Dopo anni di incertezza seguiti alla Brexit, il Regno Unito è ufficialmente tornato ad essere un membro associato del programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea, Horizon Europe. Questo programma, che si estende per sette anni e dispone di un finanziamento di 95,5 miliardi di euro, sovvenzionerà una vasta gamma di progetti, coprendo tutto, dalla ricerca di base alla commercializzazione.
Il Regno Unito era stato uno dei principali beneficiari del predecessore di Horizon Europe, Horizon 2020 (2013-2020): i ricercatori britannici avevano ottenuto significative sovvenzioni e ruoli di leadership, partecipando a un totale di 16.400 progetti, rappresentando l’11,3% del totale dei progetti, e ricevendo un finanziamento complessivo di 7,46 miliardi di euro. La collaborazione con colleghi dell’Unione Europea e di tutto il mondo era una pratica comune.
Tuttavia, dopo l’uscita dall’Unione Europea, c’era stata molta incertezza sulla partecipazione futura del Regno Unito a tali programmi.
L’associazione a Horizon Europe aprirà ora la porta agli scienziati britannici e alle piccole e medie imprese (PMI) per accedere ai finanziamenti del programma a partire dal 1° gennaio 2024. Tuttavia, questa nuova fase comporta alcune differenze rispetto al periodo in cui il Regno Unito era uno stato membro dell’UE.
Cosa cambia adesso per i ricercatori
Gli scienziati con sede nel Regno Unito potranno partecipare ai programmi finanziati dal pilastro 1 di Horizon Europe, chiamato Excellent Science per lo sviluppo, che comprende anche le prestigiose sovvenzioni del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC).
Per gli scienziati che avevano presentato domanda nei tre anni precedenti, il Regno Unito ha istituito un fondo di garanzia a rete di sicurezza, che ha già erogato oltre 1 miliardo di sterline per finanziare la partecipazione del Regno Unito ai progetti di Horizon Europe.
Il pilastro 2 di Horizon Europe, che si concentra su scienza e tecnologie che affrontano importanti sfide globali, come il cambiamento climatico, l’energia e la salute, sarà aperto alle istituzioni britanniche, sebbene il paese potrebbe essere escluso da progetti specifici che coinvolgono tecnologie sensibili, come la tecnologia quantistica o spaziale, a discrezione caso per caso.
Altra novità è che il Regno Unito non parteciperà al Fondo EIC del pilastro 3 di Horizon Europe, che si propone di promuovere tutte le forme di innovazione, attraverso la diffusione sul mercato di nuove soluzioni, investendo attraverso finanziamenti in equity. Il Regno Unito ha deciso inoltre di non rientrare nel programma di scambio studentesco Erasmus+, preferendo creare il proprio programma nazionale, il Turing Scheme, e non comparirà nel programma di ricerca nucleare dell’UE, Euratom, decidendo di procedere in modo indipendente. La Gran Bretagna si riunirà però al sistema satellitare Copernicus dell’UE come parte dell’accordo di associazione.
Restano ancora domande sulla sua partecipazione al progetto di energia da fusione nucleare ITER, che potrebbe richiedere il sostegno dei paesi rappresentati nel consiglio di governo di ITER, tra cui c’è la Russia.
Una disputa di lunga data risolta
La decisione di aderire nuovamente a Horizon Europe arriva dopo una disputa che è durata più di due anni e che ha coinvolto numerose iniziative e personalità di spicco. Il Regno Unito era stato inizialmente escluso da Horizon Europe a causa di controversie sugli accordi commerciali con l’Irlanda del Nord dopo la Brexit. Dopo lunghe negoziazioni, era stato raggiunto un compromesso, consentendo al Regno Unito di rientrare nel programma, ma il Paese d’oltremanica aveva tentennato rinviando nuovamente la decisione, per via di nuovi problemi riguardo alle condizioni finanziarie dell’associazione. Il governo britannico ha discusso nel corso dell’estate queste condizioni, incluso il costo annuale di 2 miliardi di sterline per l’adesione al programma, mettendo in dubbio se fosse giustificato, dato il ritardo nell’adesione e la sua non appartenenza all’UE. Nel frattempo, il Paese aveva preparato un piano alternativo chiamato “Pioneer” in caso di mancata associazione a Horizon.
