La finanza si fa ESG: da Banca Etica e Ue fondi per le imprese sostenibili

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Simona Regina

Perché ne stiamo parlando
Banca Etica ha stipulato accordo con il Fondo europeo per gli investimenti. Da 25 anni in prima linea nella finanza etica, la collaborazione con FEI e BEI consentono di supportare concretamente la transizione ecologica e l’imprenditoria femminile.

Oltre 160 milioni di euro per supportare più di mille tra piccole e medie imprese (pmi), aziende mid cap, microimprese e imprese sociali, con finanziamenti a condizioni agevolate, per progetti che promuovono la sostenibilità ambientale, iniziative culturali, creative e di formazione.

Queste le finalità dell’accordo che Banca Etica ha stretto con il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) ed è sostenuto da InvestEU, il programma di investimenti dell’Unione europea. La garanzia del Fei di oltre 160 milioni di euro consentirà alla finanza etica di contribuire allo sviluppo di una economia che vuole fondarsi sul rispetto delle persone e dell’ambiente, attivando investimenti stimati nell’economia reale, in Italia e in Spagna, per oltre 200 milioni di euro.

I finanziamenti alle imprese concessi con questo accordo potranno avere la forma di mutui chirografari, fidi a breve, anticipo contratti e fatture o crediti di firma. I crediti per le iniziative di formazione potranno essere richiesti anche da persone fisiche.

Investimenti per 165 milioni

L’accordo con Fei, annunciato a Madrid, arriva a distanza di pochi mesi dall’accordo con la Banca europea per gli investimenti (Bei), che riconosce a Banca etica una provvista da 60 milioni di euro per attivare investimenti nell’economia reale per almeno 165 milioni.

Un accordo, la cui operatività si esprimerà nell’arco dei prossimi due anni e che, come ha spiegato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente Bei, rappresenta un passo fondamentale per sostenere tre pilastri per il futuro dell’Italia e dell’Europa: la parità di genere, migliori condizioni di vita e inclusione sociale per i rifugiati e lo sviluppo economico del Mezzogiorno. «Tramite il nostro supporto finanziario e i servizi di advisory, Bei si impegna a sostenere l’economia reale, favorire uno sviluppo inclusivo e una società più equa e sostenibile».

«Banca Etica – precisa in proposito la Presidente Anna Fasano – ha nella sua mission l’impegno a finanziare l’economia sociale sostenendo le imprese e le persone maggiormente a rischio di esclusione finanziaria, tra cui le persone rifugiate e le donne». Da 25 anni, infatti, eroga servizi finanziari «a favore di iniziative dal forte impatto sociale che più difficilmente trovano credito nel sistema finanziario mainstream».

Risorse per imprese a guida femminile

L’accordo prevede che almeno il 30% delle risorse messe a disposizione dalla Bei sia destinato a sostenere Pmi guidate da donne. L’intento è contribuire a ridurre il divario di genere, offrendo alle imprenditrici maggiori opportunità di accesso a finanziamenti e supporto per la crescita delle loro attività.

Un terzo dei fondi verrà destinato invece a progetti finalizzati a migliorare le infrastrutture e i servizi sociali per i rifugiati, e a supportarne l’integrazione nel mondo professionale. E il restante a progetti promossi da PMI che operano nelle regioni di coesione, per rafforzare il tessuto economico e sociale e ridurre le disparità regionali.

Gli accordi con Bei e Fei, secondo Fasano, sono un importante riconoscimento delle istituzioni finanziarie internazionali dell’affidabilità di Banca Etica e della capacità della finanza etica di promuovere un  ecosistema più equo. «Attraverso questi accordi si rafforza la sinergia con Fei e Bei che, da diversi anni, ci riconoscono uno specifico know-how nel fornire credito all’economia sociale. E Banca Etica potrà erogare risorse aggiuntive a condizioni agevolate alle imprese virtuose capaci di generare un forte impatto positivo per la collettività».

Banca Etica e parametri ESG

Una banca può dunque avere obiettivi di sostenibilità ed essere cosciente dell’impatto dei propri servizi. Nel caso specifico di Banca Etica, il gruppo ha riportato alcuni numeri nel Report di Impatto 2024, un documento dove la banca rendiconta l’impatto sociale e ambientale di ogni finanziamento erogato e le emissioni di gas serra (dirette e indirette) connesse: 150mila tonnellate di emissioni di CO2 evitate, 292 imprese femminili finanziate, accesso ai servizi sanitari per 14mila persone, oltre 21 milioni di euro destinati a organizzazioni attive nell’area salute.

