Nulla sarà come prima. Sembra l’incipit di un catastrofico romanzo fantasy, ma altro non è che la descrizione del mondo dopo questa travolgente accelerazione impressa dall’innovazione tecnologica.
Su questi aspetti, in parte entusiasmanti e in parte inquietanti, abbiamo sentito il parere di un’esperta, che ci ha raccontato anche dell’impegno in Women&Tech, think tank storico che valorizza il talento femminile nei settori tecnologici. Ecco l’intervista di Innlifes a Paola Sangiovanni, Partner dello Studio Legale Gitti and Partners.
Avvocato Sangiovanni, lei si occupa da vicino di normativa nell’ambito dell’innovazione digitale: a suo parere, l’introduzione di strumenti sofisticati come l’Intelligenza Artificiale può contribuire ad alleggerire il carico di lavoro che ancora oggi grava sulle donne e a liberare tempo per la loro realizzazione personale?
L’impatto che le soluzioni di Intelligenza Artificiale (IA) avranno sull’occupazione non è ancora del tutto chiaro e si leggono anche previsioni assolutamente catastrofiche, che immaginano l’eliminazione di milioni e milioni di posti di lavoro: per il genere femminile, che in Italia è tuttora afflitto da un basso tasso di occupazione, non è certo una buona notizia. L’IA, in particolare quella di natura generativa, suscita anche molte paure: il rischio che diverse professioni intellettuali (giornalisti, avvocati, commercialisti, creatori di software) possano esserne fortemente impattate è reale. Esistono applicazioni di IA che suggeriscono modifiche ai contratti, il che costituisce una parte del lavoro che io svolgo tutti i giorni! È però evidente che le potenzialità di questo strumento sono moltissime e che ad oggi non è ancora facile prevederne le ramificazioni e i punti di approdo, visto che l’algoritmo può giungere a risultati non preventivabili. L’IA è già, e sarà sempre più, un utile supporto alle prestazioni sanitarie, in parte compensando la carenza di personale medico, che sarà sempre più un problema con il progressivo invecchiamento della popolazione (italiana e non). Pensiamo poi alla telemedicina o, per esempio, all’applicazione dell’IA in radiologia, ambito nel quale può supportare il tecnico radiologo, sostituendolo in un compito ripetitivo, gravoso e che può essere correlato a rischi professionali specifici, migliorando le prestazioni radiologiche e ottimizzando i flussi di lavoro. Infine, esistono diverse applicazioni dell’IA anche nell’ambito della cura degli anziani, che tradizionalmente grava sulle donne. Si può quindi immaginare che in futuro le donne, come gli uomini, potranno anche trarre enormi benefici dall’innovazione digitale, e io voglio essere ottimista. Non si deve dimenticare come la recente normativa europea che la disciplina, il cosiddetto AI Act, si proponga il rispetto dei diritti fondamentali e la prevenzione del rischio di discriminazione algoritmica. Le soluzioni di IA non devono essere alimentate con dati discriminatori: l’affidabilità dei sistemi che le utilizzano, infatti, è legata al rispetto di principi di legalità, di diritti e di principi etici, oltre che di robustezza tecnica. Non possiamo non sottolineare, nella disamina complessiva, il fatto che l’IA sia anche enormemente energivora: un altro aspetto a cui dovremo fare attenzione.
Nel campo delle scienze della vita, l’approccio di genere è protagonista in Italia di una normativa significativa: in cosa consiste il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere?
Come prescritto dalla normativa che nel 2018 l’ha richiesto, il Piano è volto alla “diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale”. L’approccio del Piano è interdisciplinare e si propone di diffondere la medicina di genere, ossia una medicina che garantisca a ciascun individuo l’appropriatezza nella prevenzione, nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione. Mi pare che tale branca della medicina oggi riscuota molto interesse sia a livello clinico che da parte di produttori di farmaci e soluzioni tecnologiche nell’ambito della salute e che, quindi, il Piano stia portando risultati concreti.
Nel suo settore possiamo dire che è ormai raggiunto l’equilibrio di genere?
La professione legale vede impegnate moltissime donne: il 55% dei magistrati è donna, e le avvocate sono il 50,03% del totale. Spesso però il numero delle donne non corrisponde a un pari peso nelle strutture di potere. Per mille motivi, non ultimo un efficace ostruzionismo dei colleghi uomini, le donne rimangono indietro, pur essendo altrettanto competenti e capaci. L’inclusione e la diversity non sono certo obiettivi pienamente raggiunti, nemmeno in ambito legale.
Lei è membro di Women&Tech: quali sono le principali iniziative dell’Associazione per promuovere l’equilibrio di genere?
Basta dare un’occhiata alla pagina dell’associazione Women&Tech (https://www.womentech.eu/), oggi ente del terzo settore, per capire che le iniziative sono moltissime e vanno in diverse direzioni, grazie anche alla vulcanica fondatrice Gianna Martinengo. Women&Tech offre moltissimi momenti di confronto, sia di tipo teorico che di empowerment pratico. L’Associazione è un bellissimo think tank collettivo, che da anni, nel corso di eventi caratterizzati da contenuti di grande valore, anche scientifico, sviscera temi quali le tecnologie STEAM e digitali, l’impatto dell’innovazione su società e lavoro, i mestieri del futuro, la sostenibilità, il linguaggio inclusivo, l’healthy ageing e il patto intergenerazionale. Esistono inoltre programmi che si rivolgono specificamente alle giovani donne, protagoniste della sezione Young Ambassadors, e agli studenti con programmi di orientamento e mentoring. Non si può dimenticare, poi, il premio Tecnovisionarie, che da 17 anni premia le eccellenze femminili in ambito tecnologico, amplificando il loro modello di ruolo. Io coordino gli eventi dell’Associazione dedicati al settore biotech: recentemente ci siamo occupate dei timori etici legati all’innovazione biotech, così come di applicazioni di IA per la medicina di precisione con speaker di assoluto livello, per lo più di estrazione universitaria. Annualmente partecipiamo con un evento dedicato alla European Biotech Week.