ESG

Una vita dedicata alla governance della salute. Intervista a Paola Testori Coggi (Federated innovation)

Perché ne stiamo parlando
Figura chiave nella governance della salute, ha guidato riforme cruciali a livello europeo come il nuovo quadro normativo sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e l’istituzione dell’EFSA. Ambassador di Federated Innovation@MIND, promuove il valore degli ecosistemi dell’innovazione per migliorare la salute pubblica.

Si è occupata di salute, sicurezza alimentare, ricerca e ambiente alla Commissione europea, dove è stata direttrice generale per Health and Consumers. Il suo Libro bianco sulla sicurezza alimentare ha portato all’istituzione, nel 2002, dell’European Food Safety Authority (Efsa). Per il ministero della Salute si è occupata di prezzi e rimborso dei farmaci. 

La vita professionale di Paola Testori Coggi è legata a doppio filo alla governance della salute. In prima linea anche nella gestione di alcune emergenze sanitarie, come la crisi delle protesi mammarie contraffatte e la pandemia d’influenza suina, è stata chair della Task Force Global health and Covid-19 del T20, G20 Italy.

La incontriamo a Mind, nel distretto dell’innovazione di Milano, dove è ambassador per la salute e scienze della vita di Federated Innovation, un network di imprese che collaborano per sviluppare progetti di innovazione nel campo delle Life Sciences e City of the Future.

«Tre sono i pilastri dell’innovazione nel campo della salute» dice. «La scienza, quindi le scoperte frutto dell’attività di ricerca condotta nelle università e nei centri di ricerca. L’industria, che trasforma i risultati scientifici in valore, non solo economico ma anche per il miglioramento delle terapie. E il sistema sanitario, dove l’innovazione si mette in pratica». 

La sua voce è ferma e squillante, testimone della lunga strada intrapresa dalla laurea in scienze biologiche e dal master in eco-tossicologia.

«Ma questi elementi, seppur chiave – continua Testori Coggi – da soli non bastano per creare vera innovazione. É fondamentale avere venture capital, un mercato dinamico, un quadro regolatorio favorevole». 

L’Italia nel Global Innovation Index

Se questo è il mix di elementi necessari per creare innovazione nel campo della salute, l’Italia sembra ancora non avere tutte le carte in regola affinché possa essere considerato un leader globale.

«Nel ranking del Global Innovation Index, che misura la capacità di un paese di innovare e il valore delle sue innovazioni, l’Italia si colloca al 26esimo posto a livello mondiale e al 13esimo a livello europeo. È interessante però notare che nel campo della ricerca l’Italia eccelle per la qualità della produzione scientifica, con un numero di pubblicazioni per unità di spesa in R&S molto alto, superiore a Francia e Germania. In particolare nelle scienze della vita siamo primi in Europa. Non siamo però in grado di trasformare i risultati scientifici in prodotti e servizi innovativi».

Ecco perché è importante, secondo Paola Testori Coggi, creare degli ecosistemi dell’innovazione che possano supportare lo sviluppo di equipe interdisciplinari e infrastrutture innovative, favorire l’accesso ai capitali e rendere più agile la burocrazia. «Le collaborazioni pubblico-privato, per mobilitare più risorse e investimenti, e la creazione di un ambiente favorevole all’incontro tra ricerca e industria rappresentano una strada fondamentale per raggiungere maggiore competitività a livello internazionale».

Mind a Milano: ecosistema dell’innovazione

«Mind, nato nell’ex area Expo a Milano, è un modello di ecosistema dell’innovazione: qui troviamo l’Università di Milano (il trasferimento è previsto fra due anni), l’Human Technopole, l’IRCCS Galeazzi, la Federated Innovation…». La Federated Innovation è una rete d’impresa composta da «40 imprese che collaborano nella fase precompetitiva: condividiamo idee, risorse, competenze per intraprendere percorsi virtuosi che permettano di trasformare la ricerca e l’innovazione in valore di mercato». Salute e sostenibilità sono il terreno di gioco, nella consapevolezza che il futuro della nostra salute è legato al futuro del pianeta. Parola chiave: One Health.

One Health: un approccio integrato per la salute globale

«Alla base dell’approccio One Health c’è la consapevolezza che la salute degli esseri umani è strettamente interconnessa con quella degli animali (domestici e selvatici), delle piante e dell’ambiente. Esempio paradigmatico è la pandemia di COVID, originata da un virus animale che ha fatto il salto di specie (spillover) e si è diffuso in tutto il mondo, mostrando l’importanza di un approccio integrato per affrontare le emergenze sanitarie e preservare la salute globale».

