Secondo l’ultimo report di B Lab Europe (leggi il documento qui), riferito ai dati del 2023 e pubblicato a marzo 2024, le aziende che scelgono di intraprendere il percorso per ottenere la certificazione B Corp crescono sempre di più. In Europa se ne contano 2000 e nel mondo si sta raggiungendo quota 10000. Il nostro Paese si conferma essere un punto di riferimento per il movimento nato nel 2006 negli USA: con 300 aziende certificate B Corp, l’Italia è seconda in Europa solo alla Francia e, nell’ultimo anno, ha fatto registrare una crescita di oltre il 40%. Da un lato questo segnale va interpretato come una necessità sempre più viva da parte delle imprese di adottare un modello di produzione e di governance più sostenibile e inclusivo, dall’altro, i dati italiani certificano la bontà e l’efficacia del lavoro svolto in questi anni da B Lab Italia, il network che nel nostro Paese rappresenta, coordina e sostiene le B Corp. Anna Puccio, Managing Director di B Lab Italia, fa il punto sullo stato dell’arte di questo movimento nel nostro Paese e sulle sfide per il prossimo futuro.
Dott.ssa Puccio, che cosa significa per un’azienda diventare B Corp e quale tipo di revisione dei processi richiede questa trasformazione?
«Le B Corp sono aziende che decidono di intraprendere un cammino di misurazione e riflessione profonda sui propri impatti, che riguarda ogni aspetto dell’organizzazione dell’impresa. Questo inizia con il confronto con gli standard di B Lab e la verifica del livello di aderenza e prosegue con il raggiungimento dei livelli minimi per l’avvio di un processo di continuo miglioramento delle performance aziendali. Si tratta di un percorso di costante perfezionamento e avanzamento stimolato da B Lab Italia, l’organizzazione non profit che guida il B Corp Movement nel nostro Paese».
Ci sono differenze tra le aziende multinazionali e quotate in borsa e le piccole e medie imprese, o le start-up?
«Circa l’88% delle Certified B Corp italiane sono PMI o micro imprese. Tra queste ultime, rientrano per lo più start up di giovani imprenditori, attenti e sensibili ai temi di sostenibilità ambientale e sociale e con un approccio al business responsabile, inclusivo e rigenerativo. In generale, secondo il nostro campione di riferimento, rispetto alle grandi imprese, non riscontriamo particolari differenze da parte delle aziende più piccole nell’adeguamento alle richieste degli standard di B Lab Italia. Notiamo, infatti, che una forte attenzione ai temi d’impatto sia intrinseca nel DNA di tutte le B Corp».
Parlando invece di B Lab Italia, quali sono i suoi campi di attività sia nel promuovere il movimento delle B Corp sia nel supportare le aziende che ne fanno già parte? Quali sono le progettualità in atto e quali per il futuro prossimo?
«Nata a luglio 2023, B Lab Italia rappresenta e coordina il movimento delle B Corp nel nostro Paese. Il suo obiettivo è far crescere la community delle B Corp, coinvolgendo l’ecosistema allargato, per realizzare un sistema economico più inclusivo, equo e rigenerativo. Inoltre, B Lab Italia si occupa della promozione degli standard, accompagnando le imprese interessate nel percorso di certificazione e svolgendo un ruolo di advocacy presso Istituzioni Nazionali e Internazionali. Tra le prossime novità per il futuro, la più significativa sarà l’arrivo dei nuovi standard: sebbene la loro attuazione ufficiale partirà dal 2025, infatti, stiamo lavorando intensamente per prepararci ad accompagnare gradualmente le B Corp in un processo di adeguamento delle performance ai nuovi standard richiesti, più specifici e puntuali».
Qual è lo stato dell’arte in Italia, anche in confronto agli altri grandi Paesi europei?
«Il movimento delle B Corp cresce rapidamente: i dati del Report Globale Annuale 2023 di B Lab evidenziano un forte aumento delle registrazioni al B Impact Assessment – strumento di self-assessment online e gratuito per diventare B Corp – e anticipano il raggiungimento di 10.000 aziende certificate B Corp nel mondo. Nello specifico, B Lab Italia ha raggiunto le 300 aziende certificate e B Lab Europe 2.000, mentre nel 2023 UK ha superato la soglia delle 2.000 B Corp».
Quali sono i settori all’interno dei quali ci sono più società B Corp in Italia?
«A livello di industry, tra i settori con il maggior numero di B Corp spiccano al primo posto i beni manifatturieri, seguiti dai servizi professionali e tecnici e dall’informazione, la comunicazione e la tecnologia. Guardando, invece, ai settori che hanno registrato la maggiore crescita in termini di nuove B Corp certificate nell’ultimo anno, la top tre è composta dall’industry dei beni manifatturieri, dal commercio all’ingrosso, e dall’area della salute e dell’assistenza sociale. Inoltre, sono sempre di più le aziende della filiera della moda che decidono di abbracciare un modello virtuoso, volto a generare un impatto positivo, scegliendo di essere Certified B Corp».
Cresce dunque il settore Salute: in questo campo quali sono le principali aziende che hanno già fatto questo passo?
«Il settore Salute, Life Science e Pharma, nella sua accezione più grande, è di grande interesse per il sistema valoriale delle B Corp, avendo al centro il benessere delle persone. A dimostrazione di ciò, una delle B Corp più importanti a livello mondiale è Chiesi Group. Chiesi ha ottenuto la certificazione nel 2019, identificando le aree di potenziale evoluzione in tutta l’azienda e stabilendo buone pratiche da diffondere nelle filiali in tutto il mondo. Nello stesso anno anche Aboca ha ottenuto la certificazione, e da allora si impegna anno per anno a generare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Nell’ultimo anno altre due importanti aziende hanno preso parte al movimento italiano delle B Corp, la multinazionale francese Sanofi CHC e l’azienda italiana quotata in borsa Labomar Group, aggiungendo valore a tutta la community».
In Italia sono numerose anche le Società Benefit e, da poco, proprio B Lab ha dedicato un evento alle connessioni tra SB e B Corp. Ci può dire brevemente quali sono i punti in comune?
«Un tratto distintivo che accompagna Società Benefit e B Corp è senza dubbio il perseguimento di un beneficio comune, con persone, relazioni e territori al centro. In entrambi i casi, parliamo di aziende di successo: role model guidate dalla consapevolezza che guardare non solo al profitto ma anche al beneficio comune possa renderle più competitive e attraenti verso i giovani talenti. Sono tuttavia due cose diverse: le B Corp sono aziende che hanno ottenuto la Certificazione da B Lab dopo una serie di processi, e che rispettano elevati standard di responsabilità e trasparenza; la Società Benefit è invece una forma giuridica riconosciuta in vari Paesi, tra cui l’Italia. Diventare Società Benefit comporta per l’azienda un cambiamento dello statuto legale; uno step necessario anche per diventare B Corp».