L’annuncio è arrivato in occasione del World Mental Health Day: il Trimbos Institute di Utrecht sarà il nuovo Centro Collaborativo dell’OMS per i Servizi e gli Interventi di salute mentale nel corso della vita. Il tema di quest’anno è il luogo di lavoro, fondamentale, insieme alla scuola, per il benessere dei cittadini e delle cittadine europee. Il Collaborating Centre fornirà approfondimenti, ricerche e prove di esperti per aiutare a raggiungere le tappe fondamentali dell’organizzazione mondiale della sanità nel miglioramento dell’accesso alla salute mentale. «La designazione del Trimbos Institute offre una potente risorsa per migliorare la salute mentale in due aree chiave della nostra vita: la scuola e il posto di lavoro – dichiara Ana Maria Tijerino Inestroza, responsabile tecnico dell’Unità di Salute Mentale dell’OMS/Europa – Questa partnership è un passo importante verso la promozione di una società in cui le persone si prendono cura di sé stesse, degli altri e del loro ambiente attraverso una sana salute mentale».
Benessere sul posto di lavoro
Il Trimbos Institute sosterrà il lavoro dell’Organizzazione sulle politiche integrali per la salute mentale sul posto di lavoro, offrendo spunti e interventi efficaci per l’assistenza ai dipendenti e sviluppando linee guida sulla salute mentale per professionisti, responsabili delle risorse umane e addetti alla prevenzione. Dotare le persone giuste delle giuste conoscenze e degli strumenti per riconoscere e affrontare i problemi di salute mentale sul posto di lavoro produrrà un futuro migliore per le persone impiegate, diverse e capaci, della Regione. «Siamo entusiasti di collaborare e supportare l’OMS nella sua missione di promuovere gli sforzi per la salute mentale in tutto il mondo – dice la professoressa Laura Shields-Zeeman, direttrice del Collaborating Centre – Ci impegniamo a condividere prove e buone pratiche e a promuovere azioni e iniziative per la salute mentale che eleveranno le comunità negli Stati membri. Insieme, possiamo trasformare la conoscenza in azione e intraprendere azioni verso una migliore salute mentale per tutti».
USA: per il 74% dei dipendenti a tempo pieno è opportuno discutere di problemi di salute mentale sul posto di lavoro
Dall’Europa all’America. La salute mentale al lavoro è il tema principale del documento (scaricalo qui) pubblicato da NAMI (National Alliance on Mental Illness), la più grande organizzazione di base per la salute mentale degli Stati Uniti, per sensibilizzare cittadini e cittadine su un fenomeno sempre più dilagante. Secondo quanto riportato da CDC, NIMH e altre fonti selezionate dall’organizzazione no-profit, ogni anno un adulto su cinque negli USA soffre di una malattia mentale. Per il 74% dei dipendenti a tempo pieno è opportuno discutere di problemi di salute mentale sul posto di lavoro, ma solo il 58% afferma di sentirsi a proprio agio. Quattro dipendenti su cinque concordano sul fatto che la formazione sulla salute mentale e sul benessere sia, o sarebbe, importante per creare una cultura aziendale positiva. C’è un altro dato scoraggiante. Uno su quattro afferma di non sapere se il proprio datore di lavoro offre assistenza psicologica.
Salute mentale: raccomandato l’utilizzo di DTx per un paziente su sei
Al 16% (53.546) dei pazienti che hanno avuto un appuntamento di salute mentale gli è stato raccomandato l’utilizzo delle DTx (digital therapeutics). Questo e molto altro è emerso dallo studio “Clinical Use of Mental Health Digital Therapeutics in a Large Health Care Delivery System: Retrospective Patient Cohort Study and Provider Survey”, (leggilo qui) condotto da Samuel Ridout, Kathryn K Ridout, Teresa Y Lin e Cynthia I Campbell pubblicato nei giorni scorsi su JMIR Publications. Lo scopo della ricerca era analizzare le caratteristiche demografiche dei pazienti a cui è stato raccomandato l’uso di DTx e descrivere caratteristiche e comportamenti dei fornitori delle terapie digitali.
Il 29,4% dei provider ha utilizzato strumenti suggeriti dalla cartella clinica elettronica per raccomandare DTx
I pazienti ai quali è stato raccomandato l’uso delle DTx erano più giovani, di etnia asiatica o ispanica, donne, non avevano comorbilità mediche e avevano un’assicurazione commerciale rispetto a quelli a cui non è stata raccomandata una terapia digitale. Ai primi erano stati diagnosticati disturbi di ansia o dell’adattamento, meno, invece, diagnosi di depressione, disturbo bipolare o psicotico. I punteggi dei sintomi di depressione e ansia erano più bassi nei pazienti a cui era stata raccomandata una DTx rispetto ai coloro che non hanno ricevuto una raccomandazione, sebbene le pazienti di sesso femminile avessero una percentuale maggiore di punteggi di depressione e ansia gravi rispetto ai pazienti di sesso maschile. Passando al fornitore, dai risultati del sondaggio è emersa una percentuale maggiore di non prescrittori che hanno raccomandato DTx ai pazienti rispetto ai prescrittori. Di tutti i provider, il 29,4% ha dichiarato di utilizzare gli strumenti suggeriti basati sulla cartella clinica elettronica interna per raccomandare l’uso della terapia digitale, il 64,1% ha contattato i pazienti per chiedere informazioni sui vantaggi di una DTx. Solo il 38,4% degli intervistati ha dichiarato di raccomandare moduli DTx specifici e, di questi, il 58,6% ha dichiarato di effettuare un follow-up sull’impatto di questi moduli specifici.
Serve introdurre misure urgenti per arginare un fenomeno che, nel corso dell’ultimo triennio, sta dilagando. Migliorare la salute mentale a scuola e sul posto di lavoro rappresenta un passo importante verso la promozione di una società in cui le persone si prendono cura di sé stesse, degli altri e del loro ambiente attraverso una sana salute mentale. In questo contesto, è fondamentale anche il supporto delle terapie digitali, ma i provider non sembrano impegnarsi attivamente con questi strumenti e integrarli nei piani di trattamento.