tra tecnologia digitale e assistenza umana, diventa possibile realizzare una soluzione per il cosiddetto senior housing, favorendo l’indipendenza in sicurezza delle persone fragili. Un esempio senz’altro virtuoso, oltre che caso di studio interessante, è il progetto Noon Care, un’innovazione che punta a migliorare l’assistenza domiciliare attraverso l’integrazione di dispositivi Amazon Echo Show 8 con Alexa nelle abitazioni degli anziani, permettendo loro di rimanere nel comfort delle proprie case.
Sviluppato dallo studio di innovation design 21AM e dalla cooperativa sociale Equa, Noon Care è parte integrante del progetto Smart Home Care, finanziato da Fondazione Cariplo e realizzato in collaborazione con Fondazione Cassoni. La sperimentazione del sistema, attualmente in corso presso il Villaggio Barona di Milano, evidenzia la possibilità di utilizzare gli algoritmi predittivi per permettere agli anziani di mettersi in contatto con un’equipe multidisciplinare (in questo caso, di Equa), la quale valuta i bisogni degli utenti e attiva specifici canali socio-assistenziali. Noon Care non si limita alla tecnologia, ma funge da aggregatore di elementi e servizi esistenti, ottimizzando e potenziando il lavoro degli operatori socio-sanitari, senza sostituirne il valore. Inoltre, è in fase di sviluppo l’integrazione per l’aggiunta di sensori ambientali che permetteranno di predire e intervenire in situazioni problematiche, garantendo un intervento tempestivo da parte degli operatori. Le partnership e le collaborazioni, con organizzazioni come Fondazione Need Institute, Kservice e Cergas per la valutazione degli esiti, sottolineano l’impegno a creare un modello di assistenza sostenibile e replicabile, in grado di rispondere alle crescenti necessità di una popolazione sempre più anziana. Ne abbiamo parlato con Alessandro Galluzzi, Business Developer Alexa Smart Properties, e Adam Cavallari, co-fondatore di 21AM.
Alessandri Galluzzi, quale obiettivo di salute ci si è dati con Noon Care?
«Il progetto Noon Care nasce dalla volontà di creare un solido connubio tra assistenza alla persona e tecnologia. Così è nata l’ambizione di permettere ai più fragili e agli anziani di rimanere nel comfort di casa propria, senza rinunciare a un’assistenza di qualità. L’obiettivo è quindi di fornire una risposta concreta, accessibile e inclusiva a questa domanda di salute, utilizzando gli strumenti che l’innovazione tecnologica ci mette a disposizione».
Adam Cavallari, in cosa consiste il progetto e a che punto siamo con la sperimentazione?
«La prima sperimentazione sta interessando il Villaggio Barona di Milano (uno dei primi esperimenti di housing sociale realizzati in Italia, ndr), in cui sono stati installati diversi dispositivi Echo Show 8 con integrazione Alexa. Con l’uso della voce, e attraverso semplici comandi come “Alexa, chiama un operatore”, è possibile creare una connessione tra le abitazioni degli anziani e un’equipe multidisciplinare di Equa, che valuta il bisogno della persona fragile e, all’occorrenza, attiva servizi socio-assistenziali. Non solo: è possibile mettersi in contatto con gli operatori anche per conoscere iniziative interessanti previste in quartiere, così come ricevere promemoria su appuntamenti, scadenze e routine da rispettare, contrastando la solitudine e rendendo più agevoli le attività quotidiane.
Alla base di Noon Care c’è quindi l’idea di una tecnologia etica, il cui scopo non è solo offrire un servizio, ma accompagnare chi ne ha più bisogno nel percorso di vita, cercando di eliminare il senso di isolamento che spesso diventa parte della quotidianità e ostacolo alla salute dei più fragili. Ovviamente, la tecnologia riveste un ruolo cruciale in questo contesto perché permette di potenziare il lavoro già consolidato degli operatori sociosanitari, senza sostituirne il valore. Il progetto è inoltre in fase di integrazione per l’aggiunta di sensori ambientali volti a predire e intervenire in situazioni problematiche, permettendo così all’operatore dedicato di attivarsi in modo ancora più tempestivo».
