Nella sede di Cerro Maggiore, alle porte di Milano, alla presenza di Emanuele Monti, Presidente della IX Commissione Welfare della Regione Lombardia, la multinazionale ab medica presenta il nuovo da Vinci Single Port (SP), che fa così il suo ingresso nel mercato italiano. Prodotto negli Stati Uniti, da Vinci SP arricchisce la quarta generazione da Vinci, che include i sistemi robotici Multiport X e Xi.
Un solo braccio, un solo ingresso
Grazie alla tecnologia avanzata, con un solo accesso nel corpo del paziente, il chirurgo è in grado di eseguire operazioni complesse, raggiungendo gli organi interessati senza incidere il tessuto muscolare. Se da Vinci Multiport rendeva possibile l’intervento con 4 accessi, da Vinci SP lo fa con uno solo. La combinazione è perfetta: da una parte, una tecnologia robotica all’avanguardia, la cui massima espressione è un endoscopio flessibile capace di fornire immagini 3D in alta definizione per vedere sopra, sotto e attorno alle parti anatomiche durante l’intervento; dall’altra, una strumentazione evoluta che permette sette gradi di mobilità, aumentando la flessibilità e la capacità di manovra del chirurgo in misura maggiore rispetto alla mano umana, migliorando la precisione dell’intervento, nel corso del quale il paziente è in posizione ergonomica.
«La chirurgia Single Port e la NOTES (Natural Orifice Transluminal Endoscopic Surgery), che sfrutta gli orifizi naturali senza effettuare alcun taglio o incisione, anche se minimi, sono la nuova sfida, volta a ottenere il massimo risultato col minimo danno al paziente», spiega Filippo Pacinotti, Business Director.
Un database utile per la prevenzione
Parlando con INNLIFES, Francesca Cerruti, CEO di ab medica, spiega che «Il sistema robotico da Vinci acquisisce informazioni, grazie ad un sistema di Intelligenza Artificiale, come tempi di utilizzo, tipologia di strumento impiegato, patologia. Se sommiamo la capacità di Intelligenza Artificiale di analizzare, assorbire e poter elaborare un database di informazioni di tipo clinico, allora si può pensare allo sviluppo di una certa predicibilità. Ad esempio: queste prostate, di queste dimensioni, di questi grammi spesso si traducono in questa conseguenza. Se applicata all’analisi delle immagini e dei dati clinici dell’intervento, questa predicibilità è già un grosso aiuto a ciò che può succedere, perciò si può fare prevenzione».
Sistema da Vinci: dalla cardiochirurgia nel 1999…
«Il primo da Vinci fu usato nell’ambito cardiochirurgico perché più esigente in termini di precisione. Era lì che la macchina serviva perché si sarebbe minimizzata l’incisione per aprire uno sterno. All’epoca, però, il rischio di non vedere implicava la scarsa gestione di un’emergenza. Qualcuno ha continuato a usarlo, anche se la cardiochirurgia si è affievolita in termini di numeri assoluti, per cui si è arrivati all’ambito cardiotoracico. E qui, entrare con un accesso intracostale che non attraverso l’apertura, fa la vera differenza».
…all’oncologia di oggi
«Grazie alla tecnologia di da Vinci SP, alla sicurezza che dà e all’accesso minimo, è possibile ripensare all’applicazione in ambito cardiochirurgico. Attualmente siamo nell’ambito oncologico, ma si vuole andare oltre. Per un aspetto di sostenibilità economica si dà la priorità ai grandi interventi. Più da Vinci SP verrà usato, più sarà diffuso, più sarà economicamente sostenibile, più il sistema sanitario pubblico potrà permetterselo, più amplierà lo spettro degli interventi. Oggi c’è una priorità di stampo oncologico».
Il sistema robotico da Vinci è al momento usato in Otorinolaringoiatria, Chirurgia toracica, Cardiochirurgia, Chirurgia Generale, Ginecologia, Urologia, Chirurgia Pediatrica. Dal 1999, anno del suo ingresso in Italia, oltre 300mila pazienti sono stati operati con questo sistema e, nel 2024, ne sono previsti oltre 50mila.
Milano e Napoli: qui i primi due da Vinci SP
In questi giorni due da Vinci SP sono stati installati in due eccellenze sanitarie pubbliche: all’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, che segna il traguardo dei 200 sistemi robotici da Vinci in Italia, confermandosi centro di riferimento avviando il primo utilizzo di questo approccio in Chirurgia Generale, e all’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli, punto di riferimento oncologico in Campania e a livello nazionale, dove è stato eseguito il primo intervento in Italia con da Vinci SP dall’equipe chirurgica dell’unità operativa di Urologia guidata dal Dottor Sisto Perdonà.
«Tumore alla prostata, ci sono volute 2 ore e un quarto. Una volta ce ne volevano 10»
Lo dichiara Perdonà, intervistato subito dopo l’intervento pionieristico. «Non solo da Vinci SP è un aiuto al medico che, a quel punto, è in grado di eseguire più interventi, ma anche al paziente, vista la mininvasività che gli garantisce una degenza molto più breve rispetto a prima». E questa è una buona notizia per le liste d’attesa.
ab medica: parità di genere
Nata 40 anni fa, produce e distribuisce avanzate tecnologie medicali, ponendosi come leader nella robotica chirurgica e telemedicina. Con 395 dipendenti, 48% dei quali sono donne, ab medica ottiene nel 2023 la Certificazione per la Parità di Genere allo scopo di promuoverne il concetto culturale. Con sedi in Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Slovenia e Nord Africa, ab medica opera per il 60% nel pubblico e per il 40% nel privato convenzionato. Le sue aree di attività, oltre a quelle citate, sono Chirurgia Mininvasiva, Radiologia, Sterilizzazione, Chirurgia Ortopedica, Endovascolare, Anestesia e Rianimazione, Urologia.
Dal 2024 dispone di un nuovo Training Center certificato, con 2 Operation Room e 1 Reprocessing Room.