ESG

Glossario ESG: una guida su Società Benefit, B-corp e certificazioni ISO

Perché ne stiamo parlando
Investire in sostenibilità è ormai fondamentale per il successo di un’azienda, e lo sarà sempre di più in futuro. Tra nuovi modelli societari, certificazioni e normative di riferimento, una guida al glossario del mondo degli ESG (Environmental, Social, Governance).

Glossario ESG: una guida su Società Benefit, B-corp e certificazioni ISO
Immagine generata utilizzando l'intelligenza artificiale

Qual è la differenza tra Società Benefit e B-corp? Quali sono le certificazioni che le aziende devono avere per dimostrare di essere in linea con i sustainable development goals indicati dall’Agenda 2030? Quali sono le principali normative di riferimento in questo ambito? Di fronte a un modello di sviluppo che sta vivendo un grande momento di cambiamento nella direzione della sostenibilità, sempre più aziende decidono di convertire i propri obiettivi di business orientandoli a investimenti rispettosi dell’ambiente e caratterizzati da un elevato impatto sociale. Non solo, è in atto anche una trasformazione delle aziende stesse, che privilegia sistemi di governance e organizzazioni interne maggiormente inclusivi. E l’Italia è pioniera in questo settore: il nostro paese, infatti, è stato il primo in Europa e il secondo nel mondo, dopo gli Stati Uniti, a riconoscere legalmente all’interno del proprio sistema normativo le Società Benefit, è tra i primi in Europa per presenza di B-corp e tra i primi al mondo per numero di certificazioni ISO rilasciate.

In Italia ci sono più di 2600 Società Benefit, con una crescita del 55% rispetto all’anno precedente. Siamo secondi al mondo per Certificazioni ISO rilasciate e tra i primi in Europa per presenza di Società B-Corp. Inoltre, già il 60% delle aziende italiane ha istituito un comitato ESG, con il picco del 71% raggiunto dal settore Healthcare, a testimonianza che stiamo vivendo una rivoluzione che coinvolge ormai tutto il sistema produttivo.

Le società Benefit

Le Società Benefit (SB) sono aziende che all’interno del proprio statuto o oggetto sociale dichiarano di voler perseguire, tramite la propria azione, non solo obiettivi di profitto e dunque di divisione degli utili, ma anche di generare un impatto positivo sul piano sociale e della sostenibilità ambientale, tenendo conto dell’interesse collettivo. Non si tratta, dunque, di società sociali o no profit, ma di imprese che sono in grado di operare un bilanciamento tra lo scopo di lucro e l’interesse comune, indirizzando le scelte aziendali in favore di un migliore impatto sulle comunità, la biosfera, i territori, la salute e il benessere delle persone. Le SB, tramite il loro operato, si distinguono dalle altre società in quanto integrano nel proprio modello di business obiettivi in linea con l’evoluzione del modello produttivo del nostro secolo, nell’ottica della sostenibilità, dell’inclusione e del rispetto per l’ambiente.

Sostenibilità e trasparenza

Questo significa non solo privilegiare investimenti che hanno un impatto positivo per il pianeta, operare una selezione di clienti e fornitori secondo criteri di sostenibilità, oppure sviluppare iniziative dall’alto valore sociale. Essere Società Benefit vuol dire anche rivedere i propri modelli di organizzazione interna in funzione di una maggiore inclusione, ridurre notevolmente l’impatto ambientale nel processo produttivo e operare secondo criteri di trasparenza. Per questo motivo ogni SB deve prevedere all’interno della propria organizzazione aziendale una persona che sia in grado di controllare, misurare ed eventualmente correggere l’impatto dell’azienda in merito a questi obiettivi. Ogni SB, inoltre, si occuperà ogni anno di stilare un rapporto delle proprie attività con una relazione d’impatto, che preveda anche gli impegni e gli obiettivi futuri.

La normativa italiana

L’Italia è stato tra i primi paesi al mondo a introdurre le Società Benefit nel proprio sistema normativo, mediante la Legge di stabilità per l’anno 2016 (L. 28-12-2015 n. 208, Commi 376-384). La Legge definisce le SB quali “società che nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse”. Inoltre, la norma fa riferimento alla necessità di inserire la propria finalità all’interno dello statuto in modo che l’azienda possa distinguersi dalle altre e, come detto, alla pubblicazione della relazione d’impatto annuale. Un’azienda può dunque diventare Società Benefit approvando la modifica del proprio statuto e seguendo i passi previsti dalla normativa in merito a criteri e azioni previste.

