La carica dei 5 milioni: il più grande studio al mondo che aiuterà a prevenire e curare le malattie del secolo

La carica dei 5 milioni: il più grande studio al mondo che aiuterà a prevenire e curare le malattie del secolo

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Michela Moretti

Perché ne stiamo parlando
Studiare nel tempo milioni di individui per trovare soluzioni di prevenzione personalizzate e terapie precoci contro malattie come cancro, diabete, patologie cardiache e ictus. Non è fantascienza, ma quello che ha fatto il Regno Unito in un progetto unico al mondo, Our Future Health.

Tutti per uno, e uno per tutti: col famoso motto potremmo riassumere il più grande progetto di ricerca del suo tipo mai realizzato in UK e nel mondo, che intende unire scienziati e tecnologie di oggi sotto il cappello di un’unica, grande coorte di popolazione e studiarne la salute nel tempo: si chiama Our Future Health, un progetto che mira a creare nuove azioni di prevenzione e di cura precoce di malattie come la demenza, il cancro e le patologie cariache.

“Our Future Health è stato impostato come risorsa per tutti i ricercatori, in particolare nel Regno Unito ma anche a livello globale, nell’NHS, nell’accademia, nell’industria delle scienze della vita”, spiega Raghib Ali OBE, CEO del progetto Our Future Health, epidemiologo e ricercatore presso l’Università di Cambridge- “una risorsa innanzitutto per sviluppare nuovi trattamenti e nuovi test diagnostici”.

Il programma si focalizza anche sul cambiamento comportamentale e sul potenziamento delle persone nel controllo della loro salute, ed esplorerà interventi che vanno oltre i tradizionali farmaci, come anche app motivazionali per l’esercizio fisico o migliorare il sonno, ad esempio.

Allo stato attuale, il progetto ha ricevuto un finanziamento iniziale di 79 milioni di sterline da UK Research and Innovation, l’ente finanziato dal governo del Regno Unito che investe in scienza e ricerca; 160 milioni di sterline sono arrivate da importanti aziende del settore delle scienze della vita, che stanno investendo e fornendo la loro esperienza per supportare la realizzazione del programma.

Un milione di volontari reclutati per farne l’identikit dello stato di salute

Ad un anno dall’inizio del reclutamento già un milione di cittadini del Regno Unito hanno aderito al progetto, al passo di 3000 ogni giorno: un successo dovuto certamente al substrato già presente nel Paese, una cultura del volontariato molto sviluppata e una vasta presenza di istituzioni, associazioni, no profit, community. Molte di queste sono diventate parte attiva del progetto, come l’Alzheimer’s Society, che riunisce pazienti, scienziati e policy makers a livello nazionale e che contribuisce come altre associazioni a sensibilizzare la popolazione ad aderire.

L’idea delle cliniche mobili: già 155 in tutto il Regno Unito, 8 solo a dicembre

I volontari entrano a fare parte del progetto tramite un percorso online, compilando un questionario su abitudini, stili di vita, storia medica passata, farmaci utilizzati; poi possono recarsi in uno dei punti di contatto più vicini dove forniscono un campione di sangue e misurazioni fisiche, ricevendo informazioni sulla loro salute, come la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo.

I punti di contatto con i volontari sono le cosiddette cliniche mobili: nei primi giorni di dicembre ne sono state aperte in otto nuove località, il che porta il totale a 155 le cliniche già attive.

I dati serviranno per progetti sperimentali e interventi di prevenzione usando anche app

Gli attori che ruotano intorno al progetto stanno cercando di costruire una comunità di cinque milioni di volontari sopra i 18 anni. Con il consenso dei volontari si potrà accedere ai dati del servizio sanitario nazionale inglese, l’NHS, e in futuro ad altre fonti di dati per tracciare che cosa sta accadendo alla loro salute. Non solo: si traccerà l’analisi genetica e si creerà un’enorme banca dati da utilizzare per progetti e studi sperimentali.

