Le piattaforme di digital mental health stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nel superare le barriere culturali legate alla salute mentale. Con la maggiore accessibilità dei sistemi di telemedicina sta cambiando anzitutto il modo in cui le persone si avvicinano alla terapia, grazie anche a servizi sempre più flessibili, sicuri e accessibili. Nonostante una maggiore apertura da parte delle generazioni giovani – che vedono sempre più spesso l’affiancamento psicologico come un percorso utile per il proprio benessere, senza alcuno stigma – restano ancora delle riserve tra le generazioni più anziane.
Una comunicazione aperta, con la sensibilizzazione del grande pubblico sull’importanza della salute mentale, è alla base del superamento di queste barriere. Parallelamente, la digitalizzazione della mental health pone nuove sfide anche in termini di competenze richieste, come quelle nell’analisi dei dati applicata a questo settore. Queste abilità permettono di comprendere meglio le esigenze delle persone che sono clienti e di migliorare la personalizzazione del supporto – che già sappiamo essere un elemento chiave per la crescita futura di tutto il comparto della digital health.
Abbiamo parlato di questi temi con Martina Paglia, psicologa italiana (abilitata all’esercizio della professione in Italia e nel Regno Unito) che è ceo e fondatrice di Psicologo 4U, azienda che si è distinta nel nostro paese per i suoi servizi di psicoterapia online con professionisti qualificati, ponendosi senza dubbio tra i più importanti rappresentanti del comparto della digital mental health in Italia.
Martina Paglia, partiamo con una domanda che è d’obbligo in queste occasioni: in che modo state aiutando a superare lo stigma che tutt’ora interessa il comparto della salute mentale?
«La nostra realtà promuove una comunicazione aperta e trasparente sui benefici della terapia, nonché sul fatto che cercare aiuto non è un segno di debolezza. Oltre a offrire servizi accessibili che favoriscono la creazione di un ambiente di accettazione e supporto, utilizziamo campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico, coinvolgiamo influencer e portiamo testimonianze di clienti per normalizzare la conversazione sulla salute mentale».
Come si posiziona Psicologo 4U nel contesto attuale della telemedicina e quanto è replicabile il modello in altre aree della salute?
«L’azienda si colloca strategicamente all’interno del panorama della telemedicina con un’offerta di servizi di terapia online progettati per essere flessibili, accessibili e personalizzati, rispondendo così alla crescente domanda di supporto psicologico con soluzioni sicure, comode e facilmente fruibili. Questo approccio ci consente di distinguerci in un contesto competitivo dove sono presenti anche piattaforme nazionali che stanno attirando molta attenzione. Il modello sviluppato da Psicologo 4U, focalizzato su accessibilità e personalizzazione, è senz’altro replicabile anche in altre aree della salute: settori come la nutrizione, il benessere fisico e altre forme di consulenza specialistica potrebbero beneficiare della nostra esperienza nella fornitura di servizi online, promuovendo la creazione di un ecosistema integrato di assistenza e consulenza sanitaria a tutto tondo».
Quali sono le competenze più ricercate (psicologi a parte) e quali risultano più difficili da reperire sul mercato?
«Nel nostro comparto sono molto richieste figure esperte in marketing digitale, specialisti IT e professionisti nelle business operations. Queste competenze specifiche sono fondamentali per supportare la crescita e l’efficienza operativa dell’azienda in un settore che si sta digitalizzando rapidamente. Tuttavia, uno dei profili più difficili da reperire è quello di professionisti con esperienza nell’analisi dei dati applicata specificamente al settore della salute mentale. Essendo un campo relativamente recente, l’analisi dei dati in questo ambito richiede non solo competenze avanzate in data science e analisi statistica, ma anche una profonda comprensione delle dinamiche della salute mentale e delle tecnologie utilizzate in questo contesto. Il connubio tra queste competenze rende questa figura molto specializzata e, al contempo, difficile da trovare sul mercato del lavoro».
Quali resistenze avete trovato da parte di psicologi e clienti e come le avete affrontate?
«Abbiamo riscontrato resistenze da parte di alcuni psicologi riguardo alla telemedicina e all’uso di piattaforme digitali, spesso legate a preoccupazioni sulla qualità del servizio. Abbiamo affrontato queste resistenze attraverso programmi di formazione e informazione, dimostrando l’efficacia della terapia online. Per i clienti, abbiamo promosso testimonianze e feedback positivi per costruire fiducia e sicurezza nei nostri servizi. Inoltre, la nostra proposta si caratterizza per la forte attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati, utilizzando tecnologie conformi alle normative GDPR. Abbiamo anche un approccio etico nell’uso degli algoritmi, garantendo che le raccomandazioni e i servizi siano personalizzati anche dal punto di vista culturale: forniamo un modello di riferimento che – come si dice – mette al centro il paziente, rispettando le diversità individuali. Le risorse e i contenuti che offriamo sono sensibili e pertinenti alle diverse esperienze e background delle persone che serviamo».
Quali differenze notate tra le generazioni che utilizzano il servizio e come pensate che la sensibilità verso la salute mentale cambierà in futuro?
«I giovani sono in genere più aperti a parlare di salute mentale e cercano attivamente supporto, mentre le generazioni più anziane mostrano ancora maggiori riserve. Tuttavia, prevediamo una crescita della sensibilità collettiva verso la salute mentale nei prossimi anni, grazie alle campagne di sensibilizzazione e alla progressiva normalizzazione della terapia, che porteranno a una maggiore accettazione e a una domanda più ampia di servizi di supporto psicologico. In questo contesto, la strategia di Psicologo4U si basa su un modello di business misto che si rivolge sia alle singole persone sia alle aziende, permettendo alle organizzazioni di offrire supporto ai loro dipendenti attraverso programmi di salute mentale».