Società Benefit in Italia

Nel nostro Paese l’Associazione che riunisce e rappresenta le SB è Assobenefit. Secondo i dati più recenti di questa organizzazione, le SB in Italia sono in continua crescita. Al 31 dicembre 2022 si contano nel nostro Paese 2625 Società Benefit, con una crescita del 55% rispetto al 2021. Durante il 2021 le SB in Italia hanno prodotto un totale di 19,7 miliardi di euro di fatturato. Il 97% di queste aziende erano realtà già esistenti che hanno deciso di modificare il proprio statuto, a testimonianza di come la decisione di cambiare il proprio modello produttivo sia vantaggioso anche nell’ottica di attrarre potenziali investitori che scelgono di investire in base ai criteri ESG.

Diventare B-corp: la certificazione di B-Lab

Benché condividano obiettivi comuni, le Società Benefit non vanno confuse con le B-corp. Queste ultime, infatti, appartengono a un movimento globale nato negli Stati Uniti con l’obiettivo di misurare le performance ambientali e sociali delle aziende in favore di un nuovo modello di Business.

Per diventare B-corp è necessario ottenere la certificazione dall’ente non profit statunitense B-Lab, attraverso il superamento di due step principali. Il primo riguarda la compilazione di un questionario molto approfondito denominato BIA (Business Impact Assessment), atto a verificare un punteggio dell’azienda in merito alla sua Governance, alla qualità dell’ambiente lavorativo, all’impatto sociale e ambientale del proprio operato e all’effetto che i prodotti hanno sui clienti. Una volta ottenuto un punteggio di almeno 80/200, l’azienda può passare al secondo step, che prevede la condivisione di documenti che certifichino quanto affermato nel questionario. La certificazione è valida tre anni, durante i quali l’azienda può associare il marchio Certified B-corp al proprio brand, con l’obiettivo da un lato di attrarre investitori e nuovi stakeholders, dall’altro di promuovere i prodotti valorizzando il modello di sviluppo sostenibile che ne è alla base. Scaduti i tre anni, la certificazione va rinnovata, ma anche in questo caso ogni anno la società B-corp è tenuta a pubblicare sul proprio sito la relazione annuale sugli obiettivi raggiunti e un piano per quelli futuri.

Le differenze tra B-corp e SB

È facile intenderlo: B-corp e Società Benefit condividono gli stessi obiettivi e mirano a un modello di sviluppo in linea con i sustainable development goals dell’Agenda 2030 e coerente con i criteri ESG. In alcuni casi, infatti, le Società Benefit hanno anche ottenuto la certificazione di B-corp, ma i due concetti non sono totalmente sovrapponibili, e la differenza principale è di natura giuridica. Le SB sono riconosciute per Legge in quanto integrano nel proprio statuto obiettivi di profitto e obiettivi di interesse comune; le B-corp appartengono a un network globale e ricevono una certificazione da un ente privato, senza dover necessariamente modificare il proprio statuto.

Esistono però anche altre differenze tra queste due categorie. Ad esempio, le Società Benefit forniscono un’autodichiarazione della propria performance, le B-corp invece sono valutate tramite standard definiti. Queste ultime, oltre a poter utilizzare il brand B-Corp, possono accedere a diversi servizi garantiti dall’adesione al network di B-Lab e devono – come detto – rinnovare la propria certificazione ogni tre anni.

B-corp nel mondo e in Italia

Secondo i dati più recenti forniti da B-Lab, attualmente si contano 7368 aziende B-Corp nel mondo. Secondo il B-Lab Europe Annual Report del 2022, pubblicato ad agosto 2023, nell’Unione europea ce ne sono più di 1200 e sono presenti in tutti gli Stati membri. Contando anche il Regno Unito, nel quale più di 1500 aziende hanno già ottenuto la certificazione B-corp, il numero arriva quasi a 3000 aziende del network solo in Europa.

In Unione europea nel 2022 abbiamo assistito a una crescita di nuove B-corp del 63%, con più di 100.000 lavoratori e un fatturato pari a 55 miliardi di euro. L’Italia, come per le Società Benefit, si dimostra molto sensibile al tema: è seconda in Ue per numero di B-corp, attualmente ha superato le 240 società.