L’importanza della Preparedness

L’Ue ha istituito Hera (Health emergency preparedness and response authority) per prepararsi alla gestione della prossima pandemia. «È un’agenzia che serve in tempo di pace, per monitorare le minacce emergenti, predisporre le strutture che in caso di necessità dovranno sviluppare i vaccini e coordinare ricerca e contromisure mediche». 

Durante la pandemia di COVID, puntualizza Testori Coggi, «gli Stati Uniti hanno beneficiato di strutture simili: mi riferisco al BARDA, ufficio del Dipartimento della salute istituito dopo l’influenza suina del 2009 che uccise nel Nord America 300mila persone. L’Ue sta seguendo dunque questa strada, rafforzando anche le competenze sulla sorveglianza epidemiologica dell’Agenzia Europea per il Controllo delle Malattie Infettive (ECDC) e introducendo normative per gestire le minacce sanitarie a livello sovranazionale». Testori Coggi si riferisce al Regolamento sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero che fissa un quadro di regole vincolanti per la preparazione e la risposta alle crisi sanitarie. L’Italia, dal canto suo, dice l’esperta, «grazie al suo Servizio Sanitario Nazionale si distingue per la qualità delle cure e gli ottimi esiti sanitari, nonostante una spesa sanitaria pubblica (6,4% del Pil) inferiore alla media europea (8,2%) e ben al di sotto di Germania (10,3%) e Francia (9,8%). Il nostro sistema sanitario, con la sua capacità di garantire cure universali, rappresenta un esempio di eccellenza da tutelare».

Non solo virus

Oggi una seria minaccia per la salute pubblica è l’antibioticoresistenza, che in Italia, come ammonisce AIFA in questo dossier, rischia di diventare la prima causa di morte nel 2050.

«Parliamo di agenti patogeni che sopravvivono ai trattamenti. Ogni anno 33.000 persone in Europa muoiono a causa di batteri resistenti agli antibiotici, anche a a causa dell’uso inappropriato che se ne fa sia in medicina umana che negli allevamenti». Un approccio One Health è essenziale per monitorare e migliorare l’uso responsabile di questi farmaci in tutti i settori. «Alle sovraprescrizioni che contraddistinguono in particolare Italia, Francia e Spagna, si somma infatti l’uso inappropriato negli allevamenti animali. Non tanto in Europa, però», puntualizza Testori Coggi, ricordando che era in forze a Bruxelles quando, nel 2003, l’UE ha vietato l’uso degli antibiotici come promotori di crescita.

Donne nella sanità: una leadership da valorizzare

Prima di congedarci, tocchiamo un’altra questione che rischia di frenare in Italia il progresso economico e sociale. La carriera impari delle donne anche nel mondo sanitario. Motivo per cui Paola Testori Coggi ha promosso, nel 2020, la fondazione dell’Associazione Donne Leader in Sanità, di cui è vice presidente. 

«Nonostante le donne rappresentino il 70% del personale sanitario e il 40% del personale medico, una minoranza occupa posizioni apicali nel management del settore. Obiettivo del nostro manifesto è il raggiungimento di almeno il 40% di donne nelle posizioni apicali delle organizzazioni sanitarie pubbliche e private. Per farlo – dice – è fondamentale superare pregiudizi e stereotipi culturali. E farlo è fondamentale perché migliora non solo l’equità, ma anche gli esiti sanitari. Uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, condotto su 800mila pazienti ricoverati negli Stati Uniti, ha individuato esiti migliori in termini di mortalità e complicazioni quando il medico curante era donna. Quindi – conclude Testori – favorire la presenza di donne nelle posizioni di leadership è un obiettivo da perseguire a vantaggio dell’intera collettività».

Keypoints

  • Paola Testori Coggi è una figura chiave nel campo della governance della salute. 
  • È stata dg della direzione generale per la salute e i consumatori alla Commissione Europea, ha gestito crisi sanitarie, come l’influenza suina, e promosso l’istituzione dell’EFSA con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare.
  • Ha guidato riforme cruciali a livello europeo come il nuovo quadro normativo sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero
  • È ambasciatrice per la salute e scienze della vita di Federated Innovation al MIND
  • Sostiene lo sviluppo di ecosistemi dell’innovazione che favoriscano il dialogo tra ricerca, industria e sanità per trasformare scoperte scientifiche in valore.
  • Fondatrice e vicepresidente dell’Associazione Donne Leader in Sanità, promuove una maggiore presenza femminile nei ruoli apicali delle strutture sanitarie.

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