La crisi climatica: la prossima grande emergenza sanitaria?
«La crisi climatica aumenta il rischio di crisi sanitarie di vario tipo»: lo afferma il rappresentante dell’OMS Antonios Kolimenakis, intervenuto al Forum MedTech che si è tenuto a Vienna negli scorsi giorni. «Anche se non sappiamo esattamente quale tipo di crisi emergerà, è altamente probabile che sarà collegata ai cambiamenti climatici in atto. Pertanto, è essenziale sviluppare la resilienza sia alla crisi sanitaria che a quella climatica, date le loro interconnessioni strette».
La relazione tra i cambiamenti climatici e la salute è sempre più evidente, e l’Europa, con il suo rapido riscaldamento, si trova ad essere in prima linea. «Se si considera l’ondata di caldo del 2022, i dati indicano chiaramente che tra 60.000 e 70.000 morti premature possono essere attribuite a quell’evento. Questo impatto devastante sulla salute umana evidenzia l’urgenza di rendere i nostri sistemi più resilienti» ribadisce Kolimenakis.
Meno dello 0,5% dei finanziamenti globali è destinato al settore sanitario, sostiene il rappresentante dell’OMS. «Questo dato allarmante evidenzia chiaramente la necessità di un cambio di mentalità».
Il ruolo del MedTech nella decarbonizzazione
In questo contesto, l’industria MedTech è chiamata «a contribuire alla decarbonizzazione del sistema sanitario e alla costruzione di sistemi sanitari resilienti e sostenibili», sostiene Hubert Gambs, Deputy Director della Direzione Generale Industry, Entrepreneurship and SMEs della Commissione Europea. La decarbonizzazione è un’azione indispensabile, anche nel campo delle tecnologie della salute digitale. «A livello europeo, stiamo cercando soluzioni per affrontare questa sfida, che includono lo sviluppo di prodotti e dispositivi sicuri e sostenibili fin dalle prime fasi del design» ricorda Véronique Tordoff, Image-Guided Therapy Leader Europe per l’azienda Philips.
Il mercato unico e le opportunità per l’industria, nel mare della frammentazione europea
Dal punto di vista del mercato, «esso è estremamente attraente per le aziende di tutto il mondo grazie alle sue dimensioni e al potere d’acquisto», sostiene il rappresentante della Commissione Europea. «Questo potere di attrazione rende il mercato unico europeo appetibile per le aziende, che sono quindi disposte a soddisfare determinati requisiti e seguire specifiche regole. Ma questo mercato è paragonabile a un cantiere: il lavoro non è mai finito. Ci sono sempre ostacoli, spesso dalle regolamentazioni pubbliche, e il lavoro costante è cercare di far funzionare tutto al meglio».
Dal punto di vista di una multinazionale, come la Siemens, il mercato europeo può essere visto come un insieme complesso, afferma Martin Fuhrer, Senior MedTech Executive. «Molti paesi adottano regole audaci come il green public procurement e criteri di sostenibilità nelle gare d’appalto, ma l’applicazione di queste regole non è uniforme. Le multinazionali desidererebbero un metodo armonizzato per condurre le transazioni, creando maggiore certezza».
La chiave è la collaborazione
La collaborazione è essenziale per superare queste barriere, sostengono i relatori intervenuti alla discussione. «Disponiamo già di tutti gli strumenti e le tecnologie necessari, ma dobbiamo intensificare la cooperazione per costruire sistemi sanitari più sostenibili e resilienti», sostiene Kolimenakis dell’OMS.
In questa logica era nato nel 2019 il Green Deal Europeo, un piano strategico lanciato dall’Unione Europea con l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, trasformando l’economia dell’UE verso un modello sostenibile.
Le istituzioni e l’industria MedTech possono svolgere un ruolo cruciale nell’implementazione dei principi del Green Deal dell’Unione Europea.
Come il MedTech e le istituzioni stanno implementando il Green Deal Europeo?
La professoressa Julija Gusca dell’Institute of Energy Systems and Environment dell’Università di Riga suggerisce alcune strategie per una sanità più verde: la digitalizzazione dei registri sanitari dei pazienti, il supporto remoto per le apparecchiature e una gestione del flusso di lavoro digitale. Queste pratiche non solo migliorano l’efficienza, ma riducono anche l’uso della carta e supportano il personale sanitario.
Bill Doherty, Executive Vice President dell’azienda Cook Medical, sottolinea l’aumento delle pubblicazioni sulle riviste mediche riguardanti la sostenibilità, «un segno positivo dell’impegno crescente della comunità scientifica». E parla del sistema sanitario inglese (NHS) come esempio di eccellenza, con il suo approccio integrato alle emissioni di scope 1, 2 e 3, fornendo una roadmap pratica per l’industria.
L’innovazione sostenibile negli ospedali e il riciclo intelligente
Myrthe Eussen del Dutch Green Network descrive i progetti nei Paesi Bassi che mirano a rendere le sale operatorie più sostenibili. Collaborando con diverse associazioni di chirurgia, hanno lavorato sull’uso di anestetici più sicuri, la circolarità delle risorse e la riduzione del consumo energetico.
La Professoressa Gusca di Riga affronta un tema centrale: la gestione dei rifiuti negli ospedali, distinguendo tra rifiuti infettivi e rifiuti municipali. «La gestione dei rifiuti infettivi varia significativamente tra i paesi», sostiene. «Alcune nazioni stanno passando dalla discarica all’incenerimento post-disinfezione, una pratica più sostenibile. In Lettonia, ad esempio, è stato completato un progetto per analizzare i rifiuti infettivi, esplorando strategie di prevenzione, recupero e riciclo. I risultati sono stati positivi sia per l’ambiente che per il ciclo di vita dei prodotti».
Daniela Delledonne (Vice President & General Manager, EMEA, di BD Life Sciences – Biosciences) descrive un progetto in Danimarca che mira a riciclare prodotti consumabili contaminati trasformandoli in materiali vergini dopo un processo di decontaminazione.
Innovazioni sostenibili nell’industria: la regolamentazione aiuta, oppure no?
Flora Giorgio, Head of Unit D3Medical Devices, DG SANTE della Commissione Europea, punta l’attenzione sul ruolo cruciale dell’industria nel trovare soluzioni sostenibili. «Cito per esempio l’uso di bioplastiche». Giorgio sottolinea che le regolamentazioni dovrebbero essere viste come opportunità per l’innovazione. «Nonostante possano inizialmente essere accolte con resistenza, queste regolamentazioni sono fondamentali per consentire agli innovatori di sviluppare soluzioni sostenibili in linea con il Green Deal europeo».
Dall’industria arriva la risposta attraverso Daniela Delledonne: «Le regolamentazioni definiscono il percorso necessario per la sostenibilità, ma devono supportare la transizione attraverso collaborazioni e progetti pilota».
Il settore MedTech è dunque chiamato a giocare un ruolo decisivo nella lotta contro la crisi climatica, contribuendo alla costruzione di sistemi sanitari più sostenibili e resilienti attraverso innovazioni tecnologiche e collaborazione internazionali, con il sostegno di politiche che le possano agevolare.