Adam's Hand: la prima mano bionica al mondo completamente adattiva

Adam’s Hand: la prima mano bionica al mondo completamente adattiva

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Mario Catalano

Perché ne stiamo parlando
Nel cuore della protesi è presente un algoritmo di machine learning che ne rende l’utilizzo estremamente semplice e immediato, grazie ad una procedura di calibrazione della durata di pochi secondi. Il dispositivo attualmente è disponibile in dodici Stati.

«La mano umana è una meraviglia della natura, per cui per un ingegnere riuscire a riprodurne le caratteristiche è una sfida estremamente affascinante». Quella di Giovanni Zappatore, ingegnere meccanico, non è solo una sfida affascinante ma anche vincente. Nel 2017 si è laureato con un primo brevetto sulla meccanica di Adam’s Hand, la prima protesi bionica al mondo completamente adattiva. L’interesse per lo sviluppo di una protesi di mano è nato durante il percorso di laurea triennale. In quel periodo, lo studente si è focalizzato sullo studio della cinematica e dinamica della mano umana, ed è poi proseguito durante gli studi specialistici in ingegneria meccanica. «Da lì in poi, considerata la complessità del progetto, ho cercato supporto coinvolgendo due miei colleghi: Matteo Aventaggiato, ingegnere biomedico, e Federico Gaetani, ingegnere elettronico. Nel 2018 sono poi diventati co-fondatori di BionIT Labs. L’azienda, oggi, è composta da trentasette professionisti, alcuni dei quali da poco negli Stati Uniti, e stiamo ora selezionando altre tre figure da integrare entro settembre».

Per questo dispositivo è stato sviluppato e brevettato un algoritmo di Intelligenza Artificiale. In cosa consiste?

«Nel cuore di Adam’s Hand è presente un algoritmo di machine learning che ne rende l’utilizzo estremamente semplice e immediato, grazie ad una procedura di calibrazione della durata di pochi secondi. Durante questa procedura, l’algoritmo richiede dapprima all’utente di rimanere a riposo, per raccogliere i segnali basali, e successivamente di contrarre i muscoli flessori ed estensori del polso. Ciascuna fase dura solo tre secondi e l’algoritmo seleziona in modo automatico solo la parte del segnale muscolare effettivamente significativa. Questo consente alla protesi di adattarsi perfettamente al tono muscolare di ogni utente, in qualsiasi luogo e momento, utilizzando solo due sensori di superficie EMG per una maggiore personalizzazione e facilità d’uso».

Italia e investimenti in startup: quali sono le criticità?

«Barriere all’ingresso elevate per chi vuole fare impresa, ancora troppa poca conoscenza delle best practices internazionali e mancanza di capitali adeguati a far crescere il tessuto startup nazionale – soprattutto rispetto ad altri paesi europei o agli Stati Uniti, che sono anni (ed in alcuni casi probabilmente decenni) avanti a noi. Soprattutto in campo deeptech – dove si ha una necessità di capitali “pazienti” e ingenti prima di ottenere risultati commercializzabili -, il founder rischia di perdersi nella burocrazia dalla quale il nostro paese è caratterizzato, limite che va per definizione contro la necessità di ogni startup di muoversi velocemente per creare più valore possibile nel minor tempo possibile».

La startup BionIt quanto ha raccolto a oggi?

«Le attività di fundraising svolte nel corso del tempo sono state un importante supporto per la crescita di BionIT Labs. A oggi, i fondi raccolti, pubblici e privati, ammontano a oltre dodici milioni di euro. Il round che abbiamo appena chiuso ci consentirà sia di finanziare l’espansione nel mercato USA, sia di ampliare la nostra linea di prodotti. Oltre alla taglia media di Adam’s Hand, già disponibile sul mercato, introdurremo infatti anche la taglia piccola, per soddisfare le esigenze di donne e ragazzi. Rivolgendoci a mercati esteri, risulterà in futuro essenziale internazionalizzare anche la raccolta dei fondi, dopo aver costruito una traction adeguata».

Il dispositivo attualmente è disponibile in dodici Stati: qual è il Paese con la fetta di mercato più grande?

