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Annamaria Tartaglia (W7): l’educazione finanziaria delle donne è fondamentale e va introdotta nei percorsi scolastici

Perché ne stiamo parlando
Il Women7, gruppo di impegno civile sulle Pari Opportunità del G7, chiede azioni politiche che aiutino a raggiungere l’equità di genere. Con Annamaria Tartaglia, Co-Chair di W7 Italia, facciamo il punto sulle istanze presentate in occasione del W7 Summit di Roma affinché Giorgia Meloni se ne faccia portavoce durante il Vertice a Borgo Egnazia.

Annamaria Tartaglia (W7): l’educazione finanziaria delle donne è fondamentale e va introdotta nei percorsi scolastici
Annamaria Tartaglia, CEO, The TheBrandSitter
Co-Founder, Angels4Women
Co-Chair, Women7 Italia 2024

«Vogliamo risposte politiche che possano garantire l’equità di genere. E per questo abbiamo lavorato per elaborare delle proposte concrete su pari opportunità e diritti delle donne da presentare ai Governi del G7».

Annamaria Tartaglia si riferisce al documento del W7, il Communiqué, consegnato alla Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella, affinché Giorgia Meloni se ne faccia portavoce a Borgo Egnazia, in Puglia, quando dal 13 al 15 giugno, si riunirà il Vertice dei G7.

«L’8 e 9 maggio a Roma si è riunito il Women7 Summit, promosso dal gruppo ufficiale di impegno civile del G7 sulle Pari Opportunità. È stato un appuntamento importante, durante il quale abbiamo condiviso il documento di policy che racchiude le nostre istanze per il progresso delle pari opportunità, a livello globale. Documento che auspichiamo arrivi ai tavoli istituzionali del G7 affinché vengano recepite all’interno della Leaders’ Declaration».
Annamaria Tartaglia, CEO di TheBrandSitter, Co-Founder di Angels4Women, è Co-Chair del Women7 Italia 2024. L’abbiamo incontrata per conoscere le proposte del gruppo di lavoro che affianca il G7 per una società più equa e inclusiva, sostenibile e pacifica.

Quali raccomandazioni avete elaborato?

«Le nostre raccomandazioni riguardano temi trasversali e una serie di raccomandazioni verticali nell’ambito delle 5 aree su cui si focalizza il nostro impegno: lavoro, empowerment finanziario, violenza contro donne e bambine, giustizia climatica, pace e sicurezza. Partendo da principi di inclusione e intersezionalità, abbiamo lavorato per elaborare delle proposte concrete.

Un lavoro che ha coinvolto 80 advisor provenienti da 42 paesi, rappresentanti della società civile e di enti no profit, con l’intento di dare voce a donne giovani e provenienti da Paesi a basso e medio reddito. È stato un lavoro corale, ci siamo interfacciate con associazioni di tutto il mondo, per avanzare richieste di politiche che aiutino effettivamente a raggiungere l’equità di genere e garantisca i diritti di tutte le donne.

Innanzitutto chiediamo un’equa rappresentanza di tutte le diversità a tutti i livelli decisionali, negli organismi politici, economici, nazionali regionali e globali, entro il 2030.

Chiediamo che il tema dell’equità di genere venga messo al centro di tutte le decisioni di bilancio e sia punto di riferimento per creare modelli di lunga visione, innovativi e inclusivi, per il pieno raggiungimento del benessere umano. Parliamo di iniziative legislative, politiche, strategiche. Le riforme fiscali, per esempio, devono adottare una lente intersezionale e intergenerazionale per sostenere le donne e le ragazze. E per monitorare l’avanzamento delle politiche attuate per il raggiungimento di tale obiettivo, chiediamo di raccogliere, analizzare e riferire su tutte le aree identificate dati trasparenti e disaggregati in base al genere. Questo è fondamentale per misurarne l’impatto. Chiediamo dunque ai Governi di investire sui dati di genere.

