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Telemedicina: perché è davvero così importante

Perché ne stiamo parlando
Occorre creare un sistema sanitario integrato e sinergico. Per farlo è necessario puntare sulla sanità digitale. A questa esigenza cercano di dare risposta medici e ingegneri, accomunati dalla possibilità di poter studiare e applicare nuovi strumenti per il bene dei cittadini e nel rispetto della sicurezza.

Telemedicina: perché è davvero così importante

Riportare l’attenzione su ciò che conta, ovvero la telemedicina. È con questo presupposto che si è svolto a Roma il convegno “Telemedicina, dalla teoria alla pratica: ambiti di applicazione, casi d’uso e scenari futuri”. A organizzarlo AGENAS in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. Obiettivo: illustrare il ruolo e le potenzialità della telemedicina quale strumento a supporto del nuovo assetto dei servizi sanitari territoriali, previsto dal D.M. 77 del 22 maggio 2022 e finanziato dai fondi PNRR – Missione 6 (Salute).

La Piattaforma Nazionale di Telemedicina

Che la telemedicina sia importante non vi è dubbio. Essa contribuirà a ridurre i divari geografici nell’assistenza sanitaria, migliorandone l’efficacia e promuovendo maggiori servizi a domicilio per gli assistiti e l’effettiva messa in funzione di protocolli di monitoraggio da remoto. In un futuro orientato all’AI e all’utilizzo di algoritmi come strumenti di cura, diventa quindi sempre più necessario sviluppare e implementare la Piattaforma Nazionale di Telemedicina. Tutto parte da qui, come ha illustrato Debora Angeletti, Dirigente Ingegnere Informatico, Unità di progetto di Telemedicina di AGENAS: “La piattaforma si pone come obiettivo primario la governance e il monitoraggio dei processi di telemedicina. Integrandosi con gli ecosistemi digitali specifici di ogni Regione, essa valorizza gli investimenti già attivati o programmati. La Piattaforma garantisce la massima interoperabilità con i sistemi centrali previsti per il processo di transizione digitale dei servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione. Tutto questo è possibile però solo se si hanno i dati sanitari: l’Ecosistema di Dati Sanitari diventa quindi la sorgente principale”.

Telemedicina: perché è davvero così importante

Lombardia e Puglia: regioni pilota

AGENAS ha individuato nella Lombardia e nella Puglia le regioni capofila per il progetto di telemedicina. A esse è stato richiesto di avviare per prime l’acquisizione di procedure e di pubblicare bandi di gara tramite i quali le altre Regioni e Province autonome potranno a loro volta accedere a finanziamenti per la messa in pratica di servizi di telemedicina. “Un appalto importante, quello della Puglia, la cui base di gara è di oltre 127 milioni di euro. L’appalto è suddiviso in tre lotti omogenei ed è finalizzato alla stipula di più convenzioni della durata di tre anni estendibili di altri dodici mesi. Il criterio di aggiudicazione è l’offerta economicamente più vantaggiosa basata sul miglior rapporto qualità e prezzo” ha mostrato Emilia Monaco, Direttrice Divisione SArPULIA di InnovaPuglia. Numeri che rendono bene la complessità degli interventi, che non sono solo di natura tecnica e tecnologica, ma anche organizzativa. “La telemedicina è una tecnologia che deve servire a livello trasversale sia il territorio che l’ospedale. Per questo c’è bisogno di collaborazione professionale e di strumenti che possano facilitare la collaborazione tra i professionisti e l’accesso ai servizi da parte dei cittadini. Questo è l’approccio della nostra Regione” ha affermato Giovanni Delgrossi, Dirigente nell’area dei Sistemi Informativi Ospedalieri Regione Lombardia.

La vera rivoluzione: il passaggio dai dati amministrativi ai dati clinici

“In Italia su oltre 59 milioni di cittadini, circa 51 milioni sono connessi a Internet e oltre 43 utilizzano i social. La gran parte della popolazione è approdata nel digitale, mentre la Pubblica Amministrazione ancora arranca. In sanità questo fenomeno è accentuato più che altrove, poiché è difficile gestire il cambio del medium. Cambiare il sistema di comunicazione presuppone un investimento in tecnologia. Da qui si arriva al bisogno dei dati. Finora abbiamo fatto sistemi predittivi utilizzando dati amministrativi. La vera rivoluzione con il FSE 2.0 sarà il passaggio dai dati amministrativi ai dati clinici, quest’ultimi utili per programmi di cura personalizzati. La preoccupazione maggiore è nella sicurezza dei dati, ma ci stiamo lavorando. Siamo vicini al risultato e ciò è stato possibile mettendo insieme le competenze del mondo medico, di quello amministrativo e tecnologico. Stiamo rinnovando tutte le installazioni della sanità italiana, pubblica, privata accreditata e privata autorizzata” ha aggiunto Mauro Moruzzi, Dipartimento per la Trasformazione Digitale Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Qualche best practice

La pandemia ci ha educato alla telemedicina. Nel 2022 abbiamo effettuato 1.890 televisite, nel 2023 oltre 2.000. Finito il COVID è finita la pressione, ma noi della ASL di Frosinone abbiamo avviato un processo di innovazione ovvero di telemedicina per i percorsi digitali diagnostico terapeutici assistenziali (PDDTA). Da una parte c’è l’ospedale, dall’altra il territorio. Al centro i percorsi. Nel 90% dei casi non c’è necessità di far muovere il paziente. I pazienti sono coloro che vogliono e hanno diritto a un Piano Assistenziale Individuale (PAI) e a un Piano Riabilitativo Individuale (PRI) in un progetto di salute integrato con la telemedicina” ha concluso Sergio Pillon, referente per il Governo Clinico della Trasformazione Digitale, ASL Frosinone.

Keypoints

  • La telemedicina contribuirà a ridurre i divari geografici nell’assistenza sanitaria, migliorandone l’efficacia e promuovendo maggiori servizi a domicilio per gli assistiti
  • Da qui l’importanza della Piattaforma Nazionale di Telemedicina
  • La piattaforma si pone come obiettivo primario la governance e il monitoraggio dei processi di telemedicina e ha come sorgente principale l’Ecosistema di Dati Sanitari
  • La telemedicina è una tecnologia che deve servire a livello trasversale sia il territorio che l’ospedale
  • La vera rivoluzione: il passaggio dai dati amministrativi ai dati clinici, utili per programmi di cura personalizzati

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