Al via la prima “Rete europea di competenza sulle risorse mediche ad alta tecnologia” per il trattamento dei tumori, con l’obiettivo di eliminare le disparità nell’accesso alle cure innovative in Europa. Il progetto rientra nella Joint Action dell’UE sulle Reti europee di competenza in oncologia (NoEs) coordinata dal team di Paolo Casali dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Il Network si concentra su sette ambiti chiave: medicina nucleare, radiomica, radioterapie innovative, tecniche chirurgiche avanzate, metodi fisici di ablazione, terapie cellulari e sperimentazione ex vivo di farmaci. Il CNAO di Pavia, insieme al Centre Léon Bérard di Lione, coordina l’area delle radioterapie innovative.
«Finora, 22 Stati membri si sono impegnati a contribuire alla Rete, che include 67 organizzazioni in tutta Europa e quasi 200 esperti. Siamo orgogliosi che CNAO ricopra il ruolo di leader dell’area delle radioterapie innovative» dichiara Gianluca Vago, presidente di CNAO.
In Europa, il numero di persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore è aumentato del 41% tra il 2010 e il 2020, raggiungendo 23,7 milioni. In Italia, i pazienti oncologici sono passati da 2,5 a 3,6 milioni nello stesso periodo. La crescita dei casi è legata all’invecchiamento della popolazione, ma anche ai progressi terapeutici.
«La radioterapia rappresenta un pilastro fondamentale nella cura dei tumori, al fianco della chirurgia e delle terapie sistemiche – spiega Lisa Licitra, direttrice scientifica di CNAO – ma è necessario affrontare le criticità per garantire un accesso equo ai trattamenti. Strumenti innovativi e altamente specializzati, come l’adroterapia, consentono importanti progressi».
«L’adroterapia – continua Ester Orlandi, responsabile del Dipartimento clinico di CNAO – è una forma di radioterapia per la cura di tumori spesso inoperabili o resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici. In tutto il mondo solo sei strutture sono in grado di erogare l’adroterapia con protoni e ioni carbonio e una di queste è proprio il CNAO di Pavia» (leggi qui la nostra intervista a Orlandi).
«Per la prima volta – aggiunge Vago – vengono istituite Reti di questo tipo, che affrontano le problematiche e le opportunità legate all’intera filiera di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori, dalla produzione di linee guida e raccomandazioni generali per gli operatori sanitari, i pazienti e la popolazione, alla sensibilizzazione dei cittadini e realizzazione di azioni di advocacy, allo sviluppo di modelli organizzativi sanitari e di strumenti educativi per gli addetti ai lavori e i pazienti, fino alla promozione della ricerca clinica».
Le Reti di competenza forniranno supporto alla comunità oncologica, in primo luogo agli operatori sanitari che curano i pazienti. E favoriranno la collaborazione tra istituzioni oncologiche, società scientifiche e associazioni di pazienti per migliorare l’efficacia e l’accessibilità delle cure.