“Con un semplice campione di sangue possiamo guardare alla suscettibilità genetica alle malattie; quindi, se si è a rischio maggiore di malattia in base ai geni, e anche altri biomarcatori”, afferma il CEO del progetto Raghib Ali. In futuro, ai volontari sarà offerta l’opportunità di ricevere feedback sul loro rischio di alcune malattie e di partecipare a studi all’avanguardia.

Il programma si propone infatti di sviluppare e convalidare modelli predittivi di stato di salute e malattia, sfruttando l’avanzamento delle tecniche di machine learning e l’elaborazione dati.

Includere tutte le etnie presenti: punto chiave per fornire risultati davvero utili

“Stiamo cercando di reclutare una popolazione rappresentativa del Regno Unito com’è ora, il che significa avere una rappresentanza molto migliore delle minoranze etniche”, sostiene Raghib Ali.

Il programma mira, infatti, a ridurre le disuguaglianze sanitarie esistenti all’interno del Regno Unito, reclutando un campione rappresentativo della sua popolazione diversificata in termini di etnia e di ceto sociale. La diversità dei partecipanti è fondamentale sia per ragioni etiche che scientifiche, garantendo che le ricerche siano equamente accessibili e rappresentative, migliorando così la qualità e la pertinenza delle scoperte scientifiche.

“Abbiamo visto questo anche durante la pandemia con i vaccini e se vogliamo essere in grado di dimostrare che i vaccini funzionano su tutti i gruppi etnici, su tutte le popolazioni a livello globale, è importante che siano inclusi negli studi clinici. Lo stesso vale per la ricerca diagnostica o la ricerca sulla prevenzione”.

Si cercherà di dare risposte a domande irrisolte

Questo tipo di progetto va oltre il celebre studio UKbiobank sul genoma, dove non è stato veramente possibile riprodurre tutte le minoranze etniche: “Qui in UK i più grandi gruppi etnici sono indiani, pakistani, bengalesi, africani neri, caraibici neri, cinesi e ora anche europei orientali, quindi vogliamo persone di tutte queste ed altre etnie. Ci sono alcune malattie che sono più comuni in questi gruppi etnici e ci sono alcune malattie che sono meno comuni. Per esempio, per alcuni cancri come il cancro alla prostata è ben noto che ha un rischio maggiore negli uomini di origine caraibica nera e africana nera, ma non abbiamo ancora identificato con precisione a che cosa sia dovuto e se ci sono altri fattori. Gli asiatici del sud, al contrario, per esempio, hanno un rischio molto più basso di cancro all’intestino e di nuovo non sappiamo davvero perché. Attraverso questo progetto potremmo dare risposta a tutte queste domande e poi potremmo utilizzare i risultati per aiutare tutti”.

Un progetto che mira a creare la più grande coorte al mondo di popolazione, rappresentativa come detto delle diverse etnie, e che coinvolge ricercatori, medici e accademici del Regno Unito per lo sviluppo di strategie di prevenzione, di promozione di stili di vita e di sviluppo di nuovi, più efficaci trattamenti per le patologie. Sebben One for health sia ancora agli inizi, già rappresenta un progetto a cui guardare e sui cui risultati rimanere aggiornati.

Keypoints

  • Il progetto Our Future Health è un’iniziativa per creare la più grande coorte per la ricerca sulla prevenzione e il trattamento di malattie quali demenza, cancro e patologie cardiache
  • Si tratta di una ricerca UK based per sviluppare trattamenti innovativi e diagnosi precoce
  • Il progetto promuove l’autogestione della salute attraverso cambiamenti comportamentali e l’uso di app per il benessere
  • Sostenuto da fondi inglesi, ha coinvolto 1 milione di volontari nel primo anno, con un incremento di 3.000 persone al giorno
  • La raccolta di dati sanitari avviene attraverso questionari e cliniche mobili per sviluppare una banca dati per la previsione delle malattie
  • Il campione sarà demograficamente rappresentativo per ridurre disuguaglianze sanitarie e sviluppare cure più efficaci

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