Galluzzi, possono gli smart speaker diventare a tutti gli effetti degli hub domestici che abilitano la telemedicina?
«Gli smart speaker guidati dall’Intelligenza Artificiale hanno un importante potenziale sociale, ed è già stato dimostrato che possono fornire un supporto concreto nell’ambito dell’assistenza alla persona. Per esempio, Amazon ha annunciato nel 2022 Alexa Smart Properties for Senior Living, soluzione progettata specificamente per le esigenze degli anziani e di chi se ne prende cura, consentendo ai residenti delle RSA di rimanere sempre connessi, informati e intrattenuti, semplicemente rivolgendosi ad Alexa. Grazie a questa soluzione, il personale della struttura può infatti comunicare in modo più efficiente con gli ospiti, e rendere gli assistiti più indipendenti tramite una serie di funzioni correlate alla smart home, come luci e prese intelligenti, o il controllo di tapparelle e termostati. In questo modo, gli ospiti sono messi nella condizione di controllare maggiormente l’ambiente in cui vivono con il semplice uso della voce, rafforzando il senso di autonomia e facendo risparmiare tempo al personale, che potrà concentrarsi sulle attività di assistenza e cura a maggiore valore aggiunto».
Cavallari, quali feedback avete ricevuto dagli utilizzatori? E c’è differenza in base alle fasce d’età?
«Le persone che hanno aderito alla sperimentazione hanno riportato feedback positivi, grazie soprattutto al nuovo rapporto con gli operatori e con Alexa. Gli utenti del servizio sono i primi a richiedere aggiornamenti e nuove funzionalità che possano favorire la loro indipendenza e la socialità. Nell’attesa di definire nel dettaglio le caratteristiche del primo prodotto commerciale Noon Care, stiamo registrando tutte le richieste e stiamo valutando possibili soluzioni innovative per le diverse fasce di età. Per esempio, le persone più giovani vorrebbero una maggiore offerta di intrattenimento e socializzazione, come corsi o attività ricreative, ma anche eventi organizzati quali aperitivi e feste di quartiere. Le persone meno giovani, invece, vorrebbero poter riprodurre favole e musiche da ascoltare con i propri nipoti, oppure di chiamare i propri cari sempre direttamente tramite il dispositivo, senza il dover prendere in mano lo smartphone».
Galluzzi, Noon Care rappresenta anche un modello dal grande valore sociale: in che modo si sta lavorando per promuoverne ancora di più l’inclusività?
«Vorremmo rendere Alexa sempre più alla portata di tutti, migliorando la sua accessibilità e abbattendo le barriere che ne complicano l’utilizzo. Per questo scopo, abbiamo integrato l’algoritmo di Alexa con la storia, la cultura, le tradizioni e i modi di dire locali, coinvolgendo linguisti ed esperti. Così facendo, il sistema dovrebbe essere in grado rispondere ai comandi di tutti gli utenti anche in un paese come il nostro, caratterizzato da tanti dialetti e da forti differenze linguistiche che si incontrano anche all’interno della stessa città. Questo è particolarmente utile specialmente in metropoli come Milano, in cui il progetto è attualmente in fase di sperimentazione».
Cavallari, esiste già un modello di business per Noon Care?
«L’inquadramento di business del progetto Noon Care si fonda sull’accessibilità universale e sulla sostenibilità economica attraverso tre principi fondamentali. Anzitutto, vengono selezionati e utilizzati strumenti e tecnologie già disponibili, riducendo così i costi di sviluppo e implementazione. Inoltre, il processo di integrazione di queste tecnologie nei modelli di assistenza esistenti avviene in maniera sostenibile, evitando la necessità di ricostruire da zero l’intero sistema. Il progetto si propone anche di sostenere e valorizzare il lavoro degli operatori socio-sanitari, ottimizzando l’efficacia delle risorse umane e tecnologiche a disposizione. Questo approccio non solo migliora l’efficienza del servizio, ma riduce anche i costi operativi complessivi. La sostenibilità economica del progetto, per il momento, è ulteriormente rafforzata dalla collaborazione con diverse fondazioni e istituzioni, come Fondazione Cariplo, Fondazione Cassoni e altri partner, che hanno contribuito con finanziamenti e supporto per la fase pilota».