Un’audace impresa all’avanguardia della ricerca biomedica. E’ in questo modo che si può definire il progetto PULSE, ora pronto a sviluppare una tecnologia di bioprinting che cambia il paradigma per applicazioni nello spazio e sulla Terra. Con quasi 4 milioni di euro ricevuti dal Pathfinder Open del Consiglio europeo per l’innovazione, PULSE promuoverà innovazioni tecnologiche per migliorare la salute umana e aprire la strada a un’esplorazione spaziale più sicura e sostenibile. Combinando la levitazione magnetica e acustica in un’innovativa piattaforma di bioprinting, il dispositivo di PULSE dovrebbe essere in grado di ottenere un controllo spazio-temporale senza pari della deposizione cellulare. Questa nuova tecnologia facilita la manipolazione precisa dei materiali biologici, consentendo la creazione di organoidi altamente sofisticati e realistici che imitano da vicino la complessità dei corrispondenti organi umani. Una delle applicazioni chiave dell’innovativa tecnologia di bioprinting di PULSE è la creazione di modelli di cuore umano 3D in vitro, che sono strumenti essenziali per studiare gli effetti dello spazio e delle radiazioni sul sistema cardiovascolare umano. Questi modelli cardiaci avanzati forniranno preziose informazioni sulla fisiologia e sulla patologia cardiaca, facilitando lo sviluppo di soluzioni preventive e terapeutiche per gli astronauti che si imbarcano in missioni spaziali a lungo termine e per i malati di cancro sottoposti a radioterapia. “Gli ambiziosi obiettivi del progetto PULSE sono tanto legati alla ricerca spaziale quanto all’assistenza sanitaria sulla Terra”, dice Lorenzo Moroni, coordinatore del progetto e professore di Biofabbricazione per la Medicina Rigenerativa presso l’Università di Maastricht. “Gli organoidi biostampati che replicano da vicino la complessità degli organi umani hanno il potenziale per ridurre la dipendenza dalla sperimentazione animale e fornire una piattaforma più accurata ed efficiente per studiare i meccanismi delle malattie e valutare le risposte ai farmaci”, aggiunge. Il progetto PULSE riunisce organizzazioni leader nei rispettivi settori, tra cui l’Università di Maastricht (Paesi Bassi), Otto-von-Guericke University Magdeburg (Germania), Medical University of Graz (Austria), SCK CEN Belgian Nuclear Research Centre (Belgio), RDInnovation (Danimarca), Space Applications Services (Belgio) e IN society (Italia).