«La politica del credito di Banca Etica – sottolinea il direttore generale Nazzareno Gabrielli -nega ogni finanziamento alla filiera delle energie fossili e inquinanti e a tutti quei settori che sono nocivi per l’ambiente e per i diritti delle persone. Viceversa finanziamo migliaia di imprese appartenenti all’economia sociale e al terzo settore, e tutti i comparti e le iniziative che favoriscono le energie rinnovabili, l’economia circolare, la transizione ecologica…».

Banca Etica propone per esempio servizi finanziari premiali per le imprese che attivano un percorso di efficientamento energetico e, per favorire ulteriormente in modo attivo la transizione ecologica offre servizi gratuiti di consulenza tecnica e incentivi sui tassi per quei clienti che misurano le emissioni e costruiscono piani di decarbonizzazione.

La finanza etica contro i combustibili fossili

Come membro della Global Alliance for Banking on Values, network di 70 banche che si ispirano ai principi della finanza etica, Banca Etica si impegna a monitorare l’impatto delle emissioni di carbonio del suo portafoglio di prestiti e investimenti, e ha aderito al Trattato per la non proliferazione dei combustibili fossili, per stimolare il settore finanziario a intraprendere azioni concrete nella lotta contro i cambiamenti climatici, interrompendo i finanziamenti all’espansione dei combustibili fossili e investendo sulla transizione ecologica.

E in generale, nella valutazione dei richiedenti credito, Banca Etica analizza la responsabilità sociale e ambientale, come per esempio l’equità nella rappresentanza di genere negli organi amministrativi e nel top management ed eventuali controversie giudiziarie e/o accuse su temi connessi a tematiche di protezione dell’ambiente.

Contro la violenza economica: il progetto Monetine

Tra le varie iniziative della società c’è il progetto Monetine, che la presidente di Fondazione Finanza Etica, Teresa Masciopinto, ha presentato alla Commissione parlamentare di inchiesta sui femminicidi. È un’iniziativa di educazione critica alla finanza, che cerca di rafforzare l’autonomia economica delle donne e di favorire una maggiore consapevolezza sul tema della violenza economica, che le rende più vulnerabili anche alla violenza psicologica e fisica.

«Il denaro è uno straordinario strumento di emancipazione, per raggiungere il benessere individuale, familiare e imprenditoriale, quindi delle comunità, ma può essere usato bene o male e in molti casi è usato come strumento di controllo. La violenza economica priva le donne, e i soggetti marginalizzati, della libertà di gestione delle risorse finanziarie. In Italia, colpisce circa un terzo delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza». Durante l’audizione, Masciopinto ha sottolineato dunque come le banche, in quanto erogatori di credito e gestori del risparmio, possono giocare un ruolo fondamentale nell’offrire (o no) alle donne l’opportunità di affrancarsi economicamente e uscire dal giogo della violenza.

Per questo il progetto Monetine propone alle banche buone pratiche da adottare e formazione del personale, per evitare di rafforzare inconsapevolmente situazioni di dipendenza e violenza economica e imparare a riconoscerne i segnali per poter fornire un adeguato supporto alle clienti. Tre le proposte avanzate alla politica: migliorare la raccolta e l’analisi dei dati per comprendere a fondo l’entità di questo tipo di violenza; rafforzare il finanziamento ai centri antiviolenza per fare anche educazione finanziaria e potenziare l’educazione finanziaria nelle scuole in un’ottica di genere.

Keypoints

  • Accordo con il Fondo Europeo per gli Investimenti: Banca Etica ha stipulato un accordo con il FEI per attivare investimenti per oltre 200 milioni di euro in Italia e Spagna
  • Accordo con Banca Europea per gli investimenti: almeno il 30% dei fondi BEI è destinato a PMI guidate da donne, con l’obiettivo di ridurre il divario di genere
  • Impatto sociale e ambientale: nel 2024, Banca Etica ha evitato 150.000 tonnellate di emissioni di CO2, finanziato 292 imprese femminili e destinato oltre 21 milioni di euro a organizzazioni attive nel settore salute
  • Esclusione dei combustibili fossili: Banca Etica non finanzia filiere inquinanti, promuovendo invece energie rinnovabili, economia circolare e transizione ecologica, in linea con il Trattato per la non proliferazione dei combustibili fossili
  • Iniziative contro la violenza economica: con il progetto Monetine, Banca Etica e la Fondazione Finanza Etica contrastano la violenza economica tramite l’educazione finanziaria

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