«Il mercato degli USA, che rappresenta oltre il 50% del mercato protesico globale. In Europa, invece, la Germania è uno dei più rilevanti. Entro il 2024 puntiamo a raggiungere due ulteriori paesi in Europa e in generale, si tratta di un mercato in crescita, a causa dell’aumento dell’età media della popolazione, della volontà di mantenere un alto livello di mobilità e autonomia anche in età più avanzata e all’avanzamento tecnologico che consente di offrire tecnologie sempre più adeguate a migliorare concretamente la qualità della vita degli individui con differenza d’arto. Un fattore determinante per l’utilizzo di questi dispositivi, che però risulta molto variabile di paese in paese, è la possibilità di accedere a rimborsi da parte del sistema sanitario nazionale o da parte di assicurazioni pubbliche o private. In Germania, ad esempio, la maggior parte della popolazione può accedere al rimborso totale per questa tipologia di dispositivi, mentre in Italia siamo ancora legati ad un nomenclatore che non è purtroppo adeguato a sostenere gli utenti che vogliono accedere a protesi come Adam’s Hand».

Come si sta evolvendo il mercato protesico con l’esplosione dell’AI?

«Come avviene in molti campi del sapere, l’Intelligenza Artificiale può aiutare a semplificare enormemente anche l’utilizzo delle tecnologie protesiche, consentendo all’utente di avvicinarsi sempre più ad un utilizzo quanto più “naturale” possibile di questi dispositivi. È lampante come tecniche sempre più avanzate in questo campo possano supportare concretamente lo sviluppo di protesi sempre più performanti. Senza considerare poi l’utilizzo di AI generative, che possono poi semplificare anche gli aspetti quotidiani di gestione di qualsiasi realtà operativa. Come sempre, comunque, i risultati migliori si ottengono quando una tecnologia viene compresa in modo approfondito e quindi “guidata” verso la creazione di benefici per l’essere umano, aspetto sicuramente non banale da gestire quando si parla di AI».

Cosa ne pensi dell’AI Act?

«L’AI è oggi probabilmente la tecnologia della quale è più complesso misurare l’impatto, già nel breve periodo, per cui il fatto che questo tema sia attenzionato dalla politica, e quindi sperabilmente portato poi all’attenzione dell’intera popolazione, è sicuramente apprezzabile. Sebbene le intenzioni alla base della regolamentazione di questo tema siano estremamente ragionevoli, è chiaro che misure di questo tipo rischiano di rallentare le aziende europee nello sviluppo di tecnologie basate su AI, e di conseguenza di diminuire, nel tempo, l’importanza che l’Europa può avere nella definizione stessa di uno standard di riferimento. È un tema complesso, ma di sicuro sarà fondamentale per l’UE riuscire ad aggiornare tale regolamento di pari passo allo sviluppo tecnologico, per cercare di raggiungere un equilibrio tra necessità di regolamentare e possibilità di sfruttare economicamente una tecnologia ormai già così pervasiva. La vera domanda rimane quindi: questo punto di equilibrio esiste davvero?».

La prima legge al mondo in materia di Intelligenza Artificiale impiegherà ancora due anni per diventare pienamente operativa. In questo contesto, un ruolo fondamentale sarà svolto dal nuovo AI Office europeo, che dovrà implementare leggi secondarie che definiscano le modalità di applicazione pratica dei principi dell’AI Act. I codici di condotta dovranno però essere pronti entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge. Sarà una sfida difficile, considerando soprattutto il fattore tempo.

Keypoints

  • Adam’s Hand è la prima mano bionica al mondo completamente adattiva
  • BionIT Labs è un’azienda medtech italiana che applica le tecnologie informatiche alla bionica
  • Per questo dispositivo è stato sviluppato e brevettato un algoritmo di Intelligenza Artificiale
  • A oggi, i fondi raccolti, pubblici e privati, raccolti dalla società ammontano a oltre dodici milioni di euro
  • Il dispositivo attualmente è disponibile in dodici Stati
  • Entro il 2024 l’azienda punta a raggiungere due ulteriori paesi in Europa

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