Fonte: B-Lab Europe Annual Report (2022)

Le certificazioni ISO

Il nostro Paese primeggia anche nella classifica delle certificazioni ISO (International Standard Organization), rilasciate con l’obiettivo di dimostrare che un’azienda o un’organizzazione soddisfa determinati criteri in un settore specifico. Esistono infatti diverse certificazioni ISO a seconda degli ambiti di riferimento: la più conosciuta è la ISO 9001, che certifica la gestione della qualità di un’azienda secondo standard riconosciuti a livello internazionale. Esistono però certificazioni ISO specifiche per diversi settori merceologici e, per poter concorrere in appalti e gare pubbliche, alcune sono obbligatorie per Legge.

Altre certificazioni conosciute sono la 45001 relativa alla sicurezza dei lavoratori, la 14001 che riguarda l’ambiente, la 37001 sull’anticorruzione, la 27001 che certifica la sicurezza informatica.

Gli Enti certificatori e i numeri in Italia

Le certificazioni ISO vengono richieste dalle aziende su base volontaria e rilasciate da specifici Enti di accreditamento che, a loro volta, sono stati accreditati secondo la ISO / IEC 17021 – cioè, come competenti per produrre le certificazioni in settori di attività specifici – da un ente di accreditamento nazionale. In Italia questo Ente si chiama Accredia, organismo deputato dal governo ad attestare la competenza e l’imparzialità degli enti e dei laboratori che verificano la conformità dei beni e dei servizi alle norme.

Come evidenziato dalla Iso Survey 2021, pubblicata a ottobre 2022, l’Italia si posiziona ai primi posti nel mondo per la classifica di aziende certificate ISO. Dei quasi 2 milioni di certificati ISO validi nel mondo, più della metà (1.077.884) sono relativi ai sistemi di gestione della qualità; se si aggiungono i certificati relativi ad ambiente e sicurezza sul lavoro si arriva al 90% del totale. In Italia a fine 2021 sono oltre 133 mila i certificati rilasciati alle imprese: di questi 92.664 appartengono alla categoria ISO 9001 gestione della qualità, che posizionano il nostro Paese secondo nel ranking mondiale (9% del totale).

Le aziende italiane – aiutate anche dall’attenzione del Legislatore – si dimostrano dunque più sensibili rispetto a quelle di altri Paesi rispetto al cambio di paradigma che sta investendo il modello produttivo in favore della sostenibilità ambientale, dell’impatto sociale e della trasparenza dei modelli di governance. Il nostro Paese è stato il primo in Europa e il secondo al mondo ad introdurre nel proprio ordinamento la definizione di Società Benefit; è tra i primi in Europa per presenza di B-corp e tra i primi al mondo per numero di certificazioni ISO rilasciate. È lecito dunque auspicare che sempre più aziende seguano questo esempio, dal quale tutta la nostra società può trarre grande giovamento.

Keypoints

  • Investire in sostenibilità è ormai fondamentale per il successo di un’azienda, e lo sarà sempre di più in futuro: esistono diversi modi in cui le aziende possono adeguarsi al cambiamento sostenibile ed è bene conoscere i diversi passaggi di questo percorso
  • Una Società Benefit (SB) è un’azienda che all’interno del proprio statuto dichiara di voler perseguire non solo obiettivi di profitto e dunque di divisione degli utili, ma anche di generare un impatto positivo sul piano sociale e della sostenibilità ambientale, tenendo conto dell’interesse collettivo
  • L’Italia è stato il primo Paese in Europa ad introdurre nel proprio ordinamento la definizione di Società Benefit e a riconoscerla legalmente (nel 2015). Attualmente nel nostro Paese le SB sono più di 2600
  • Le Società B-Corp hanno ottenuto una certificazione rilasciata dall’ente non profit statunitense B-Lab, e fanno parte di un movimento che ha l’obiettivo di misurare le performance ambientali e sociali delle aziende in favore di un nuovo modello di Business. In Italia ce ne sono più di 240, secondi per numero in Unione europea
  • Le Certificazioni ISO sono certificazioni riconosciute dall’International Standard Organization che hanno l’obiettivo di dimostrare che un’azienda o un’organizzazione soddisfa determinati criteri in un settore specifico. Le più comuni sono la 9001 gestione della qualità, la 45001 sulla sicurezza dei lavoratori e la 14001 sull’ambiente
  • Nel nostro Paese sono stati rilasciati più di 130.000 certificazioni ISO, che mettono l’Italia tra i primi posti della classifica globale anche in questo campo

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