Inoltre evidenziamo l’importanza di promuovere un’istruzione trasformativa di genere, che vuol dire investire nelle infrastrutture sociali e scolastiche per garantire a tutte le bambine e le donne l’accesso all’educazione, all’istruzione scolastica e terziaria, all’alfabetizzazione finanziaria e digitale, ai programmi STEAM (Science, Technology, Engineering, Art and Mathematics), nell’ottica di rafforzare la formazione e l’acquisizione di competenze digitali, finanziarie e imprenditoriali determinanti per essere protagoniste nel mondo del lavoro.

E, non meno importante, chiediamo che vengano sviluppati programmi e campagne di apprendimento permanente per contrastare gli stereotipi di genere. È necessario sensibilizzare e formare, tra gli altri, educatori, ricercatori, politici, medici, per riuscire a contrastare il sessismo e i pregiudizi di genere, e lavorare con i media e l’editoria affinché applichino una lente di genere, aggiornando per esempio i testi e impegnandosi a garantire una rappresentazione equa e rispettosa nella creazione di contenuti. Così come è importante sostenere finanziariamente l’adozione di algoritmi di Intelligenza Artificiale trasparenti e non discriminatori, per prevenire i pregiudizi.

Inoltre, chiediamo di riferire annualmente i progressi compiuti verso l’equità di genere, attivando meccanismi di monitoraggio efficaci, attraverso indicatori utili a valutare e regolare gli impatti di genere delle politiche pubbliche e degli impegni assunti dal G7».

In sostanza, dite no “pink whashing”.

«Esatto, con la consapevolezza che c’è la possibilità di avere una dashboard di monitoraggio, anche a livello governativo, con l’incrocio dell’attività del Gender Equality Advisory Council (GEAC), organo di consultazione indipendente del G7 sulle tematiche della parità di genere e dell’empowerment femminile».

Il Summit W7 di Roma è stato dunque una tappa di un percorso lungo che non si conclude con la presentazione delle raccomandazioni.

«Certamente. Nel corso del mese continueremo a lavorare affinché le istituzioni recepiscano le nostre raccomandazioni e le integrino nella Dichiarazione dei Leader del Vertice. A ottobre, poi, saremo a Matera, quando si svolgerà la riunione ministeriale con i 7 Ministri delle Pari Opportunità in arrivo dai Paesi del G7 per continuare a discutere e a lavorare in modo che nessuna istanza venga lasciata indietro».

A proposito di lavoro e empowerment finanziario, in Italia le imprese guidate da donne sono ancora una minoranza e, addirittura, sono ancora molte le donne che non hanno un proprio conto corrente.

«C’è tanto lavoro da fare e su più fronti. Si pensi alla conciliazione vita-lavoro: riuscire a conciliare il lavoro dopo la maternità non è semplice. E se le donne in Italia fanno fatica al primo figlio, al secondo molto spesso rinunciano al lavoro, per la difficoltà di sostenere i costi che la gestione dei figli comporta non potendo contare su un adeguato welfare pubblico.

Molte aziende tentano di integrare il welfare statale con proposte private, si pensi ai congedi parentali anche per i papà, ma il lavoro di cura – ed è un aspetto che affrontiamo nell’ambito del W7 – continua ancora oggi a gravare sulle donne. Garantire dunque il diritto a servizi pubblici di assistenza e protezione sociale gratuiti, accessibili, di qualità è fondamentale per favorire una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro. Si consideri infatti che le donne non si fanno carico solo dei figli, ma anche dei genitori che invecchiano e familiari con disabilità. E ancora oggi in Italia molte donne si ritrovano a dover accettare il part-time involontario in mancanza di alternative concrete per conciliare vita-lavoro».

E a proposito di contrasto alla violenza di genere, l’autonomia economica è fondamentale anche per allontanarsi dal partner violento, come evidenziano diversi studi in materia.

«Assolutamente sì. Se dispongo di finanze adeguate, se sono autonoma e supportata da un certo tipo di sistema di welfare, pubblico e privato, e una serie di iniziative a sostegno delle donne vittime di violenza, diventa più semplice uscirne. Anche per questo bisogna contrastare la mancanza di parità di accesso ai servizi finanziari e di retribuzione. E sono importanti le politiche fiscali, commerciali, monetarie che promuovono l’equità di genere. Per questo nelle nostre raccomandazioni chiediamo politiche atte al raggiungimento di parità salariale, parità di diritti ed equa condivisione del lavoro di cura».

