Digital health e terapie digitali: il futuro della Connected Care in Italia. Intervista al Senatore Guido Quintino Liris

Digital health e terapie digitali: il futuro della Connected Care in Italia. Intervista al Senatore Guido Quintino Liris

Picture of La Redazione

La Redazione

Perché ne stiamo parlando
Il Senatore Guido Quintino Liris, in occasione della presentazione del Secondo DTx Monitoring Report, illustra le sfide normative per l’adozione delle DTx.

«Le tecnologie digitali stanno cambiando radicalmente il panorama sanitario. Consentono un monitoraggio continuo e personalizzato dei pazienti, specialmente quelli affetti da malattie croniche, migliorando l’aderenza alle terapie e riducendo i ricoveri ospedalieri. Questa rivoluzione digitale rappresenta un’opportunità per rendere il nostro sistema sanitario sempre più efficiente, ma anche più vicino al cittadino. Tuttavia, dobbiamo essere cauti e responsabili nel garantire che queste tecnologie vengano impiegate in modo sicuro, rispettando la privacy e i diritti dei pazienti, e che si integrino armoniosamente con l’approccio umano alla cura». Lo afferma il senatore Guido Quintino Liris annunciando la presentazione in Senato del Secondo DTx Monitoring Report e il tavolo di confronto che seguirà per fare il punto sull’adozione delle terapie digitali e sulla connected care in Italia.

Senatore, sarà lei martedì 24 settembre ad aprire la giornata di lavori focalizzata sulla presentazione del nuovo DTx Monitoring Report. Qual è lo stato attuale in Italia delle DTx per quanto riguarda i percorsi normativi?

«Lo sviluppo delle DTx in Italia è un processo in corso, con diverse sfide normative da affrontare, ma con passi significativi già compiuti dal Governo Meloni. Stiamo assistendo a un crescente riconoscimento delle terapie digitali come strumenti efficaci nella gestione di malattie croniche e nel supporto alla salute mentale. Tuttavia, occorre accelerare la definizione di percorsi normativi chiari e snelli che regolamentino l’adozione delle DTx, garantendo al contempo sicurezza ed efficacia clinica. È nostro compito, come rappresentanti istituzionali, far sì che la regolamentazione non diventi un ostacolo all’innovazione, ma anzi favorisca un sistema competitivo e sicuro, anche attraverso un dialogo stretto con gli stakeholder del settore».

Come promuovere l’adozione delle tecnologie sanitarie digitali da parte del Servizio Sanitario Nazionale?

«L’adozione delle tecnologie sanitarie digitali da parte del SSN passa necessariamente attraverso investimenti mirati, formazione del personale sanitario e una semplificazione burocratica dei processi. Questo Governo e le istituzioni coinvolte si sono mosse per facilitare l’integrazione delle tecnologie all’interno del sistema sanitario, promuovendo una cultura dell’innovazione. L’intento del Governo Meloni e del Ministro Schillaci è proprio quello di dare una nuova spinta alla digitalizzazione sanitaria, alla quale sono state destinate infatti ingenti risorse del PNRR salute, circa il 40%. Gli incentivi agli operatori sanitari che adottano soluzioni digitali, nonché gli investimenti in infrastrutture digitali che permettano un accesso rapido e sicuro ai dati, sono possibili strumenti di attuazione di tale policy. Un sistema snello ed efficiente rappresenta non solo una leva per migliorare la salute dei cittadini, ma anche un’occasione di ridurre i costi a lungo termine, ottimizzando le risorse».

È possibile garantire un’equa ed universale accessibilità all’innovazione? In altre parole, se l’innovazione terapeutica è un diritto per tutti, per garantire equo accesso all’innovazione servono risorse. Come conciliare innovazione e sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale?

«L’accesso equo e universale all’innovazione è un principio fondamentale, e siamo convinti che ogni cittadino debba avere il diritto di beneficiare delle migliori terapie disponibili. Tuttavia è chiaro che innovazione e sostenibilità devono procedere di pari passo. È necessario trovare un equilibrio tra l’adozione di nuove tecnologie e la gestione responsabile delle risorse pubbliche. Per questo, risulta essenziale promuovere partnership tra Stato e Regioni che aiutino a distribuire costi e azioni e allo stesso tempo garantire che il SSN possa accedere alle ultime innovazioni. Una gestione oculata e responsabile delle risorse è fondamentale per mantenere il nostro sistema sanitario sostenibile a lungo termine».

Il cosiddetto Rapporto Draghi appena presentato sottolinea l’importanza e l’urgenza di accelerare la digitalizzazione dei sistemi sanitari in Europa. Cosa fare per accelerare la digitalizzazione in sanità nel nostro Paese?

«Il Rapporto Draghi evidenzia come la digitalizzazione sia una priorità strategica per l’Europa, ma l’Italia si è già mossa verso questa direzione con il Ministro Schillaci. Per accelerare la digitalizzazione in sanità, occorre agire su più fronti: investire in infrastrutture tecnologiche, migliorare la formazione del personale sanitario, e garantire un quadro normativo che favorisca l’innovazione. Inoltre, è fondamentale rafforzare la collaborazione tra Stato, Regioni e aziende tecnologiche per sviluppare soluzioni scalabili e interoperabili. Credo fermamente che la digitalizzazione debba essere vista non solo come un obiettivo di efficienza, ma anche come una possibilità di migliorare l’equità di accesso alle cure e la qualità dei servizi sanitari per tutti i cittadini».

Keypoints

  • Le tecnologie digitali possono migliorare la gestione delle malattie croniche e l’aderenza terapeutica
  • L’adozione delle tecnologie sanitarie digitali richiede investimenti, formazione del personale e semplificazione burocratica
  • Il PNRR destina circa il 40% delle risorse alla digitalizzazione sanitaria, spingendo il SSN verso l’innovazione
  • Innovazione e sostenibilità devono procedere di pari passo per garantire equità di accesso alle nuove tecnologie sanitarie
  • Il Rapporto Draghi evidenzia l’urgenza di accelerare la digitalizzazione in Europa

Altri articoli