Healthy cities: 74 città insieme per sposare l'approccio “One Health”

Healthy cities: 74 città insieme per sposare l’approccio “One Health”

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Mario Catalano

Perché ne stiamo parlando
Sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico, principalmente per malattie respiratorie e cardiovascolari. Un’emergenza che ha portato a una mobilitazione senza precedenti.

Immaginate una metropoli pulsante, dove l’innovazione corre sull’asfalto e la vita si snoda tra grattacieli. Ma cosa succede se l’aria che nutre i suoi abitanti si trasforma in un nemico invisibile, un subdolo complice di malattie che affliggono corpo e spirito? La risposta emerge con forza dai recenti sviluppi che vedono le città in prima linea in una battaglia cruciale che intreccia la salute umana con quella del nostro pianeta: un approccio “One Health” che sta ridefinendo le priorità globali.

Entro il 2050 si prevede che nelle città risiederà il 68% della popolazione mondiale. In questo contesto, i leader politici dovranno mettere in campo azioni per sviluppare e implementare ambienti salubri per popolazioni più sane.

Milioni di vite in gioco: la rete globale che sfida silenziosamente le malattie non trasmissibili

Questa consapevolezza nasce dalla drammatica realtà che le malattie non trasmissibili, come cancro, diabete, malattie cardiache e pneumopatie croniche, insieme agli infortuni, causano quasi 46 milioni di decessi ogni anno a livello globale.

La Partnership for Healthy Cities, supportata da Bloomberg Philanthropies in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e Vital Strategies, è una rete globale di 74 città i cui leader si sono impegnati a prevenire queste condizioni attraverso interventi comprovati. Ogni città aderente sceglie una tra 15 azioni politiche validate per la prevenzione. Durante l’annuale Summit svolto nelle scorse settimane a Parigi sono state premiate tre città per i loro risultati nella prevenzione di malattie e infortuni non trasmissibili: Cordova, Fortaleza e Greater Manchester.

La drammaticità dell’impatto dell’inquinamento atmosferico: “Sette milioni di respiri negati”

Parallelamente, un’onda di consapevolezza globale si sta sollevando riguardo all’impatto dell’inquinamento atmosferico, riconosciuto come una delle maggiori minacce ambientali per la salute umana e un importante motore del cambiamento climatico. Sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico, principalmente per malattie respiratorie e cardiovascolari.

Questa emergenza ha portato a una mobilitazione senza precedenti, con oltre 47 milioni tra professionisti sanitari, pazienti, sostenitori e organizzazioni della società civile che hanno firmato un appello per un’azione urgente volta a ridurre l’inquinamento atmosferico e proteggere la salute. Appello presentato durante la seconda Conferenza Globale sull’Inquinamento atmosferico e la salute, svolto a Cartagena, in Colombia.

L’evento, ospitato dall’OMS e dal governo colombiano, ha riunito leader politici, rappresentanti della società civile, agenzie delle Nazioni Unite e accademici per promuovere un’agenda globale per l’aria pulita, con benefici interconnessi per la salute pubblica, la risposta al cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile.

La comunità sanitaria chiede ai governi di intraprendere passi immediati e ambiziosi per ridurre le emissioni, applicare standard di qualità dell’aria più rigorosi e transitare verso fonti di energia più pulite, riconoscendo che il miglioramento della qualità dell’aria previene morti premature, migliora la salute, promuove lo sviluppo economico sostenibile e mitiga il cambiamento climatico.

L’approccio “One Health” si manifesta chiaramente nella comprensione che la salute umana è intrinsecamente legata alla salute dell’ambiente. L’inquinamento atmosferico genera particolato fine può causare ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e malattie respiratorie croniche. Affrontare l’inquinamento atmosferico è, quindi, una strategia chiave per ridurre il peso delle malattie non trasmissibili e migliorare la salute globale.

“L’aria pulita non è un privilegio, è un diritto umano”

Come ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, è necessario che le voci di questi milioni di persone siano ascoltate e che i paesi si impegnino concretamente nell’attuazione di strumenti basati sull’evidenza per contrastare l’inquinamento atmosferico.

Maria Neira, direttore dell’OMS per l’Ambiente, il cambiamento climatico e la salute ha, inoltre, sottolineato che “l’aria pulita non è un privilegio, è un diritto umano”. I prossimi appuntamenti della seconda conferenza globale sull’Inquinamento atmosferico e la salute e della Riunione di Alto Livello delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili rappresentano due appuntamenti cruciali per tracciare un percorso verso un futuro più sano e sostenibile per tutti.

È il momento di rispondere a questo appello e intensificare gli sforzi per un’aria più pulita, ovunque. Il battito del cuore delle nostre città dipende dal respiro del nostro pianeta: un imperativo “One Health” che non si può più ignorare.

Keypoints

  • L’approccio “One Health” riconosce l’interconnessione tra la salute umana e la salute del nostro pianeta
  • Affrontare l’inquinamento atmosferico è una strategia chiave per ridurre il peso delle malattie non trasmissibili e migliorare la salute globale
  • Entro il 2050 si prevede che nelle città risiederà il 68% della popolazione mondiale
  • Le malattie non trasmissibili causano quasi 46 milioni di decessi ogni anno a livello globale
  • Sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico
  • Oltre 47 milioni di persone hanno firmato un appello per un’azione urgente volta a ridurre l’inquinamento atmosferico

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