E chiedete di introdurre l’educazione finanziaria a scuola.

«Tra le raccomandazioni del W7 c’è l’educazione finanziaria delle donne, fin da quando si è bambine. Perché l’empowerment finanziario delle donne è un diritto, oltre che un prerequisito per lo sviluppo sostenibile e il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Riteniamo dunque che l’educazione finanziaria vada introdotta nelle scuole per imparare a gestire un conto corrente, i propri risparmi, e via via comprendere cosa voglia dire intraprendere un percorso imprenditoriale. A maggior ragione oggi che l’imprenditoria è una delle tante possibilità e opportunità in alternativa al lavoro dipendente. In altre parole, oggi che le modifiche del mondo del lavoro sono più rapide e complesse e ci si allontana sempre più dal posto fisso, è necessario che le giovani generazioni siano preparate ad affrontare la libera professione, che sappiano per esempio come poter accedere al credito, quali sono i costi, i rischi, le necessità per costruire un’azienda…

Ecco perché alle giovani donne dico: studiate, lavorate, createvi il vostro spazio lavorativo, non fatevi spaventare dalle sfide e dai cambiamenti, usate la vostra testa. Questo è fondamentale: noi siamo fortemente condizionate dal giudizio altrui, siamo educate a essere brave bambine, brave ragazze e brave studentesse, quindi a dipendere dall’approvazione di qualcun altro. Ma non avete bisogno che qualcuno vi dica che siete brave e capaci: ponetevi degli obiettivi, fate e non abbiate paura di sbagliare. Il peggio che possa accadere è fallire, ma poi si ricomincia. E strada facendo cercate altre donne, di qualunque età, etnia, orientamento sessuale, che possano farvi da sparring partner, che possano ispirarvi e supportarvi».

Anche per questo ha fondato Angels4Women?

«Sì, per contribuire a costruire un ecosistema integrato tra chi fa impresa e chi può fornire capitale e una serie di servizi collaterali che possano aiutare le imprese nascenti a raggiungere un livello di indipendenza e successo. Con Angel4Women vogliamo incentivare gli investimenti a sostegno dell’imprenditoria femminile e promuoviamo educazione su quello che vuol dire investimento di rischio e cosa significhi essere un Business Angel, non solo in termini di investimento finanziario ma anche in termini di coinvolgimento nella governance di una startup».

Keypoints

  • Dal 13 al 15 giugno a a Borgo Egnazia, in Puglia, si riunirà il Vertice dei G7
  • L’8 e 9 maggio a Roma si è riunito il Women7 Summit, promosso dal gruppo ufficiale di impegno civile del G7 sulle Pari Opportunità
  • Durante i lavori romani è stato condiviso il documento di policy che racchiude le raccomandazioni del W7 per il progresso delle pari opportunità, a livello globale. L’auspicio è che il documento arrivi ai tavoli istituzionali del G7 affinché vengano recepite all’interno della Leaders’ Declaration
  • Annamaria Tartaglia, CEO di TheBrandSitter, Co-Founder di Angels4Women, è Co-Chair del Women7 Italia 2024
  • Le raccomandazioni del W7 riguardano in particolare 5 aree su cui si focalizza il lavoro del gruppo: empowerment finanziario e lavoro, violenza contro donne e bambine, giustizia climatica, pace e sicurezza
  • Entro il 2030, il W7 chiede un’equa rappresentanza di tutte le diversità a tutti i livelli decisionali, negli organismi politici, economici, nazionali regionali e globali
  • Tra le raccomandazioni proposte: investimenti da parte dei Governi sui dati di genere; la promozione di un’istruzione trasformativa di genere; programmi e campagne per contrastare gli stereotipi di genere; monitoraggio continuo delle misure politiche adottate
  • Fondamentale l’educazione finanziaria delle donne, fin da piccole: l’empowerment finanziario è un diritto e un prerequisito per lo sviluppo sostenibile e il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030

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