La decisione di ricongiungersi al programma europeo è infine arrivata, ed è stata accolta con sollievo dai ricercatori britannici dopo anni di incertezza e preoccupazione.
Il rientro del Regno Unito in Horizon Europe rappresenta un importante sviluppo per la ricerca scientifica in Europa e nel Regno Unito. Gli scienziati di entrambe le parti sperano che questa nuova fase possa portare a una maggiore collaborazione e innovazione nel campo della ricerca scientifica.
Tuttavia, come detto, rimangono alcune questioni aperte, tra cui il finanziamento al programma e la partecipazione a progetti specifici.
Il Caso della Svizzera
La Svizzera è stata coinvolta in una situazione simile, con una pausa nei negoziati con l’Unione Europea che aveva portato all’esclusione temporanea dal programma di ricerca e innovazione dell’UE. Nel maggio 2021, infatti, dopo sette anni di negoziati, la Svizzera aveva preso la decisione di interrompere i colloqui riguardanti l’accordo quadro con l’Unione Europea volto a regolare le relazioni future tra Berna e Bruxelles. Questa mossa aveva condotto alla Commissione Europea a considerare la Svizzera come un Paese terzo non associato al programma Horizon, pertanto i ricercatori non erano stati considerati più idonei a richiedere sovvenzioni individuali, a meno che si spostassero per le loro attività di ricerca presso università dell’UE o paesi associati al programma. Questa situazione aveva scatenato una corsa per attirare i migliori talenti del panorama scientifico svizzero.
L’esclusione della Svizzera è tuttora problematica perché il Paese ospita una delle più grandi infrastrutture scientifiche del mondo, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN), a Ginevra. Ma il dialogo è poi ripreso, tanto che lo scorso gennaio il presidente della Svizzera, Alain Berset, ha discusso dell’associazione a Horizon Europe e dell’adesione al programma Erasmus+ con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ai margini del Forum Economico Mondiale a Davos.
La Campagna “Stick to Science”
Le vicende relative allo stop della collaborazione dei ricercatori dalla Svizzera e dal Regno Unito in questi anni avevano sollevato la protesta del mondo scientifico ed accademico. Un esempio è stato la campagna “Stick to Science” che aveva raccolto il sostegno di una vasta gamma di attori nel campo della ricerca e dell’innovazione, tra cui ricercatori, imprenditori e organizzazioni di finanziamento. Questa coalizione sta cercando di promuovere una visione aperta e internazionale della ricerca scientifica, basata sulla scienza anziché su considerazioni politiche.
Un elemento chiave della campagna è la condivisione di testimonianze video da parte dei suoi sostenitori, che spiegano in che modo l’associazione di Svizzera e Regno Unito a Horizon Europe sia essenziale per promuovere la ricerca e l’innovazione in Europa, riflettendo l’impegno concreto dei sostenitori verso questa causa.
Questa iniziativa è un’impresa che continua a coinvolgere tutto il continente, con il supporto di rappresentanti autorevoli provenienti da numerosi Stati membri dell’Unione Europea, Regno Unito e Svizzera. La campagna è stata lanciata da personalità di spicco come i Presidenti dell’ETH Zurigo, dell’EPFL, del consiglio dell’ETH, nonché da entità di rilievo come Universities UK, Wellcome e la Royal Society, e il finanziamento per questa iniziativa è fornito da queste sei istituzioni co-promotrici.
In conclusione, il rientro del Regno Unito in Horizon Europe è un passo positivo per la ricerca scientifica, ma rimangono sfide da affrontare per garantire una collaborazione efficace. Gli scienziati europei e britannici continuano a sottolineare l’importanza di mantenere la politica fuori dalla scienza e di lavorare insieme per affrontare le sfide globali attraverso la ricerca e l’innovazione. Ora che il Regno Unito ha tracciato la strada per il rientro nel progetto, si guarda con interesse alla Svizzera e al dialogo in corso con l’Unione Europea.