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Effetto Trump su politiche Esg? Non nel Life science

Perché ne stiamo parlando
A poche ore dall’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, si fa sempre più concreta l’idea di una marcia indietro di concetti quali sostenibilità ed equità. Sarà così nonostante l’entrata in vigore delle nuove direttive europee CSRD e CSDDD?

Effetto Trump su politiche Esg? Non nel Life science

I progetti per contrastare il cambiamento climatico e favorire diversità e uguaglianza sembrano avere le ore contate. Con il ritorno di Donald Trump quale Presidente degli Stati Uniti d’America alcuni concetti stanno perdendo il loro valore. Una conferma arriva dalla scelta di diverse aziende di uscire dai programmi di sostenibilità. Un esempio su tutti quello di BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, che ha abbandonato la Net Zero Asset Managers Initiative (Nzam), l’alleanza globale di società di gestione che lavorano per raggiungere la neutralità carbonica. Una decisione che segue quella di altre sei società quali Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley e JPMorgan Chase.

Aziende che stoppano programmi, agende che cambiano. Come quella del World Economic Forum di Davos, dove il focus dei leader aziendali e politici si è spostato dalle tematiche sociali agli obiettivi di crescita economica e produttività. Il ritorno di Trump sembra, infatti, aver influenzato la percezione generale dell’evento e reso l’agenda più pragmatica e incentrata sugli investimenti nell’intelligenza artificiale, sulle fusioni e acquisizioni.

Business o esg? La rotta delle farmaceutiche

Le aziende farmaceutiche, da tempo impegnate in progetti volti alla transizione ecologica e all’inclusione, non sembrano però cambiare il passo. Nessuna realtà del settore ha infatti espresso finora pubblicamente questa intenzione e anzi sono molte le società che hanno al proprio interno programmi specifici in ambito Esg, come ad esempio Angelini, GSK, Novo Nordisk e UCB Pharma, per citarne qualcuna.

EFPIA, la Federazione Europea delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche, negli ultimi tempi ha invece intrapreso azioni decisive per ridurre gli impatti ambientali lungo tutta la catena del valore e contribuire alla costruzione di un sistema sanitario resiliente e sostenibile. Tra queste vi è la riduzione delle emissioni di gas serra, gli investimenti in elettricità rinnovabile e soluzioni tecnologiche pulite, la promozione della circolarità e l’importanza di collaborare con altri stakeholder per la diffusione di buone pratiche a favore dell’ambiente e dei diritti.

L’Europa e le nuove Direttive

Se da una parte ci sono studiosi convinti che potrà esserci un rallentamento, ma mai un’inversione di rotta sulle politiche Esg, a livello concreto se guardiamo all’Europa uno scudo viene dall’entrata in vigore delle nuove direttive Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) e Csdd (Corporate Sustainability Due Diligence Directive). Insieme, queste due direttive creano un quadro completo per la sostenibilità aziendale nell’Ue. La Csrd richiede alle aziende di pubblicare dati accurati e completi sulle loro pratiche ESG, migliorando la trasparenza e la responsabilità verso gli investitori e altre parti interessate. La Csdd stabilisce obblighi di due diligence per garantire che le aziende gestiscano attivamente i rischi legati alla sostenibilità mitigando gli impatti negativi lungo la catena del valore.

La Csrd

Con la nuova Direttiva oltre all’estensione dell’ambito di applicazione, che vede coinvolte molte più aziende (50mila contro 11mila circa) rispetto alla precedente NFRD (Non Financial Reporting Directive), cambiano le modalità di realizzazione dei bilanci di sostenibilità. La Csrd, infatti, introduce cinque novità: l’analisi di doppia materialità, la collocazione del documento nella Relazione di Gestione, l’obbligo di assurance esteso al perimetro europeo, il formato del documento, da redigere in formato elettronico unico e da rendere pubblico e accessibile agli stakeholder, e l’integrazione della catena del valore all’interno della rendicontazione.

La Csddd

L’obiettivo di questa direttiva è promuovere un comportamento aziendale sostenibile e responsabile nelle operazioni delle aziende e lungo le loro catene del valore globali. Le nuove norme garantiranno che le aziende interessate identifichino e affrontino gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente delle loro azioni all’interno e all’esterno dell’Europa. Cosa significa tutto questo? Per i cittadini una migliore tutela dei diritti umani, compresi i diritti del lavoro; un ambiente più sano per le generazioni future; una maggiore fiducia nelle imprese. Per le aziende, più fiducia da parte dei clienti e impegno dei dipendenti; più consapevolezza dell’impatto negativo sui diritti umani e sull’ambiente; migliore gestione del rischio, maggiore resilienza, competitività e incentivi all’innovazione.

Keypoints

  • Con il ritorno di Donald Trump quale Presidente degli Stati Uniti d’America alcuni concetti, come cambiamento climatico, diversità e uguaglianza, stanno perdendo il loro valore. Una conferma arriva dalla scelta di diverse aziende di uscire dai programmi di sostenibilità
  • Tuttavia ci sono studiosi convinti che potrà esserci un rallentamento, ma mai un’inversione di rotta
  • Se guardiamo all’Europa uno scudo viene dall’entrata in vigore delle nuove direttive CSRD e CSDDD. Insieme, queste due direttive creano un quadro completo per la sostenibilità aziendale nell’UE
  • Chi sembra non arrestare il passo sono le aziende farmaceutiche, da tempo impegnate in progetti volti alla transizione ecologica
  • La Federazione Europea delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche ha intrapreso azioni decisive per ridurre gli impatti ambientali lungo tutta la catena del valore e contribuire alla costruzione di un sistema sanitario resiliente e sostenibile

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