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ESG Life Science Forum: Daniela Ternullo, dobbiamo rendere l’Italia più sostenibile e moderna, sia dal punto di vista ambientale che sociale

Perché ne stiamo parlando
Il 29 ottobre il Senato ospiterà l’ESG Life Science Forum, promosso dalla Senatrice Daniela Ternullo. Occasione per discutere le politiche per un Servizio Sanitario Nazionale sostenibile, in linea con l’Agenda 2030.

ESG Life Science Forum: Daniela Ternullo, dobbiamo rendere l’Italia più sostenibile e moderna, sia dal punto di vista ambientale che sociale
Daniela Ternullo, Componente 10° Commissione permanente, Senato della Repubblica

Manca poco, ormai, all’ESG Life Science Forum: si svolgerà martedì 29 ottobre in Senato.
L’obiettivo è presentare le politiche e le strategie istituzionali per promuovere un Servizio Sanitario Nazionale in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030; analizzare le strategie di progettazione e riorganizzazione delle strutture sanitarie pubbliche e private per ridurre l’impatto ambientale e condividere buone pratiche evidenziando anche i benefici finanziari che derivano dall’integrare i principi ESG nella strategia aziendale.

Un evento organizzato da INNLIFES su iniziativa istituzionale della Senatrice Daniela Ternullo, membro della 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale.

ESG: Environment, Social e Governance. Questi sono i tre pilastri della sostenibilità per l’Europa. I parametri su cui misurare l’impegno di un’impresa o di una istituzione nel perseguire il rispetto dell’ambiente, una governance efficace e pratiche socialmente responsabili. Senatrice, cosa si sta mettendo in atto in Italia per integrare i principi ESG nella governance del Paese?

«L’Italia sta lavorando duramente per integrare i principi di sostenibilità indicati dall’Europa. Abbiamo dedicato circa 200 miliardi di euro del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a questo scopo. Di questi, oltre 55 miliardi sono destinati alla transizione ecologica, ovvero a iniziative per ridurre l’impatto ambientale e sviluppare fonti di energia più pulite. Altri 17 miliardi vanno a progetti di inclusione sociale, per aiutare le persone più vulnerabili, mentre più di 15 miliardi saranno investiti nella sanità per rendere le strutture più moderne, digitali e accessibili a tutti. Il Parlamento sta supportando tutto questo con riforme per semplificare il rapporto tra cittadini e Stato, per esempio nel riordino delle professioni sanitarie. L’obiettivo è rendere l’Italia più sostenibile e moderna, sia dal punto di vista ambientale che sociale».

Innovazione è sostenibilità, nelle sue componenti ambientali, sociali ed economiche. Servono misure economiche ma anche misure di sensibilizzazione per metterla a terra. Cosa fare per favorire il cambiamento culturale?

«La realtà è che il mondo privato è più avanti rispetto allo Stato quando si parla di innovazione. Pensiamo, per esempio, a come oggi prenotiamo un volo o un hotel: lo facciamo in pochi clic, scegliendo tra diverse app che competono per offrire il miglior servizio. Questo è il tipo di innovazione di cui anche la Pubblica Amministrazione ha bisogno: rendere tutto più semplice e accessibile per i cittadini. Anche il settore pubblico si sta muovendo in questa direzione, ma a un ritmo più lento. Dobbiamo accelerare per rendere i servizi essenziali più moderni e facili da usare».

In occasione di un recente incontro tra Commissione Sanità, Affari sociali e Lavoro del Senato e l’Ufficio veneziano dell’OMS, avete sottolineato l’importanza di migliorare la salute e ridurre le disuguaglianze e, a tal fine, la volontà di intraprendere insieme un percorso per migliorare il nostro sistema sanitario. Come?

«L’idea di avere un unico Sistema Sanitario Nazionale uguale per tutti non è più sostenibile. In tutti i settori, compresa la sanità, la concorrenza è un ottimo stimolo per migliorare. Dobbiamo portare nel pubblico le eccellenze e le buone pratiche del privato. Ci sono già regioni che si sfidano per offrire i migliori servizi sanitari, ed è questa la strada da seguire. L’obiettivo è garantire gli stessi livelli essenziali di assistenza a tutti, ma permettendo alle strutture pubbliche di raggiungere gli standard più alti».

A questo proposito, la Fondazione GIMBE ha appena presentato il 7° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale in cui identifica nella crisi del Servizio Sanitario Nazionale la vera emergenza del Paese, denunciando un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 € rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione Europea; la crisi motivazionale del personale che abbandona il SSN; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani legati ai tempi di attesa e pronto soccorso affollati. GIMBE avanza alcune proposte per un rilancio del SSN.

«Condividiamo molte delle proposte del Piano GIMBE, ma ritengo che non si dia abbastanza credito al lavoro fatto finora dal governo Meloni. La spesa per la sanità è aumentata sia nel 2023 che nel 2024, e nel 2025 ci aspettiamo un ulteriore incremento di oltre 3,7 miliardi per migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario. Abbiamo già avviato un piano per ridurre le liste d’attesa, e sono in arrivo nuove leggi per contrastare le aggressioni al personale medico. Inoltre, ci stiamo concentrando molto sulla prevenzione: educare i cittadini a una corretta alimentazione e
stili di vita sani può evitare molte malattie».

Del SSN si discuterà il 29 ottobre in occasione dell’ESG Life Science Forum: sarà un’occasione per favorire il dialogo e lo scambio di conoscenze tra gli attori del sistema sanitario in termini di sostenibilità. Quanto è importante il racconto delle best practice affinché la sostenibilità entri davvero nelle politiche di ogni azienda e istituzione, e nello specifico affinché le politiche e le strategie istituzionali possano promuovere un SSN in linea con l’Agenda 2030?

«L’ESG Life Science Forum è un’ottima occasione per mettere in contatto chi lavora nel settore sanitario e chi svolge ruoli istituzionali. In tale ottica, condividere esempi concreti di pratiche positive è fondamentale per integrare la sostenibilità nelle politiche di aziende e istituzioni.
Solo mostrando risultati reali possiamo motivare altri a seguirne l’esempio. Se vogliamo un Servizio Sanitario Nazionale più smart e in linea con l’Agenda 2030, dobbiamo pensare alla sostenibilità a tutto tondo: non solo ambientale, ma anche sociale ed economica. Le aziende sanitarie devono ridurre il loro impatto ambientale e garantire uguale accesso ai servizi, mentre le istituzioni devono creare leggi che supportino questi modelli, facendo del nostro sistema sanitario un punto di riferimento per la sostenibilità».

La partecipazione a ESG Life Science Forum è libera, previa registrazione qui.

Keypoints

  • ESG Life Science Forum: organizzato da INNLIFES, si terrà il 29 ottobre in Senato, su iniziativa istituzionale della Senatrice Daniela Ternullo
  • Obiettivo: allineare il SSN all’Agenda 2030 attraverso politiche di sostenibilità ambientale, sociale ed economica
  • Al centro dei lavori, il confronto su strategie per ridurre l’impatto ambientale delle strutture sanitarie e un SSN più equo e inclusivo
  • Focus su buone pratiche e benefici economici dell’integrazione dei principi ESG
  • L’Italia ha destinato risorse del PNRR per la transizione ecologica e la sanità
  • Ternullo sottolinea l’importanza del coinvolgimento di istituzioni e privati per modernizzare il SSN e ridurre le disuguaglianze

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